Per fortuna che c’è Ricciardo

Per fortuna che c’è Ricciardo

Il borsino della F.1 alla vigilia del Gp d’Ungheria

20.07.2023 12:43

Con McLaren, Williams e AlphaTauri in rialzo, si va verso il Gp dell’Ungheria. E se gli orange e i boyz che furono di Frank possono contare su monoposto davvero in crescita, la squadra di Faenza molto punta sull’inserimento di Daniel Ricciardo quale elemento catalizzatore. Per fortuna che c’è Ricciardo, insomma... Mentre là davanti al Red Bull e Max Verstappen si confermano attesi dominatori. Salvo contrattempi o scherzi del destino. Ma andiamo ad analizzare la situazione del Circus squadra per squadra.

In rialzo

La McLaren, dopo i primi segnali di Norris e poi il doppio garone compiuto da Lando e da Oscar Piastri a Silverstone, guarda in avanti con giustificata fiducia e desiderio di riscossa, visto che la MCL60 è evoluta nel modo giusto e sembra poter avere un passo da podio. La AlphaTauri grazie all’arrivo di Daniel Ricciardo, pur essendo la monoposto meno prestazionale del lotto, dovrebbe avere una bella chance in più di andare a punti. E, in questo periodo di magre, non è certo cosa da poco. Il Gp di Gran Bretagna è stata la miglior gara dell’anno per la Williams, la cui vettura è apparsa prestazionale, affidabile e competitiva. E a testimoniarlo è stato non solo Albon, in grado nel finale di scavalcare le Ferrari, ma anche il rookie Sargeant, per la prima volta a ridosso della zona punti. L’Hungaroring come caratteristiche è pista assai diversa da Silverstone, quindi per avere una verifica ancora più attendibile bisogna aspettare il Gp del Belgio, a Spa. In ogni caso, se fin da subito la Williams si confermasse validissima, ci sarebbe solo da applaudire la squadra che fu di Frank.

Stabili

La Red Bull resta la solita, ma alla vetta. È vero che le prestazioni di Perez da Miami in poi stanno esaltando sempre più il contributo e il fattore uomo garantito da Verstappen, tuttavia la RB19 resta la miglior monoposto del lotto, prestazionale, versatile e affidabile. E anche in Ungheria si presenta semplicemente per vincere e dominare. La Mercedes prosegue lavorando sodo ma tutto sommato senza infamia e senza lode. La W14 di certo non è una macchina vincente e per diventarlo dovrà avere un episodio di gara a suo favore. Cosa che per ora non è mai accaduta. Quanto ai piloti a oggi Hamilton sta dimostrando migliore adattabilità ad essa rispetto a Russell, il quale quest’anno sta risultando complessivamente deludente rispetto al suo più esterto coequipier. La Haas continua a mostrare un andamento ondivago di prestazioni. In poche parole, a seconda del tracciato e della temperatura la monoposto va bene o va male, senza vie di mezzo. E se va forte, a farla esprimere al meglio è Hulkenberg, mentre Magnussen sembra aver imboccato la china che porta alla fine del rapporto, col termine della stagione.

In calo

La Ferrari dopo la debacle britannica, che ha confermato la SF-23 come una monoposto deludente e di difficile gestione, malgrado le continue evoluzioni, adesso spera soprattutto in una gara atipica, che possa darle una chance in più. La particolarità del tracciato ungherese potrebbe darle una mano. Forse. Sembrava aver rialzato la testa, la Alpine, ma poi le prestazioni della A523 sono tornate progressivamente a standardizzarsi su livelli non entusiasmanti. E sia Ocon che Gasly vanno avanti sperando in qualche chance ma senza troppe illusioni... La Alfa Romeo-Sauber a oggi di segnali di vitalità competitiva ne ha dati davvero pochi. E la sensazione è quella di una squadra che sta tirando onestamente a finire la stagione, visto che davanti a sé ha come appuntamenti le tappe di una lunga metamorfosi che la vedranno trasformarsi negli anni in Audi. Aston Martin dalla Spagna in poi rappresenta l’inattesa delusione del mondiale. La monoposto che tanto aveva meravigliato nella prima parte del campionato sembra improvvisamente essere diventata meno efficace e lo stesso Alonso pare aver perso il tocco magico che lo vedeva sempre a podio. In questo caso l’attesa delle evoluzioni promesse caratterizza il presente, visto che neppure in Ungheria non ci saranno le novità sperate.


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