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WEC 2024, la resa dei conti: alla 8 Ore di Sakhir si decidono i titoli mondiali

Porsche, Toyota, Ferrari: così recita la classifica alla vigilia dell'ultima prova del Mondiale Endurance, la quale assegnerà un titolo Costruttori che dopo anni torna ad essere conteso da tre squadre all'ultimo round. Porsche favorita anche nella corsa al titolo Piloti con la numero 6

Il Bahrain non ha esattamente quell'aria da far west, tipica della resa dei conti di un film di Sergio Leone. Tuttavia, con la sua sabbia e le sue luci artificiali, è un modo ideale di consegnare il campionato alla pausa invernale dopo un'ultima sfida con in palio il titolo mondiale Endurance.

Tre case in lotta

La notte di Sakhir è un po' metafora del letargo invernale, perché quando il sole cala sul tracciato di Manama lasciando spazio alla notte, è come se il Mondiale Endurance si preparasse alla sua, di notte, quella che terminerà nel prossimo febbraio, con la prima corsa della nuova stagione. E la domanda è proprio questa: chi si presenterà, a Lusail 2025, con i galloni di campione del mondo addosso?

Sarà in una nottata in Medio Oriente che il WEC 2024 scoprirà il nome dei suoi nuovi campioni. Abbastanza per imporre tutta l'attenzione possibile nell'isola del Golfo Persico, dove il Mondiale Endurance ritroverà ciò che non gli capitava da anni: avere ben tre case in lotta per il titolo Costruttori all'ultimo appuntamento del campionato. E questo senza dimenticare che c'è anche il titolo Piloti: favorita d'obbligo la Porsche numero 6 di Estre, Lotterer e Vanthoor, chiamata a gestire l'enorme vantaggio in classifica sulla Ferrari numero 50 di Fuoco, Molina e Nielsen (a -35) e la Toyota numero 7 di Kobayashi e de Vries a -37, mentre Conway, che completa il terzetto dell'equipaggio, come sappiamo ha saltato Le Mans per infortunio per cui non ha gli stessi punti in classifica degli altri due.

C'è la Porsche che spera di riprendere una storia interrotta qualche anno fa, marchiando a fuoco l'ennesima era tra i Prototipi, mentre la Toyota vive nel timore, dopo tanti anni, di essere spinta giù dal trono. E poi c'è la Ferrari, la terza incomoda che per questo motivo deve fare meno conti di tutti, con il solo obiettivo di attaccare e sperare che la 8 Ore di Sakhir riservi qualche sorpresa, magari pure qualcosa di inimmaginabile. 

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Porsche, Toyota e Ferrari: resa dei conti

Porsche 161, Toyota 151, Ferrari 134. E' questa la classifica alla vigilia dell'ultimo round del 2024, una classifica che sorride alla Porsche ma che non consente ai tedeschi di dormire sonni tranquilli. Perché essendo una otto ore, il primo classificato porta a casa 38 punti ed il secondo 27: significa che, a meno che la Porsche non faccia la pole portando a casa il punto del giro veloce in qualifica, Toyota ha ancora il destino tra le sue mani, in quanto vincendo scavalcherebbe la Porsche. E' un lusso che non può permettersi la Ferrari, che deve sì vincere ma che non ha pienamente il destino sotto controllo. 

Il Bahrain è una sfida a tutto tondo, perché è un tracciato su cui dominano frenate violente e accelerazioni brucianti, ma senza sottovalutare l'impatto di un secondo settore più veloce e guidato, elemento per nulla secondario nella delibera degli assetti. E poi, anche l'asfalto ha i suoi perché: è molto abrasivo ed in alcuni punti anche piuttosto sconnesso, con ripercussioni su gomme, sospensioni e altezze da terra da studiare al millimetro. Insomma, abbastanza per rendere affascinante anche da un punto di vista tecnico l'ultimo confronto del 2024, al quale la Porsche si presenta forte degli insegnamenti di un'annata felice: la 963 non ha nel tracciato bahreinita la pista ideale, come confermano alcune difficoltà avute ad Austin, ma ha imparato a cavarsela anche nelle difficoltà e non parte sfiduciata, soprattutto dopo il successo del Fuji

Rispetto alla Porsche, Toyota e Ferrari possono contare sull'essere delle LMH, traendo giovamento dal motore elettrico anteriore nelle delicate e decisive fasi di frenata. Vantaggio che non ci sarà ovviamente in accelerazione in uscita delle curve lente, dato che la trazione passa da posteriore a integrale solo superata una certa soglia di velocità, ma anche poter disporre di una soluzione del genere in frenata può essere un grande aiuto per trasmettere il miglior feeling possibile al pilota in fase di decelerazione. Questa sarà sicuramente un'arma per la GR010 Hybrid e la 499P, che poi metteranno in campo altre qualità del proprio repertorio: le Toyota punteranno sull'ottima gestione delle gomme e la loro grande versatilità da una pista all'altra, mentre la Ferrari, dopo aver compiuto passi avanti nei tratti più lenti e nella gestione delle gomme, proverà a capitalizzare soprattutto nel secondo settore, su una pista dove la ben nota efficienza aerodinamica della Rossa può fare la differenza. 

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Gli arbitri del mondiale

Poi ci saranno ovviamente anche gli altri, che possono diventare in qualche modo gli arbitri di questo mondiale. In una 8 Ore dove i cambi di temperatura saranno elevati, con ripercussioni sul comportamento delle vetture e sulla gestione delle gomme (si parte col sole e si arriva di notte), non mancheranno le incognite relative alle varie fasi di doppiaggio ed all'affidabilità, che soprattutto a fine campionato può essere un fattore. I conti però Porsche, Toyota e Ferrari dovranno farli anche con le altre case, a partire da BMW ed Alpine: dopo il loro primo podio stagionale in Giappone, entrambe vogliono dare continuità in una finale di campionato dove tutte e due vogliono conferme degli indubbi passi in avanti compiuti nel corso del 2024. Più difficile attendersi Peugeot, Cadillac e Lamborghini protagonisti, ma nel regno dell'incertezza guai a parlare troppo presto.

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