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È Zanardi il vero combattente

Nel week end in cui Rosberg lotta vince ancora e torna in testa al Mondiale, con la Ferrari gìù dal podio, Alessandro regala nuova emozioni alla paraolimpiadi di Rio con la sua straordinaria forza e voglia di vivere…

Andrea CordovaniAndrea Cordovani

19 set 2016 (Aggiornato il 21 set 2016 alle 10:11)

Street fight. Ce ne sono di diversi tipi. Combattenti che si giocano la vittoria sulla strada. A Singapore, stringendo i denti e anche di più, Nico Rosberg ha resistito ai guai della sua Mercedes rintuzzando i sogni di vittoria di Daniel Ricciardo sempre più minaccioso alle sue spalle, un’ombra sempre più grande, ma anche il miglior alleato per riprendersi la vetta del mondo e portarsi a otto lunghezze da Lewis Hamilton, tornato a inseguire il compagno di squadra dopo un Gp tormentato e terzo alla fine davanti alle due Ferrari di Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel

Street fight. Ce n’è uno che ci sta particolarmente a cuore: Alessandro Zanardi. Un vero combattente con la sua handbike spinta da una straordinaria forza e voglia di vivere. Dopo Londra ha ripetuto l’impresa anche alle paraolimpiadi di Rio. Due medaglie d’oro e una d’argento. Altre meravigliose prestazioni a distanza di quattro anni e con in mezzo la ricorrenza dei 15 anni dl terribile incidente del Lausitzring. Ha raccontato Alex: «Lo sport tradizionale è fatto di miti, di eroi che magari non vedi simili a te, ti sembra quasi che arrivino da un altro pianeta, nello sport paraolimpico riconosci atleti che fanno delle cose meravigliose dopo essere partiti più indietro rispetto alla gente comune, dopo aver dovuto rimontare una sorta di ostacolo che il destino ha imposto loro lungo il cammino della vita. E quindi io credo che sia capace di ispirare ancora di più. Noi siamo circondati da storie bellissime che tutti noi in modo diverso abbiamo evidentemente vissuto nella nostra vita. Ci diamo forza e ispirazione a vicenda». 

Un grande Alessandro Zanardi da Castelmaggiore che intervistato da SkySport ha spiegato: «La differenza tra Londra e Rio è che purtroppo d’argento, oltre alle medaglie, ci sono anche i capelli: me ne stanno spuntando alcuni di troppo. Del futuro non si può dire. Io atleticamente sto ancora molto bene. A Londra facevo la convergenza della mia handbike senza aver bisogno degli occhiali, adesso senza gli occhiali non trovo più neanche il metro dentro la cassetta degli attrezzi. Mi auguro di non aver crolli verticali dalla sera alla mattina che alla mia età sono effettivamente possibili. Qualora questo non dovesse accadere mi interesserà ancora molto fare l’atleta. Ho ancora una fame e una voglia che davvero mi fa sentire un ragazzino. Vedremo. Non escludo che possa essere a Tokyo!». 

Street fight. Nessuno come Alex Zanardi.

 

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