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Ferrari: è una questione di fondo

Cosa si può capire dalle foto scattate al fondo di Red Bull e Mercedes a Monaco e quali vantaggi può tranre la Ferrari

Ferrari: è una questione di fondo

Paolo FilisettiPaolo Filisetti

1 giu 2023

Gli incidenti di Russel e Perez hanno fornito una ghiotta opportunità per osservare il fondo delle rispettive monoposto, sollevate a diversi metri dal suolo nella fase di rimozione. Sono immediatamente circolate sul web, ma nondimeno nel paddock del Principato, le immagini anche in alta risoluzione dei dettagli, solitamente celati agli occhi indiscreti dei rivali.

Scatti preziosi per la Ferrari

Superfluo sottolineare che sicuramente, soprattutto per quanto riguarda il fondo della RB19, i fotografi in possesso di tali scatti, abbiano potuto monetizzarli, vendendoli ai team avversari della Red Bull. E’ d’altronde una pratica consolidata quella di scattare foto spia dei particolari delle monoposto rivali, non solo al fine di integrarle pedissequamente nei propri progetti, ma soprattutto per carpirne il concetto, la filosofia seguita dai rivali nella progettazione. Non ci sentiamo di escludere che anche la Ferrari abbia avuto l’opportunità di disporre di questo prezioso materiale.

A cosa possono servire quelle foto

Ciò detto, pare corretto sottolineare, che anche questa possibilità, non rappresenti di per se la soluzione per copiare in carta carbone un elemento strategico della vettura rivale. Intendiamo dire che anche potendo replicare al millimetro il fondo della RB19, le sezioni dei suoi canali inferiori e la curvatura dei profili convogliatori, quindi clonandolo, il risultato a livello prestazionale non sarebbe identico all’originale. Questo perché proprio le specifiche caratteristiche di quel fondo si sposano con la gestione dei flussi a monte di esso. Intendiamo dire che l’intera impostazione aerodinamica anteriore a partire all’ala, ma anche la conformazione dei triangoli della sospensione e loro inclinazione, determina la qualità del flusso diretto verso il fondo vettura, in termini di sua pressione e velocità relativa. In pratica, il fondo, manterrebbe un range di funzionamento diverso, proprio perché l’aerodinamica anteriore sarebbe diversa rispetto a quella della RB19. Quanto espresso, inoltre, riguarda solo l’aspetto aerodinamico, ma va preso in massima considerazione il quadro dinamico della monoposto, ovvero come lavorano le sospensioni. Qui diventa ancora più lampante come il lavoro delle sospensioni, a livello di gestione delle altezze da terra, e della loro rigidezza, sia un fattore discriminante.

Differenze tra Red Bull e Mercedes

Per rendersene conto è sufficiente osservare la “tavola” (PLANK) sotto le vetture di Perez e Russel per cogliere una fondamentale differenza. Nel caso della RB19, infatti, si nota come le tracce di strisciamento e consumo della tavola siano omogeneamente distribuite in tutta la sua lunghezza, dall’anteriore al posteriore. La tavola risulta infatti ampiamente annerita, con rari punti in cui sé visibile la sua colorazione originaria. Per  contro, la “tavola” PLANK della  W14, è apparentemente intonsa, tranne che nella parte posteriore dove si può notare una zona più scura a di forma vagamente trapezoidale. La differenza macroscopica della due aree di contatto con il suolo, mette in evidenza due fattori. Il primo, la RB19 è caratterizzata da un assetto perfettamente orizzontale, messo in risalto dall’omogeneità delle aree consumate del PLANK. Inoltre, il suo annerimento molto pronunciato, indica la frequenza di strisciamento sul suolo.

E’ palese come la RB19 strisci quasi costantemente sull’asfalto, senza mostrare quasi nessun sobbalzo. Interessante notare che ciò significa che in Red Bull, siano state adottate per Monaco, altezze da terra non sostanzialmente differenti rispetto ad altri tracciati, e che siano state adottate rigidezze ridotte degli ammortizzatori, per affrontare i cordoli molto alti tipici di questa pista. Diversa l’impostazione della W14, dove decisamente l’assetto specifico della sospensione posteriore sia stato ampiamente ammorbidito, ma nello stesso tempo l’altezza da terra sia stata fortemente incrementata, riducendo drasticamente il contatto del PLANK con l’asfalto, limitato alla sola sezione posteriore in occasione di spanciamenti in accelerazione e cambi di pendenza.

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