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Hamilton, GP Austria: impossibile sfidare Ferrari e Red Bull

La gestione delle temperature della W10 limita le possibilità di Bottas e Hamilton in Austria. I piloti ammettono come sia stato un GP corso per portare la macchina al traguardo. Lewis sollecita soluzioni per le gare calde in arrivo

Hamilton, GP Austria: impossibile sfidare Ferrari e Red Bull
© LAT Images

Visto che bella gara? E che Pirelli? Toto Wolff, nel dopogara del GP d’Austria, quasi si affretta più a sottolineare quanto le gomme 2019 abbiano permesso una corsa combattuta e d’attacco, per gli altri, che non le difficoltà incontrate da Mercedes.

La sottolineatura non è casuale, dopo il tentato ritorno al battistrada 2018, bocciato con un fronte delle squadre spaccato a metà, venerdì.

Mercedes soffre oltre il prevedibile. In gara non è mai in partita e vede interrompersi la striscia di vittorie consecutive insieme all’ambizione di eguagliare il primato McLaren 1988. Una domenica di “riposo”, spettatori della contesa Leclerc-Verstappen.

PEGGIO DEL PREVISTO

“Credo abbiamo ottenuto il massimo possibile, oggi. Ci aspettavamo una gara insidiosa ma si è rivelata ancor più difficile del previsto.

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Abbiamo dovuto fare molto lift and coast e non potevamo utilizzare tutte le mappature del motore per evitarne il surriscaldamento. Ho dovuto gestire le temperature per gran parte della gara e ha reso sia attaccare che difendersi molto difficile”, spiega Bottas.

Tutta colpa delle temperature, insomma. Costretti a gestire l’equilibrio della power unit e non poter approfittare di un passo che, a dire di Hamilton, non era poi male: “Non è stata la giornata più semplice, sapevamo già prima di iniziare la gara che avremmo potuto incorrere in problemi.

Il surriscaldamento si è dimostrato essere un gran problema, penso avessimo un buon passo, la macchina la sentivo bene, però non potevo correre per il surriscaldamento. Sembra sia stato un limite della nostra macchina e gli altri non hanno sofferto quanto noi.

SOLUZIONI CERCASI

Quei ragazzi davanti (Ferrari e Red Bull; ndr) spingevano a tutta ovunque e non potevano assolutamente fare altrettanto, quando devi fare 400-600 metri di lift and coast… Da anni fatichiamo qui, non capisco davvero perché non ci siamo preparati in particolare per questa gara, abbiamo problemi con le temperature e oggi si è visto il peggio”.

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Con questi timori dichiarati, attenzione al Gran Premio d’Ungheria. Non ha facilitato le cose a Lewis Hamilton il continuo saltare oltre il cordolo di curva 1, passaggi che hanno danneggiato la parte inferiore dell’ala anteriore e costretto a un lungo pit-stop (11”) per la sostituzione. Pit effettuato cercando un over-cut su Bottas non concretizzatosi.

Si riparte subito con Silverstone, terreno buono sul quale tornare a volare e far valere i punti di forza della W10. Con un occhio in particolare da tenere su una Ferrari in crescita dopo gli affinamenti aerodinamici introdotti all’anteriore in Austria e, una Red Bull, che guadagna slancio dalla vittoria di domenica.

WOLFF, SVELATO IL TALLONE D'ACHILLE

Gestione termica sulla quale, Mercedes, già in Canada aveva ricevuto un campanello d’allarme, rimediando in gara con un’apertura maggiore degli sfoghi accanto al cockpit di Hamilton e trovando magicamente nuova linfa per spingere nella seconda parte di gara.

“Avevamo detto prima della gara come le alte temperature sarebbero state una sfida enorme per noi e si è rivelato vero.

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Il nostro tallone d’Achille è stato svelato, entrambi i piloti hanno sofferto di surriscaldamento, abbiamo dovuto aprire la carrozzeria il più possibile, abbassare il motore e fare per lunghi tratti lift and coast. Non potevamo davvero gareggiare contro gli altri, né attaccare né difenderci, abbiamo solo provato a sopravvivere e raffreddare la macchina adeguatamente”, dice Toto Wolff.

“E’ chiaro che dobbiamo risolvere i nostri problemi di raffreddamento nelle calde gare europee in arrivo”.

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