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F1 Hungaroring: circuito tortuoso e impegnativo fisicamente

Quello di Budapest è un tracciato che presenta alcune difficoltà specifiche e differenti rispetto alla media delle altre piste permanenti

F1 Hungaroring: circuito tortuoso e impegnativo fisicamente

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

27 lug 2017 (Aggiornato alle 18:31)

Naturalmente è esagerato paragonare l'Hungaroring ad un circuito cittadino senza muretti, come comunque qualcuno ha fatto per dare un'idea, ma certamente le caratteristiche del tracciato che ospita questo weekend la Formula 1 nei dintorni di Budapest, lo distinguono dalla media delle altre piste permanenti. Soprattutto dalla curva 4 in poi è infatti piuttosto tortuoso e con diverse curve "secche" a gomito o quasi, oltre a presentare una sede decisamente stretta per molto del suo sviluppo, che nel complesso raggiunge i 4.381 metri.

Per questo tra le sue 14 curve totali non ce ne sono molte che si prestano a facilitare i sorpassi, ma proprio le prime due sono tra queste. Questo perché la curva 1 e la curva 2 presentano due staccate impegnative, e non soltanto per la possibilità di aprire l'ala mobile nei rettilinei precedenti. Per quanto riguarda il DRS, ricordiamo che il punto di attivazione è uno solo, appena prima della curva finale, e poi può essere utilizzato due volte, nel rettilineo del traguardo e in quello "raccordato" successivo. Ma non nel pur veloce allungo tra la curva 3 e la 4: la "piega" che si affronta a 300 orari subito prima della staccata di curva 4, suggerisce sia meglio tenere l'ala ben funzionante…

Formula 1 Ungheria, Pirelli: pochi sorpassi e molta strategia

La pista in sé non è molto gravosa sulle gomme, in quanto l'asfalto è abbastanza liscio, pur se alcune curve da "appoggio lungo" e i rettilinei non troppo lunghi con tante staccate forti e "ripartenze" non facilitano. Piuttosto, sommandosi a quest'ultima caratteristica che non lascia raffreddare molto i pneumatici, a preoccupare di più sono le temperature ambientali previste, piuttosto alte. E ciò ha dissuaso la Pirelli a portare le mescole più morbide in assoluto. Per tutti questi motivi, anche il fisico dei piloti sarà messo a dura prova in questa gara.

Le velocità di punta non elevate e la frequenza delle curve portano solitamente a privilegiare la deportanza aerodinamica, nella messa a punto delle monoposto, ma anche il grip "meccanico" non può essere sottovalutato. Molto importante anche la messa a punto dell'apparato frenante specie per quanto riguarda il "lato elettrico" del Kers, perché altrimenti basta gestire le temperature con prese d'aria adeguate. A parte la prima staccata in cui si passa da 320 a 90 km/h circa, in 65 metri, le altre frenate sono meno stressanti anche se frequenti.

Concludendo, rispetto all'anno scorso non sono state apportate modifiche significative: per i piloti quelle più da tenere in considerazione saranno relative ai nuovi doppi cordoli installati all'uscita delle curve 4 e 11. Per il resto si tratta solo di aggiornamenti alle barriere per migliorare la sicurezza.

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