Tempo di giudizi, in ordine di piazzamento, per ognuna delle case impegnate nella categoria hypercar: voto massimo alla Ferrari, bene Toyota, promosse Lamborghini e Isotta, bocciatura per BMW e Alpine
Siamo in zona mito. Se è vero che vincere è difficile e confermarsi lo è ancora di più, allora questa Ferrari merita il massimo degli applausi per un progetto che ha saputo vincere le due gare più importanti alle quali ha partecipato. Anche grazie alla 499P, Le Mans sta tornando ad essere più di prima un appuntamento imperdibile: da seguire ovunque e comunque, che sia in pista, dal divano, all’aperto con uno smartphone oppure in viaggio in macchina, come con le vecchie radiocronache. Le Mans certifica per l’ennesima volta la bontà di un progetto, quello della 499P, che sta crescendo come tutta la squadra: la macchina è sensibilmente cresciuta nella gestione delle gomme, ha ricucito il divario prestazionale tra qualifica e gara, non ha sofferto l’abolizione delle termocoperte ed ora inizia a sentirsi forte su ogni pista e su ogni condizione, mentre al box si è dimostrato, anche diversificando la strategia, di aver fatto tesoro degli errori di Imola. Qualche sbavatura nel complesso c’è stata, ma alla fine quelli del Cavallino Rampante sono stati i più forti: e chissà cosa sarebbe successo se sulla #83 privata non si fosse rotta la batteria, unico neo legato all’affidabilità. Insomma, una grande Ferrari: e ora, sarà d’obbligo puntare al campionato.
A parte una chiamata sbagliata nelle prime fasi di pioggia, il muretto resta sempre un’arma in più per quelli che, fino a prova contraria e fino a quando qualcuno non scalzerà loro dal trono, restano i padroni del Mondiale Endurance. Quest’anno sarà forse più difficile confermarsi con il titolo, come è stato difficile strappare la 24 Ore ad una Ferrari che finora ha fatto centro due volte su due. La GR010 Hybrid resta un progetto completo, forse il più completo, che sa difendersi nelle fasi meno favorevoli e capitalizzare in quelle favorevoli, come quando sul bagnato si è vista una Toyota nettamente più veloce di tutti. Aggiungendo anche qualche sbavatura dei piloti è arrivata un’altra sconfitta a Le Mans, ma il 2° posto rilancia definitivamente i nipponici in chiave iridata, consapevoli di avere tra le mani un prototipo capace di prestazioni di primissimo piano, necessarie per difendere la corona iridata nelle prossime quattro gare. A Le Mans hanno avuto l’onore delle armi, ma in campionato vogliono vincere.
Con ben sei Porsche 963 al via (tre ufficiali, due private con i colori Jota ed un’altra ancora privata con Proton), e dopo essersi presentata a Le Mans da leader in entrambe le classifiche, in casa Porsche si puntava forte sul successo numero 20 nella storia della casa tedesca, con il podio quale obiettivo minimo nella classicissima francese. Chiariamo: le ufficiali, soprattutto le numero 5 e 6, si sono battute ad armi praticamente pari in alcune fasi di gara, alternandosi in testa a Ferrari e Toyota, ma per una serie di motivi, tra cui qualche scelta del muretto, il bottino grosso non è arrivato. Non è arrivato nemmeno il podio, difeso magistralmente da Pier Guidi sulla 499P #51 dall’assalto della 963 #6, ma ormai Le Mans è storia: ora testa ad un campionato che i tedeschi possono vincere.
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