Ultima gara del trittico di appuntamenti in tre settimane, a Interlagos la gestione delle gomme in gara va bilanciata con il ritmo: la scelta strategica ideale sarà su 2 pit stop
Un occhio al GP del Brasile (qui gli orari delle sessioni) dalla prospettiva delle sfide sulle gomme ed ecco che, tra i candidati a far bene a Interlagos, è d'obbligo inserire Mercedes, non solo per storia recente.
La gestione delle gomme in Messico ha confermato la forza della W14 nelle mani di Hamilton e ha ribadito le difficoltà Ferrari nel far funzionare la mescola più dura.
Pirelli porterà a San Paolo il tris di mescole mediano nella gamma: C2, C3 e C4, per un week end Sprint, l'ultimo del 2023.
Poco tempo al venerdì per mettere a punto le monoposto, su un tema tecnico arcinoto: a Interlagos la prestazione si fa nel settore centrale, il più guidato e dove conta gestire la gomma, scegliendo un livello di carico aerodinamico medio-alto.
Poi, spazio alla power unit per l'allungo da potenza pura, in salita, prima di di tornare sul traguardo.
"È un circuito piuttosto completo, con curve a media e bassa velocità e diversi cambi di direzione e la necessità di avere un carico aerodinamico piuttosto elevato", ricorda Mario Isola nel presentare il GP del Brasile dalla prospettiva Pirelli.
"In termini di forze che agiscono sui pneumatici, è un circuito abbastanza bilanciato fra quelle laterali e quelle longitudinali. Come spesso accade sulle piste permanenti che hanno una lunga storia alle spalle, l’asfalto presenta un livello di rugosità elevato. Il degrado è tuttavia di natura prevalentemente termica, pertanto la scelta del tris di mescole è ricaduta su C2, C3 e C4".
Interlagos ha accolto la Formula 1 a volte con temperature dell'asfalto torride, ben oltre i 50° C, in altre occasioni con improvvisi temporali. Verso il week end si va con il rischio pioggia nelle giornate fino a venerdì, poi il meteo dovrebbe volgere al sereno e temperature nell'ordine dei 21° C.
Oltre a un livello di abrasività medio alto, anche l'evoluzione del grip nel corso del week end è soggetta a sensibili miglioramenti. Nella media, invece, lo stress sulle gomme, le forze laterali e le sollecitazioni in trazione.
"Dal punto di vista delle strategie di gara, il doppio pit-stop è l’opzione più prevedibile: la sosta singola richiederebbe tantissima accortezza nella gestione dei pneumatici, penalizzante in termini di passo. Inoltre, la safety-car è stat spesso una protagonista, introducendo una variabile in più, così come lo potranno essere le condizioni meteorologiche, che in questa parte dell’anno possono mutare molto velocemente anche in maniera significativa", conclude Isola.
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