In piena lotta per il Mondiale Costruttori, la Rossa si trova a dover fare i conti con una situazione tra i piloti a dir poco bollente. E ora tocca a Fred Vasseur placare gli animi
Più della vittoria di George Russell, più della rimonta di Lewis Hamilton e del trionfo iridato di Max Verstappen, a Las Vegas ciò che ha suscitato più clamore mediatico è stato lo sfogo via radio di Charles Leclerc rivolto al suo collega e – per ancora due settimane – compagno di squadra Carlos Sainz. Una convivenza, quella tra il monegasco e lo spagnolo, che nel corso degli anni ha dato vita a più di qualche frizione, ma che mai aveva raggiunto un simile picco di nervosismo.
Al punto che, dopo la gara di Las Vegas, in Ferrari hanno deciso di evitare dichiarazioni alla stampa e di risolvere la questione internamente e soprattutto in fretta. Perché in questo punto della stagione, con due week end ancora da disputare e un Titolo Costruttori da provare a conquistare, non c'è spazio per rivalità interne. E Vasseur questo lo sa bene.
Quello che è accaduto nel gran premio di Las Vegas è ormai noto: dopo essere stato rassicurato dal muretto che Sainz non lo avrebbe attaccato, Leclerc si è visto superare senza troppi complimenti dallo spagnolo e a quel punto ha sbottato in radio “Dovevate provare a dirglielo in spagnolo...” per poi rincarare la dose con un team radio da condanna pluridecennale ai lavori socialmente utili: “Ho fatto il mio lavoro, ma lui mi fo**e ogni fo***ta volta! Non è questione di gentilezza, ma di rispetto. Finisce sempre allo stesso modo...”.
Dopo la bandiera a scacchi, in casa Ferrari si sono limitati a dichiarazioni di circostanza per cercare di buttare acqua sul fuoco e spostare l'attenzione tutta sulla prossima sfida in Qatar. Lasciando comunque trasparire una certa tensione. “Non sono contento perché ci sono delle cose che ci diciamo, ma oggi sono andate un po' diversamente – ha detto Leclerc ai microfoni di Sky dopo la gara nel Nevada – So che devo contare su di me, da ora in avanti mi concentrerò su me stesso”. Decisamente più serafico è stato Sainz, che ha minimizzato quando accaduto domenica scorsa affermando: “Sono anni che ogni due o tre gare siamo ruota a ruota. Siamo entrambi molto competitivi e vicini come passo, e lottiamo spesso uno contro l'altro come capita con gli altri. È andata come è andata”.
Vasseur a Las Vegas con la stampa aveva tagliato corto: “Non ho parlato con Carlos né con Charles, ma poi faremo il punto. Concentriamoci sulla settimana prossima”. Ma una volta ripartiti dagli Stati Uniti quel punto la ha dovuto fare per forza.
È impossibile sapere cosa si sono detti Vasseur, Leclerc, Sainz e i rispettivi ingegneri di pista dei due piloti, vale a dire Bryan Bozzi e Riccardo Adami. Ma è legittimo immaginare che l'atmosfera dell'incontro non sia stata delle più rilassate. Tuttavia, per per quanto complicato possa essere stato, il team principal aveva ben chiaro il suo obiettivo: risolvere ogni possibile conflitto a tavolino, per evitare che lo scontro venga portato in pista con esiti potenzialmente infausti.
Nonostante analisti e bookmaker diano per favorita la McLaren, la lotta per il Mondiale Costruttori è ancora apertissima, e Ferrari ha il dovere di crederci fino in fondo. Al momento sono 24 i punti che separano la compagine di Woking da quella di Maranello, con la pista del Qatar decisamente più adatta alle caratteristiche della MCL38 che non a quelle della SF-24. Ma è anche vero che questo Mondiale in 22 gare finora disputate ha regalato infiniti colpi di scena e sovvertito innumerevoli pronostici. Tanto più che, contando anche la sprint di Losail, il massimo bottino potenziale è ancora di 103 punti.
L'importante per la Scuderia sarà limitare i danni in Qatar e spostare il match point stagionale nell'ultimo round di Abu Dhabi. Un risultato che di per sé sarebbe già sufficiente a definire positivamente la seconda stagione di Fred Vasseur al timone della Ferrari, basti pensare che l'ultima volta che la Rossa si era giocata un Titolo Mondiale all'ultima gara era il lontano 2012 con Fernando Alonso in lotta con Sebastian Vettel, mentre se parliamo di Campionato Costruttori dobbiamo tornare indietro addirittura all'ancor più distante 2008. Crederci, quindi, è d'obbligo. E per poter coltivare la speranza di riportare l'iride riservato alle squadre a Maranello dopo 16 anni non c'è spazio per errori strategici, guasti tecnici e soprattutto battaglie interne.
Las Vegas non è certo stata la prima occasione in cui Leclerc e Sainz sono stati protagonisti di battibecchi via radio e duelli in pista. Nell'ultimo anno la situazione è però decisamente cambiata, con lo spagnolo giubilato in favore di Lewis Hamilton e Leclerc confermatissimo con contratto blindato insieme al copracitato 7 volte Campione del Mondo. Una decisione, quella di puntare sul britannico, che ha creato le condizioni per un potenziale scontro tra compagni: da un lato Carlos, voglioso di raccogliere gli ultimi risultati importanti con il team italiano prima di passare alla Williams; dall'altro Leclerc, bisognoso di affermare il suo ruolo di caposquadra prima che Hamilton indossi la tuta rossa e si cali nell'abitacolo di una vettura made in Maranello. A onore di Carlos Jr è comunque doveroso sottolineare come il suo comportamento sia stato esemplare nel corso della stagione, iniziata già da separato in casa, al netto di episodi critici come quello di Las Vegas.
Oltre a questo c'è anche la questione della classifica dei piloti. Se è vero che i due alfieri del Cavallino non sono mai stati in lotta per il Titolo, è altrettanto vero che entrambi sono in battaglia con i driver della McLaren per posizioni di rincalzo ma pur sempre prestigiose. Leclerc al momento si trova infatti a -21 punti da Lando Norris e dal titolo di vice-campione del Mondo, mentre Sainz deve recuperare 9 lunghezze su Oscar Piastri per agguantare la quarta posizione della classifica. Per la cronaca, sarebbe il miglior risultato in carriera per entrambi.
Le ambizioni personali non devono però venire prima della squadra. La filosofia della Rossa, del resto, è storicamente quella di mettere la Ferrari prima di tutto e tutti, e se due compagni rischiano di mettere a repentaglio il risultato del team allora bisogna intervenire. Senza andare a scavare nel passato per ricercare rivalità “famose” e dall'esito purtroppo tragico, come quella tra gli indimenticati Gilles Villeneuve e Didier Pironi, ogni ferrarista ha ben impresse nella mente episodi disastrosi per la squadra e per il morale come lo scontro tra Vettel e Leclerc nel 2019 a Interlagos.
Ricordi dolorosi che a Maranello nessuno vuole ripetere, a partire da quel Frédéric Vasseur chiamato meno di due anni fa a prendere le redini di una squadra in crisi di risultati e che ora punta al risultato più importante di tutti.
Ma quella della “pax ferrarista” non è una questione dirimente solo in questo ultimo scampolo di 2024. L'anno prossimo, da questo punto di vista, potrebbe essere perfino più critico, con due piloti dalla grandissima personalità e con una voglia matta di mettere un Titolo iridato, che sia il primo oppure l'ottavo, in cassaforte. Certo, Hamilton non è una testa calda né uno abituato a ignorare le indicazioni del team (i tempi delle schermaglie con Alonso in McLaren sono lontani…) ma è pur vero che dare ordini al pilota più vincente della storia della Formula 1 non è poi così scontato.
La gestione dei piloti è la croce di tutti – o quasi – i team principal, e Vasseur ha l'aggravante di avere puntati addosso i fari di mezzo mondo, con tifosi e media pronti a contestare qualsiasi decisione che favorisca l'uno o l'altro pilota, per non parlare di possibili incidenti in pista. Insomma, il manager francese, notoriamente bonario di fronte alle telecamere, dovrà mettere bene in chiaro che la priorità è la Ferrari, e tale sarà anche nel futuro. Basterà? Per parafrasare un famoso verso di Lucio Battisti, lo scopriremo solo correndo...
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