        Uno dei motivi per cui la Formula 1 ha cominciato ad attrarre sempre pi&ugrave; giovani &egrave; il successo della serie tv "Drive to Survive". Lanciata su Netflix e giunta alla quinta stagione, la docu-serie racconta il mondo e il campionato della F.1 da dietro le quinte, con clip e interviste esclusive a piloti e Team Principal. Ebbene, Netflix &egrave; pronta a replicare con la NASCAR. La Cup Series 2023 su Netflix Come&nbsp;riportato da Motorsport.com, Netflix produrr&agrave; una docu-serie in cinque parti sui playoff della Cup Series 2023, che debutter&agrave; all'inizio del 2024. Ogni episodio avr&agrave; una durata di circa 45 minuti. La serie coinvolge un nome importante della NASCAR: Dale Earnhardt Jr. sar&agrave; infatti produttore esecutivo del progetto. La troupe avr&agrave; un accesso esclusivo ai piloti e alle squadre, offrendoci uno sguardo su questo sport oltre le solite interviste trasmesse in tv, mettendo in luce le numerose sfide fisiche e mentali per competere nel campionato delle stock car.Ovviamente, grazie alla collaborazione con Netflix, la NASCAR spera di raggiungere un pubblico ancora pi&ugrave; ampio (e i presupposti ci sono tutti) e attirare nuovi fan, tra giovani e adulti, da tutto il mondo. NASCAR, a Watkins Glen la quinta vittoria di Byron       

Dopo il grande successo ottenuto con la F.1, la docu-serie si concentra sulle stock car raccontando da dietro le quinte i playoff della Cup Serie 2023

Su Netflix il nuovo "Drive to Survive" dedicato alla NASCAR

        Per un Roman Rusinov che si &egrave; rifiutato di sottoscrivere le disposizioni FIA proposte agli atleti russi e bielorussi, affinch&eacute; possano correre nel 2022 in uno status di atleti neutrali, c'&egrave; un Nikita Mazepin che ben volentieri avrebbe accettato quelle condizioni. A un rifiuto dell'impegno chiesto dalla Federazione &egrave; allineato anche Daniil Kvyat, secondo quanto riporta il giornalista Dieter Rencken.&nbsp; "Linea dura" di Rusinov e Kvyat, che avrebbero dovuto correre con G-Drive (squadra con licenza russa, sponsorizzata da Gazprom e, in quanto team russo escluso dalle competizioni FIA). Meglio non correre che accettare il decalogo "Oggi il sottoscritto, pilota del team russo G-Drive Racing, ha rifiutato di accettare le condizioni discriminatorie della FIA. L'obiettivo di ogni atleta &egrave; di ascoltare l'inno del proprio paese sul podio. In oltre 10 anni di esperienza internazionale il nostro team lo ha fatto molte volte.&nbsp; Abbiamo alzato la bandiera russa, ascoltato e cantato l'inno russo. Per amore dei miei tifosi, per il bene dei miei compagni e per l'onore sportivo, non firmer&ograve; questo documento. &Egrave; meglio non correre affatto", ha scritto Rusinov domenica sui propri social, in cirillico. Se sul fronte G-Drive, Rusinov - e la stessa scelta &egrave; attesa da parte di Kvyat - si &egrave; scelta la posizione intransigente, diverso tono hanno le parole di Nikita Mazepin. Mazepin, decisione unilaterale Haas, sabato scorso, ha annunciato la rescissione del contratto, con effetto immediato, sia con Uralkali, title sponsor della squadra, che con Mazepin. Una decisione, a dire del pilota russo, priva di un confronto con il diretto interessato. "Sono molto deluso dalla notizia che il mio contratto di Formula 1 &egrave; stato rescisso. Sebbene comprenda le difficolt&agrave;, le disposizioni poste dalla FIA, in aggiunta alla mia disponibilit&agrave; in atto ad accettare le condizioni proposte cos&igrave; da poter continuare, sono state completamente ignorate e non &egrave; stato seguito un percorso in questo passo unilaterale", scrive Mazepin. "A quanti hanno provato a capire, il mio eterno ringraziamento. Ho apprezzato il tempo passato in Formula 1 e spero davvero che tutti potremo di nuovo tornare insieme in tempi migliori. Nei prossimi giorni avr&ograve; altro da dire", anticipa il russo che verr&agrave; sostituito nei test in Bahrain da Pietro Fittipaldi.       

Se il russo di Haas si &egrave; detto disposto ad accettare le condizioni previste dal decalogo FIA, di diversissimo avviso &egrave; Roman Rusinov di G-Drive, team per il quale corre anche Daniil Kvyat

Guerra in Ucraina e disposizioni FIA: Mazepin, Rusinov, Kvyat, visioni diverse

        Non ci sar&agrave; nessun Gran Premio di Russia a Sochi, quest'anno. Non ci sar&agrave; alcun Gran Premio di Russia in futuro. E' un'altra delle conseguenze innescate dalla guerra mossa dalla Russia all'Ucraina. La Formula 1 ha diffuso una nota con la quale annuncia la rescissione del contratto che legava l'organizzatore del mondiale al promoter dell'evento russo.  L'edizione 2022 del GP sarebbe dovuta essere l'ultima a Sochi, con il programmato spostamento della gara, dal 2023, a Igora Drive. L'impianto, alla periferia di San Pietroburgo, &egrave; stato oggetto di interventi di adeguamento per ospitare la Formula 1. "La Formula 1 pu&ograve; confermare di aver rescisso il contratto con il promotore del GP di Russia, con la conseguenza che la Russia non avr&agrave; una gara in futuro", la stringata comunicazione, chiara come forse non era parsa essere la primissima nota relativa all'edizione 2022 del GP a Sochi.  Sui piloti in ordine sparso Il quadro sportivo legato alla vicenda Ucraina e, ancor pi&ugrave; strettamente lo scenario che interessa il motorsport, registra quest'ultima mossa dopo le posizioni espresse dalla FIA e da alcune federazioni automobilistiche nazionali. In materia di ammissione dei piloti con licenza russa, la Federazione internazionale ha previsto la possibilit&agrave; che gareggino sotto la bandiera FIA; di diverso avviso, allineata alla posizione del CIO, &egrave; invece la posizione dell'ente sportivo britannico e di altre federazioni nordiche - Finlandia, Svezia -: piloti russi e bielorussi si ritrovano con le licenze sospese in questi paesi, impossibilitati a gareggiare.       

Cancellato il GP a Sochi in calendario quest'anno, la Formula 1 ha annunciato un altro provvedimento, di rescissione dell'accordo in essere per correre in Russia negli anni a venire

Guerra in Ucraina, la F1 rescinde il contratto con il GP di Russia

        Piloti s&igrave;, squadre no. E' la decisione del Consiglio Mondiale straordinario voluto dalla Federazione per prendere decisioni inerenti la guerra tra Russia e Ucraina. I piloti potranno correre sotto bandiera neutrale, per i team invece al momento &egrave; bandita la partecipazione: quali sono le squadre che dunque non vedremo in pista? I piloti russi e bielorussi possono correre: ecco le motivazioni della Federazione Formule: per Haas l'impatto maggiore Partendo dalla Formula 1, nessun team corre con licenza russa, ma le ripercussioni ci sono state eccome: la Haas, ad esempio, ha subito dovuto provvedere a togliere dalla livrea lo sponsor ufficiale russo, Uralkali, con ripercussioni sulle casse della squadra; senza i soldi dell'azienda produttrice ed esportatrice di potassio, Gene Haas e Gunther Steiner dovranno rifare per bene i conti ed in questa serie di misure pu&ograve; rientrare il loro pilota, Nikita Mazepin. Se il russo non riuscir&agrave; a garantire i soldi promessi per correre, potrebbe dover lasciare il sedile, con Pietro Fittipaldi e Antonio Giovinazzi primi indiziati per la sostituzione. Nessun problema in Formula 2, dove nessuna squadra &egrave; iscritta con licenza russa o bielorussa, e lo stesso vale per la Formula 3, nel campionato FIA. Mazepin, compleanno agrodolce: pu&ograve; correre, ma riuscir&agrave; a salvare il sedile?  Endurance: a rischio la G-Drive di Kvyat Nel WEC invece la situazione &egrave; diversa, perch&eacute; tra gli iscritti in classe LMP2 figura la G-Drive, squadra di nazionalit&agrave; russa che schiera Daniil Kvyat, Ren&eacute; Binder e James Allen. Nel comunicato diffuso dalla Federazione Internazionale si spiega chiaramente come sia vietata la partecipazione a team russi e bielorussi in competizioni Fia, ma non &egrave; chiaro se anche per i team possa esserci un "salvagente": cambiando immediatamente licenza laddove sia possibile, oppure correndo direttamente sotto la bandiera neutrale della Fia, queste squadre potranno correre? Al momento la risposta &egrave; no. Kvyat: "Ingiusto penalizzare gli sportivi" Rally: un problema per i privati? Neanche il mondo dei rally pare toccato pi&ugrave; di tanto, dal momento che non figurano a livello mondiale squadre russe o bielorusse iscritte a WRC, WRC2 e WRC3. Estendendo il discorso a IRC e ERC, l'impressione &egrave; che il provvedimento vada a colpire pi&ugrave; i team privati, che corrono di volta in volta, piuttosto che squadre attrezzate per disputare l'intero campionato. Ma la Gran Bretagna va contro corrente: sospese le licenze dei piloti russi GT: Lada a rischio Chi rischia nel mondo delle Gran Turismo &egrave; la Lada Sport Rosneft, costola sportiva della Lada. Scuderia russa a tutti gli effetti, che nel 2021 ha schierato una coppia di piloti tutta russa nell'unica gara in cui ha partecipato come wild card. Anche per loro i piani del 2022 potrebbero cambiare in seguito alle decisioni della Fia. Ecclestone: "Putin diretto e onorevole. GP Russia? Non decidono i piloti"       

La Federazione, nel Consiglio Mondiale riunitosi in via straordinaria, &egrave; stata benevola verso gli atleti russi e bielorussi ma ha vietato la partecipazione alle squadre che hanno licenza di queste nazioni

Fia, no ai team russi: rischia la G-Drive di Kvyat in LMP2

        Avrebbe dovuto rappresentare il futuro del GP di Russia, ma adesso &egrave; altamente probabile che non ci sar&agrave; un futuro per l'Igora Drive. Il complesso che sorge a circa 50 chilometri da San Pietroburgo avrebbe dovuto prendere il testimone di Sochi a partire dal 2023, ma ormai pare scontato dire che non vedremo mai sfrecciare le F1 a Sosnovo. Sterzi a parte: Bello vedere gli F1 boys parlare della guerra Non c'&egrave; pi&ugrave; posto per l'Igora Drive Gli effetti dell'attacco all'Ucraina da parte della Russia si stanno facendo sentire in ogni ambito, e mentre i piloti russi sono tutti quanti a rischio in ogni categoria della Fia, per i circuiti russi si stanno chiudendo le porte dei calendari mondiali. E cos&igrave; l'idea di avere ad Igora non solo la F1 ma anche la MotoGP&nbsp;si &egrave; di fatto vanificata, perch&eacute; ad oggi non si intravedono margini per mantenere il piano originario. L'Ucraina chiede l'esclusione dei piloti russi Firma di Tilke La MotoGP nel 2021 aveva Igora come possibile gara di riserva, mentre la F1 aveva gi&agrave; pattuito su questo tracciato lo spostamento del GP di Russia che sarebbe dovuto rimanere a Sochi fino al 2022 compreso prima di cambiare sede. Nel frattempo ad Igora, che aveva ottenuto l'omologazione, ci si era messi al lavoro: la pista, lunga poco pi&ugrave; di 4 chilometri, prevedeva dei lavori per salire a 5180 metri, con una completa riprogettazione del terzo settore, e divenire pi&ugrave; consona alle esigenze delle due e quattro ruote. Progettato da Hermann Tilke ed inaugurato nel 2019, per l'Igora Drive solo in un secondo momento si &egrave; pensato alla F1, da qui la serie di correttivi per arrivare ad ottenere la licenza. Binotto verso il Bahrain: "La Ferrari non cambier&agrave; molto" Igora finanziato da un uomo di Putin Il complesso che era nato per ospitare gare di kart, drifting, motocross e rallycross, cui si erano aggiunte le possibilit&agrave; per avere DTM, Motomondiale ed F1, di fatto &egrave; vicino alla cessazione di qualunque attivit&agrave;. La struttura, secondo alcune stime, fino ad oggi &egrave; costata quasi 200 milioni di dollari per arrivare all'omologazione di grado 1 da parte della Federazione Internazionale, ed &egrave; stata in larga parte finanziata dal miliardario Yury Kovalchuk, il principale proprietario della Rossiya Bank e stretto alleato di Vladimir Putin. La Formula 1 ad Igora dunque rester&agrave;, a meno di clamorosi colpi di scena, solo un'idea e niente pi&ugrave;. E visto come stanno andando le cose, non potrebbe essere altrimenti. GP Russia 2022, il promoter: "Evento sospeso, non cancellato"       

A partire dal 2023 il GP di Russia avrebbe dovuto spostarsi ad Igora Drive, complesso inaugurato nel 2019 e modificato per accogliere MotoGP ed F1, ma la guerra con l'Ucraina di fatto render&agrave; impossibile vedere il Circus correre sul circuito che sorge a 50 km da San Pietroburgo

GP Russia: da Sochi ad Igora Drive, una gara che non si farà

        Pu&ograve; considerarsi il principale volano di sviluppo della popolarit&agrave; della Formula 1 su mercati come gli Stati Uniti. Una "serie" che ha svelato il dietro le quinte della categoria, anche questo &egrave; Formula 1: Drive to Survive. Le corse raccontate al pubblico al tempo dello streaming, alla ricerca dei fattori di "entertainment". L'intrattenimento e una trama mandata in scena, come una serie qualsiasi ma con un copione scritto dalla pista e intorno alla pista. La quarta stagione &egrave; stata confermata nel debutto dell'11 marzo su Netflix e si comporr&agrave; di 10 episodi.&nbsp; LEGGI ANCHE - Russell cambia il casco in segno di rispetto I tifosi della F1 dietro le quinte del Circus Il format &egrave; invariato, va a seguire i protagonisti nell'arco del campionato 2021 e catturare la vita di squadre e piloti dietro le quinte. "La stagione 4 di Drive to Survive porter&agrave; ancora una volta i tifosi dietro le quinte, offrendo un accesso senza precedenti e testimoniando&nbsp; in prima persona come squadre e piloti si preparano a lottare per la vittoria in una delle stagioni pi&ugrave; emozionanti che lo sport abbia vissuto fino a oggi.&nbsp; Preparatevi a immergervi in feroci rivalit&agrave; tra squadre, podi inattesi e l'intensa lotta per il titolo tra Mercedes e Red Bull, con la pressione al massimo sia in pista che fuori", anticipano i produttori della serie. LEGGI ANCHE - Ben Sulayem: "Ho parlato con Hamilton"       

La quarta stagione della serie sulla Formula 1 e il dietro le quinte della stagione 2021 verr&agrave; trasmessa su Netflix prima dell'avvio del mondiale 2022. Ecco quando

Netflix, Drive To Survive 4 è in arrivo: ecco quando

        Con largo anticipo sull'esordio in calendario, Igora Drive ha avviato i lavori di ampliamento del circuito. La Formula 1 si sposter&agrave; nell'impianto a San Pietroburgo, a partire dal 2023, salutando una Sochi che pu&ograve; a ragione classificarsi tra le piste pi&ugrave; deludenti sulle quali la massima categoria abbia fatto tappa. Impianto di nuova realizzazione, datato 2016, quello di Igora Drive, tuttavia con maggiori libert&agrave; progettuali rispetto alla decisione di tracciare il circuito di Sochi nell'area intorno al Villaggio Olimpico.  Un chilometro in pi&ugrave; da guidare L'estensione del circuito &egrave; stata curata da Hermann Tilke, il cui studio ha progettato il tracciato su uno sviluppo metrico di circa 4 chilometri. Con i 1.100 metri supplementari, che vanno a realizzare un complesso di curve pi&ugrave; guidate e lente, si arriver&agrave; ai 5.182 metri, secondo quanto informa la direzione dell'impianto. Leggi anche: Honda d&agrave; la carica a Red Bull, cos&igrave; &egrave; cambiata la batteria della power unit La fase di prima posa dell'asfalto, sul tratto di nuova realizzazione, &egrave; in corso. Non sar&agrave; l'unico intervento migliorativo, visto l'ampliamento delle vie di fuga in alcuni punti e l'installazione dei barriere Tecpro aggiuntive.&nbsp; Formula 1 e MotoGP correranno a Igora Drive, che dovr&agrave; ricevere l'omologazione di Grado 1 e Grado A, da FIA e FIM al termine dei lavori, sulla nuova configurazione. Il circuito riserver&agrave; la tracciatura originaria per i track days e altre competizioni a motore, sar&agrave; esclusiva di Formula 1 e - quando verr&agrave; ufficializzato il debutto - della MotoGP la configurazione di pista "lunga".       

Quando la Formula 1 si trasferir&agrave; da Sochi a San Pietroburgo trover&agrave; una pista di oltre 5 chilometri. Altri interventi sono previsti anche sulle strutture del paddock e gli spalti

GP Russia, Igora Drive lavora all'ampliamento del circuito

        Sar&agrave; una Formula 1 a ranghi ridotti quella che prender&agrave; il via in Austria, con i team ridotti nel numero di persone coinvolte in pista per rispettare tutte le misure imposte per ridurre al minimo i rischi di contagio. Questo per&ograve; non impedir&agrave; agli operatori di Netflix di dare il via alle riprese di "Drive to Survive 3", la docu serie che nelle stagioni 2018 e 2019 ci ha gi&agrave; regalato frammenti del tutto eccezionali sulla vita del paddock ed all'interno delle squadre. F1 2020, il punto con Carlo Vanzini. VIDEO McLaren e Red Bull le prime ad essere filmate A riportare la notizia &egrave; la testata britannica Racefans.net, la quale svela che le prime ad essere filmate saranno la McLaren e la Red Bull. Ci&ograve; &egrave; stato possibile perch&eacute; a quanto pare i due team hanno incluso nel loro staff i pochi operatori della piattaforma digitale (due per il team di Woking ed uno per i bibitari), che faranno parte a tutti gli effetti della "bolla" che ogni squadra costituir&agrave;. Ricordiamo che ogni team potr&agrave; portare in pista un massimo di 80 persone. Gp Austria: in cerca di risposte con un occhio alle "quote" Spazio ai Virtual Gp In Austria dunque oltre che il mondiale comincer&agrave; anche la nuova serie che racconta da vicino il Circus, che avr&agrave; anche una parte dedicata al lockdown: George Russell infatti si &egrave; auto filmato durante i Virtual Gp, che costituiranno una piccola parte della terza stagione di Drive to Survive. Gp Austria, Mercedes con il DAS       

La piattaforma digitale inizier&agrave; le riprese della terza stagione del documentario sulla F1 a Spielberg. Le prime ad essere filmate saranno McLaren e Red Bull

Gp Austria, via alle riprese di "Drive to Survive 3"

        Quante cose cambiano ai tempi del Covid-19, quante certezze per ora abbiamo perso in attesa di poterle farle nuovamente nostre. La vita si sta riorganizzando e anche gli spazi che sembravano una volta intoccabili, oggi&nbsp; lasciano il posto a novit&agrave; e al distanziamento sociale. Un discorso che qui in Italia vale tanto per le attivit&agrave; produttive e lavorative quanto per quelle dedicate allo svago. &Egrave; in tale ottica che anche il &ldquo;Tempio della velocit&agrave;&rdquo;, l&rsquo;Autodromo di Monza nato nel 1922, &egrave; destinato cambiare temporaneamente per una nuova destinazione d&rsquo;uso: il cinema drive-in a cielo aperto.&nbsp;  Leclerc e Ferrari SF90 Stradale: riprese finite a Montecarlo Nel paddock niente monoposto Vista per ora la sospensione del Mondiale 2020 di Formula 1, il paddock del circuito automobilistico che ospita il Gp d'Italia, e che solo lo scorso anno ha visto trionfare Leclerc per una memorabile vittoria casalinga della Ferrari dopo ben 9 anni, visti gli ampi spazi si presta per il cinema.&nbsp;&Egrave; quello che ha pensato l&rsquo;assessore alla cultura della citt&agrave; di Monza, Massimiliano Longo, da cui arriva la proposta di installare un cinema drive in nel paddock dell&rsquo;Autodromo. &ldquo;Con l&rsquo;emergenza &ndash; ha spiegato l&rsquo;assessore - e tutte le manifestazioni culturali soppresse dal carnevale al Summer Monza, c&rsquo;era bisogno di inventarsi qualcosa di nuovo per aiutare le persone bloccate in casa dal lungo lockdown a riprendere una vita sociale, ma in sicurezza&rdquo;. F1, orgoglio italiano: la doppietta Ferrari a Monza 1988 Cinema da gioved&igrave; a domenica L&rsquo;idea ha gi&agrave; raccolto l&rsquo;apprezzamento di molte aziende, disposte a sponsorizzare l&rsquo;attivit&agrave; permettendo di devolvere il prezzo del biglietto per altre iniziative. I guadagni verranno infatti spartiti a met&agrave; tra le casse dell&rsquo;Autodromo brianzolo e quelle di un fondo per il sostegno delle imprese in difficolt&agrave; a causa della pandemia. Gi&agrave; annunciata la partecipazione di due sponsor principali, Porsche e Myspritz, che si accolleranno le spese relative al noleggio dello schermo e delle altre attrezzature. L&rsquo;area in questione &egrave; quella collocata dietro ai box del circuito, e che si sviluppa parallelamente al rettilineo di partenza. Uno spazio abbastanza ampio da ospitare l&rsquo;iniziativa, in un periodo in cui le attivit&agrave; in pista sono ridotte al minimo e le gare sono sospese. &ldquo;Al momento pensiamo ad una programmazione dal gioved&igrave; alla domenica, ma se riusciremo ad avere altri sponsor potremmo ampliare l&rsquo;offerta&rdquo;, ha detto Longo. Favorevole all&rsquo;iniziativa anche Pietro Benvenuti, direttore del circuito. Gli introiti aiuteranno l&rsquo;autodromo a sostenere le spese di manutenzione e aggiornamento dell&rsquo;impianto. Anche in vista del GP d'Italia di Formula 1, confermato ad oggi per settembre.        

Il paddock del circuito del Gp d'Italia sar&agrave; adibito a cinema drive-in: un'opportunit&agrave; resa possibile grazie agli sponsor Porsche e Myspritz e che permetter&agrave; di rientrare con le spese di manutenzione e aggiornamento dell&rsquo;impianto

9 risultati per 'drive-in'