Il vero senso di un trionfo a Le Mans ancora più bello di quello 2023
E poi? Poi una storia strana. Lopez Vs Ferrari. L’esodato. L’argentino che aveva perso il posto ed era stato richiamato in Toyota solo perchè Conway era caduto dalla bici, si trasforma, in giornata, anzi, in nottata di grazia, nel cattivo cinematografico che fino all’ultimo contende il finale al buono, ingigantendolo. Bella storia pure questa.
Già. Le storie belle. Quelle cose di cui l’automobilismo ha disperatamente bisogno per far battere cuori, inumidire zigomi e ricreare sportivi empatici e torrenziali, non più e non solo limoni da spremere l lavandini da riempire di nulla.
Così, perdonerete, i vincitori sono due. Chiaro, la meravigliosa Ferrari di Elkann & Coletta, ma anche lei, la 24 Ore di Le Mans. Perché tornandosi a frequentare le due entità si comportano come Sergio Leone e Bob De Niro in C’era una volta in America, divenendo reciproco volano di epicità grandiosa e arte strappacuore, che creano narrazioni, campioni e nicchie d’immortalità.
Se la Ferrari mezzo minuto dopo la bandiera a scacchi di Le Mans 2024 torna a farci piangere e a impersonare la più grande marca sportiva del mondo del motorsport, Le Mans spopola definitivamente come corsa. Anzi, LA CORSA. Sì. La più bella del mondo.
Ha condiviso questa nomea per un secolo con la Indy 500, ma ora è tempo di dire le cose come stanno. Da due decenni Indianapolis non attira più mezza Casa, è un semplice monomarca plurimotore, eccitando solo piloti. Le Mans, tutto il contrario.
Centinaia di migliaia di tifosi per ogni giorno di racing weekend, 62 vetture, le Case più belle e forti del mondo, gli investimenti più ingenti, le storie più belle.
Tipo questa. Pochi minuti dal via della 24 Ore, griglia di partenza. Una ressa da follia. Incontro Coletta, che sta parlando fitto fitto con l’Amministratore Delegato Vigna. Smette di farlo, saluta, perché lui Autosprint lo adora, allora gli butto là: “Antonello, la cabala. Lo scorso anno prima del via c’eravamo parlati. Per rispettare il rituale...".
Coletta sgrana gli occhi e fa: "Oh, sì, già, la cabala! Qui tutto conta, pure quella, anzi! Ti ricordi che cosa t’avevo detto?". "Sì, mi avevi confessato che eri molto preoccupato e che sentivi la pressione". "Vieni qui - mi fa Coletta davanti a un Vigna piuttosto stupito -: siamo a Le Mans, un anno dopo e sono preoccupato! Okay?! Sono preoccupato".
Andata, rituale rispettato. Coletta sorride. Le 499P s’accendino e rombano.
Il resto lo sapete. E adesso sono preoccupati gli altri, gli avversari della Ferrari.
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