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Fabiano Polimeni
20 mag 2025
Cosa t’inventi a Monaco perché sia una gara teoricamente con qualche incognita in più rispetto alla tradizionale processione domenicale? Ad esempio, la novità del prossimo week end: l’obbligo di effettuare due pit-stop, anche se dovesse piovere.
Le due soste non sono mai state una strategia premiante a Montecarlo, snobbata dai team per l’importanza che ha la posizione in pista rispetto alle opportunità (nulle, o quasi) di sorpasso che si hanno pur con gomme nuove e mescole più morbide.
Inoltre, la bassissima aggressività dell’asfalto fa sì che il degrado delle gomme sia minimo e renda possibile coprire la distanza di gara teoricamente anche senza effettuare pit-stop.
Nel 2024, sui 78 giri di corsa, le mescole dure della Pirelli coprirono fino a 64 giri, 50 giri l’opzione media C4 e 28 giri la morbida C5. Una gara che ruotò intorno al singolo pit-stop e l’alternanza tra C3 e C4 nei due stint.
Un’altra novità dell’appuntamento in arrivo sarà la mescola C6, la più morbida della gamma Pirelli 2025. A Imola ha fatto il suo esordio e, in qualifica, ha creato non pochi problemi alla Ferrari nella preparazione del giro di lancio e lo sfruttamento ottimale.
A Monaco è imperativo arrivare al massimo della forma in qualifica, a cominciare dalla preparazione della gomma. Potremmo assistere a scenari già visti in passato, di chi sarà costretto a fare due giri di preparazione prima del giro veloce, contrariamente a chi riuscirà a mandarla in temperatura già sul corto giro di lancio e alternare più passaggi veloci con lo stesso set. Tutto con la solita incognita che arrivi un incidente e una bandiera gialla a rovinare il giro veloce.
Saranno scenari da simulare sin dal venerdì, quelli della preparazione ottimale della gomma C6, una giornata già di creazione del feeling al volante tra i guardrail e scoperta del comportamento delle gomme.
Il circuito nel Principato è stato riasfaltato dalla curva del Tabaccaio fino alla salita di Massenet, verso il Casinò, pertanto i piloti troveranno un asfalto molto liscio e, anticipa Pirelli, con bassi livelli di aderenza, già notoriamente minimi. L’evoluzione del grip continuerà nell’arco del week end e andrà a variare la possibilità che ci sia del graining sulla gomma, maggiore al venerdì rispetto alla gommatura che porteranno le tre sessioni di libere prima della qualifica.
Al di là della gara, con le strategie che decideranno le squadre su quando effettuare il doppio pit-stop, resta sempre la qualifica il momento decisivo a Montecarlo. Potrebbe essere un sabato bagnato, a oggi con il 79% di probabilità di pioggia, per un’incognita ulteriore in termini di evoluzione dell’asfalto e passaggio da pista bagnata ad asciutta e, in parallelo, un tema delle temperature da tenere d’occhio per la preparazione ottimale della gomma.
Sulla carta, l’introduzione dei due pit-stop obbligatori potrebbe creare un po’ di variabilità nelle strategie. Tra gli scenari possibili, tuttavia, resta privilegiato quello di correre una lunga prima parte di gara, quanto più estesa possibile, per non rischiare di rientrare nel traffico dopo il pit-stop. Un primo stint da accorciare per sfruttare una Virtual Safety Car o Safety Car.
Un altro aspetto strategico da tenere in considerazione sarà la possibilità dei team di giocare con le due monoposto per rallentare il ritmo del rivale diretto per un piazzamento sul podio e giocando con un overcut.
Tante opzioni sul tavolo, compresa la possibilità di correre uno stint di gara con la mescola C6, da scoprire nel maggior degrado che dovesse avere rispetto alle mescole C5 e C4.
Sarà davvero un intervento in grado di modificare l’andamento della gara e renderlo almeno un po’ più favorevole allo spettacolo? I 78 giri di domenica prossima daranno il verdetto.
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