La sperimentazione dell'ATA è rivolta a una possibile introduzione nel 2024 e, all'Hungaroring, Pirelli si presenta con una scelta di mescole uno step più morbida del 2021
Tra le "sperimentazioni" che la Formula 1 avrebbe dovuto effettuare a Imola, oltre alle nuove gomme da bagnato senza termocoperte, era prevista una variazione al format della qualifica. Tre eliminatorie come sempre, diverse perché da affrontare con una mescola obbligatoria delle tre elette da Pirelli.
Sarà al sabato del GP d'Ungheria che verrà effettuata la "prova", ribattezzata Alternative Tyre Allocation.
Se la qualifica sarà su pista asciutta, in Q1 tutti i piloti dovranno qualificarsi utilizzando la mescola dura C3, in Q2 sarà ammessa solo la mescola media C4, infine, in Q3 la pole verrà decisa utilizzando la C5.
Novità nella novità, visto che Pirelli ha optato per mescole più morbide rispetto al 2022, destinate ad avere risvolti anche in gara: "Di solito, questa gara si gioca molto sulle strategie e sul degrado delle gomme", commenta Mario Isola. "L’ATA - Alternative Tyre Allocation consente inoltre di risparmiare due treni di gomme da asciutto rispetto al format tradizionale (undici invece di tredici) e sarà provato nuovamente in occasione del Gran Premio d’Italia a Monza: poi FIA, F1 e le squadre decideranno se, eventualmente, adottarlo per la prossima stagione".
Sterzi a parte: Ce ne fossero, di Helmut Marko!
Quanto all'attualità del GP d'Ungheria, il circuito non stressa particolarmente le gomme (3 su 5 la classificazione interna Pirelli), di certo siamo lontanissimi dai carichi laterali sopportati dalle gomme a Silverstone. Diventa un tema, però, molto importante il controllo del degrado termico in gara, creato dalle temperature elevate e dalle continue richieste di trazione che impone la tracciatura dell'Hungaroring.
Le prime previsioni meteo indicano la possibilità che arrivino dei temporali tra venerdì e sabato, mentre in gara si prospettano valori nell'ordine dei 30° C di temperatura dell'aria.
"Il Gran Premio d’Ungheria è diventato un appuntamento classico della stagione estiva della Formula 1 e, come tale, vede grandi protagoniste le temperature dell’aria e dell’asfalto, solitamente molto elevate. Ciò mette a dura prova piloti, vetture e pneumatici, anche perché la natura tortuosa del tracciato non consente di poter tirare il fiato, a niente e a nessuno", prosegue Mario Isola.
"C’è sono un rettilineo abbastanza lungo – quello dei box – che costituisce anche, nella staccata della prima curva a destra, l’unica, concreta possibilità di sorpasso. Poi ci sono una successione di altre tredici curve, sette a destra e sei a sinistra per un circuito che è secondo soltanto a quello di Montecarlo in termini di velocità media più bassa, tanto è vero che le monoposto di solito sono equipaggiate con un livello di carico aerodinamico analogo a quello della gara del Principato.
Con tante curve lente da percorrere la trazione è uno dei fattori cruciali per un buon rendimento così come il rischio maggiore è il surriscaldamento dei pneumatici. Pur essendo un tracciato permanente, l’Hungaroring non è utilizzato molto spesso e le condizioni dell’asfalto migliorano in maniera considerevole durante il fine settimana man mano che la traiettoria ideale si gomma".
Tra le prescrizioni della Pirelli ai team, le pressioni minime sono di 22 psi e 19 psi, rispettivamente sulle gomme anteriori e posteriori.
Link copiato