C’est la Ferrarì

C’est la Ferrarì© Ferrari

Il vero senso di un trionfo a Le Mans ancora più bello di quello 2023

17.06.2024 ( Aggiornata il 17.06.2024 08:47 )

L’epica. La consapevolezza di vivere un’impresa che resterà per sempre. La Ferrari 499P vincente a Le Mans 2024 percorre 311 giri in luogo dei 342 dello scorso anno, in una gara infernale, tutta mezza buia, quasi zero sole, cunicolare, infida, torturata dalla pioggia e con un quarto del tempo neutralizzato dietro la Safety-Car.

E quel patrimonio energetico che a ogni chilometro d’avvicinamento al traguardo calava, come un cellulare che all’1% sta per spegnersi, lasciandoti senza parole, mentre stai recitando la tua poesia d’amore più bella. 

Ferrari #50, le voci dei vincitori. Fuoco: "È stata una lunga attesa"

Ferrari, che filotto!

A 21 giorni dal deflagrante successone di Monaco F.1 con Leclerc, Il Cavallino Rampante porta al trionfo altre tre suoi figli cari, Fuoco, il razzo, Molina, lo specialista delle gomme, e Nielsen, ragazzo letteralmente creato dal nulla dalla Rossa, come un rabbino regala un soffio di vita al Golem.

E poi la 499P. L’Hypercar nata su misura per Le Mans, che crescendo - quando vogliono - si fa rispettare ovunque, ma sui 13,6 km del lungo della Sarthe trova dentro quel soffio di vita in più per scrivere pagine di leggenda in diretta, mitografia live, saltando a pie’ pari la cronaca per scolpire fatti e imprese tridimensionali e marmoree, come statue michelangiolesche.

Lo dico? La vittoria di quest’anno vale più di quella del 2023, perché la Ferrari è partita all’attacco da subito, sganciando tre lepri, come mai s’era visto, nella storia della 24 Ore. A tutta, come se non ci fosse un domani. Per vedere l’effetto che fa, saggiando la reazione e la resistenza dei rivali.

Con personalità, nerbo, immenso coraggio, buttando all’aria tutta La Sarthe di sabato sera, in una fase di corsa in cui di solito tutti se ne stanno belli coperti. La Rossa 2024 di Antonello e Amato no.

Zero braccino, nessuna scusa, gioca a tre punte, orgogliosa, coraggiosa, alla baionetta davanti agli scarichi altrui minacciosi come mitraglie. In faccia a tutti.

Poi, ovvio, Porsche, Toyota e Cadillac reagiscono e quando fa buio son dolori. Qualche cambio gomme strano con la pioggia che va e viene, dei maledetti time penalty e una consistenza terribile dei contender regalano una notte all’angolo alle Rosse, con la n.50 che comunque reagisce alla grande e con Fuoco che di notte mostra cuore immenso, capace di galleggiare in un’anima da campione commovente e irriducibile.

Dovevate esserci, alle quattro di notte, sotto la pioggia tra Mulsanne e Indianapolis, nel misto ultraveloce, con le Toyota che sfrecciavano mostrando un potenziale terrificante e le 499P in difesa, come pugili in clinch. 

È stato il momento peggiore, quello. Ma il kappaò non è arrivato, l’Hypercar di Maranello è uscita dall’angolo una, due, tre volte e a giorno fatto s’è rimessa a picchiare duro, rovistando nel cassetto dei sogni, trovando la gloria. Più col secco che col bagnato, in verità, ma cosa vuoi che sia. Dettagli.

Sfoglia le pagine per continuare a leggere


1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi