Formula 1 Ungheria: le motivazioni sugli incidenti di Bottas

Formula 1 Ungheria: le motivazioni sugli incidenti di Bottas

Nell'ultima gara a Budapest contatti duri con Vettel e Ricciardo, e dai giudizi dei commissari si capisce una cosa: bisogna dare spazio senza "chiudere" troppo

Maurizio Voltini

31.07.2018 01:21

Abbiamo già parlato dell'intensa gara di Valtteri Bottas nel GP magiaro, riscontrando però allo stesso tempo come alla fine la sua prestazione sia stata viziata da due contatti: prima quello contro Sebastian Vettel al giro 65, poi quello contro Daniel Ricciardo nelle tornate conclusive. Cerchiamo quindi di analizzare meglio i due incidenti e soprattutto capire come questi siano stati "visti e considerati" dal collegio dei commissari di gara.

Vediamo dunque cosa è successo con il tedesco della Ferrari, quando alla conclusione del giro 64 riesce finalmente a farsi sotto in rettilineo. Bottas si difende prendendo l'interno alla successiva staccata di curva 1, ma Vettel non si fa condizionare e sceglie la traiettoria che lo favorisce in uscita, quando Bottas ha anche una scodata per via delle gomme ormai alla frutta che non lo aiutano in trazione. Si arriva così alla sinistrorsa curva 2 con la Ferrari ormai avanti e quasi a centro pista (ma un po' verso sinistra) mentre la Mercedes è appena dietro (questione di centimetri, beninteso) e ha giusto un piccolo corridoio disponibile sul bordo sinistro della pista. Bottas non vuole cedere, ma è in una posizione pessima, non fosse altro perché è su una zona sporchissima di pista, tanto che è ben visibile la polvere che si alza dalle sue ruote.

Bottas non riesce ad entrare davvero su Vettel a inizio staccata, ma la frenata sullo sporco lo "allunga". Inoltre il tentativo di star lontano dalla Ferrari quando imposta la curva, lo fa pure finire sul cordolo interno con ulteriore perdita di aderenza e di compostezza della macchina. Il contatto tra l'avantreno della Mercedes e il retrotreno della Ferrari è a questo punto inevitabile, e c'è mancato davvero un nulla perché uno dei due piloti coinvolti potesse finire la gara lì, se non altro per una possibilissima foratura che invece non si è (quasi incredibilmente) verificata. Così alla fine il danno maggiore (tra quelli visibili, almeno) è stato sulla parte destra dell'ala di Bottas.

Un incidente simile tra gli stessi protagonisti era successo alla partenza in Francia, quando Vettel perse il controllo in frenata e toccò la macchina di Bottas. Fra l'altro in quel caso i due arrivarono alla staccata appaiati, ma la possibilità di frenare più tardi portò Bottas a superare del tutto Vettel, che poi però "rientrò" perché la sua frenata venne disturbata sia dal fondo sporco sia dalle turbolenze generate dalla macchina di Hamilton che lo precedeva. Normalmente, il fatto che in Francia si fosse arrivati alla frenata appaiati e che si trattasse di una situazione di partenza, sarebbero stati elementi attenuanti a favore di Vettel, che invece venne penalizzato di 10 secondi. A Budapest, al contrario, sebbene Bottas partisse da una posizione di "già superato" prima della staccata e non si fosse in una situazione ardua da gestire come il via, non è stato nemmeno messo sotto indagine dai commissari. Perché?

A quanto pare la differenza che può aver fatto da effettiva discriminante è una sola: il fatto che Vettel, sentendosi davanti, abbia tenuto la traiettoria "giusta" verso la corda della curva, chiudendo così Bottas quando è arrivato lungo. Questa possibile lettura - non essendoci stata un'investigazione ufficiale, non vi sono nemmeno le relative motivazioni - viene confermata dal direttore di gara Charlie Whiting interrogato in merito: «Credo che Seb avrebbe dovuto dare un po' più di spazio e che Valtteri avrebbe dovuto frenare un po' prima. Per cui se c'è stato l'incidente è dovuto un po' a entrambi». Insomma, siccome ciascuno dei due piloti avrebbe potuto fare qualcosa da parte sua per evitare il contatto, può essere considerato incidente di gara. «Dal punto di vista regolamentare - aggiunge infatti Whiting - si parla di "incidente di gara" quando nessuno dei due piloti coinvolti può essere considerato interamente o prevalentemente colpevole. È questo il "paletto" che usano i commissari per giudicare». Quindi quando nessuno ha una colpa specifica oppure tutti ne hanno in modo quasi equivalente, non si procede.

A questo punto, con tutta l'arroganza possibile che comporta il voler dire cosa dovrebbe fare a un 4 volte campione del Mondo, tuttavia un piccolo suggerimento a Vettel ci sentiremmo di darlo: caro Seb, per favore, smettila di "stringere" quando pensi che ormai sia tutto ok. Perché purtroppo non è sempre davvero così, c'è sempre in mezzo qualche variabile di troppo (come il pensare di avere un solo avversario all'interno quando invece ce ne sono due) e purtroppo già in passato alcune gare sono andate a meretrici per questo, pur senza una vera colpa. Stavolta è andata bene, ma pensiamo soltanto se la gomma posteriore fosse stata tagliata dall'ala della Williams… Fra l'altro, per curiosità, in quel caso i commissari sarebbero stati più duri con Bottas? «Ci sarebbero state più polemiche, ma non credo sarebbe cambiato nulla - spiega sempre Whiting - perché i commissari valutano l'incidente di per sé, non per le sue conseguenze. Ma è andata come è andata».

Ben diversamente è andata invece nel caso dell'incidente sempre di Bottas ma stavolta con Daniel Ricciardo. Anche in questo si è arrivati (era l'inizio del penultimo giro) alla staccata di curva 1 con Bottas che teneva l'interno, mentre Ricciardo attaccava all'esterno. L'australiano ha fatto una staccata "profonda" delle sue, ma non è riuscito a sopravanzare completamente il finlandese perché anche quest'ultimo ha staccato piuttosto tardi. Il problema è che con le gomme ormai "fruste" e soprattutto l'ala anteriore danneggiata, Bottas è arrivato al bloccaggio, perdendo direzionalità e andando così a colpire piuttosto duramente la fiancata della Red Bull numero 3, che pure aveva girato abbastanza larga.

Ecco, ricollegandoci a quanto già scritto sul caso Vettel-Bottas, è stato questo l'elemento discriminante quando i commissari sono stati chiamati a giudicare: il fatto che Ricciardo avesse lasciato spazio all'interno, per cui se Bottas è andato a colpirlo non è perché non ne aveva. Lo si evince bene anche nel dispositivo scritto dai commissari stessi, dove questo aspetto viene evidenziato subito e ben rimarcato. In più a Bottas non viene data l'attenuante dell'ala danneggiata, perché sapeva bene che lo era (da 5 giri): quindi "tutta colpa sua". Ecco perché in questo caso si è avuta l'investigazione, che ha portato a 10 secondi di penalità a Bottas. Una sanzione comunque ininfluente dato che Ricciardo è stato in grado di superarlo poco dopo salendo 4°, per cui Bottas era ormai già 5° e tale è rimasto (troppo il vantaggio sul 6° Gasly) con entrambi in grado di tagliare il traguardo nonostante le macchine seriamente danneggiate.


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi