Ricciardo: "Una persona sola non fa la differenza"

Ricciardo: "Una persona sola non fa la differenza"

Il team Renault non ha presentato la monoposto 2020, ma Ricciardo non fa drammi e carica la squadra invocando il lavoro di gruppo per raggiungere gli obiettivi

Daniele Sgorbini

12.02.2020 17:45

Il palco in fondo all'Atelier Renault, al civico 53 degli Champs-Élysées, non strizza certo l'occhio alla tradizionale grandeur francese. Una fila di sedie, la maquette di un motore in un angolo, lo schermo a far da sfondo. Si nota subito l'assenza della vettura: la nuova R.S. 20 è la grande assente di una presentazione che alla fine tale non è stata. Il programma iniziale era quello di mostrare al mondo l'ultima nata della scuderia di Enstone, chiamata a risalire la china dopo una stagione che non ha evidentemente mantenuto le aspettative, ma le cose sono andate diversamente. 

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Non era previsto che la vettura non ci fosse e anche se il management della squadra anglo-francese non ha fatto drammi - “Fisicamente l'auto nuova non è ancora pronta – ha spiegato Cyril Abiteboul - E piuttosto che portare qui un manichino abbiamo preferito fare così. la mostreremo ai test di Barcellona della prossima settimana”. E' chiaro che qualcosa non è andato esattamente secondo i piani. Del resto sull'asse Enstone-Viry-Châtillon si sta lavorando davvero a tappe forzate, sia per la stagione ormai alle porte, sia soprattutto per il 2021, quando la rivoluzione tecnica obbligherà tutte le squadre a ripartire dal classifico foglio bianco, dando l'opportunità a chi è rimasto indietro di recuperare il gap. 

Differenze visibili tra R.S.20 e R.S.19

Già, ma intanto cosa è lecito aspettarsi per il 2020? La vettura si è capito, sarà un'evoluzione e non una rivoluzione, anche se Alain Prost, a riflettori spenti, ha assicurato che le differenze saranno visibili a occhio nudo. Basteranno i dettagli per permettere a Daniel Ricciardo ed Esteban Ocon di fare bene? L'australiano è all'ultimo anno di contratto e avrà il coltello tra i denti per confermarsi come uno dei top driver in vista del probabile valzer di sedili che arriverà a fine stagione, il giovane francese invece vuol dimostrare – al suo rientro dopo un anno di panchina alla Mercedes – di valere quanto Verstappen e Leclerc che nel frattempo hanno preso il volo. 

A livello di squadra il quarto posto, perso nel 2019 a favore della McLaren, è l'obiettivo minimo irrinunciabile, ma è anche quello realisticamente massimo a cui puntare. Ancora Abiteboul: “Il 2020 è un anno chiave per diversi aspetti, sia per la finalizzazione di alcuni accordi in essere, sia perché dobbiamo preparare la prossima stagione in cui dovremo ripartire da zero. Dobbiamo essere realisti e tenere conto dei nostri limiti della scorsa stagione, pertanto credo che l'obiettivo di finire al 4. posto nel Costruttori sia l'unico davvero alla nostra portata. Ma allo stesso tempo, dobbiamo fare di tutto per centrarlo”. 

La convivenza ta Ocon e Ricciardo

Nessuna dichiarazione di guerra dunque, né da parte del management né da parte dei piloti. Daniel Ricciardo, ripensando alla sua prima stagione nel team e al ruolo che ha dovuto giocare, è stato molto chiaro: “Se ho sentito e se sento una responsabilità particolare? È una buona domanda, che richiede un'analisi un po' più approfondita. Tutti noi abbiamo cercato di ottenere dei risultati, ma la realtà è che non siamo stati perfetti. Una persona sola non fa la differenza, la Formula 1 è uno sport di squadra. Da parte mia ho sempre cercato di stimolare la squadra ma con un atteggiamento positivo, senza cercare di trasmettere frustrazione”. 

Come andrà nel 2020 la convivenza con Ocon? Si ripeterà un copione simile a quanto visto l'anno passato tra Vettel e Leclerc? Molto dipenderà da quanto sarà realmente competitiva la R.S. 20, ma anche il ventitreenne pilota francese per ora preferisce mantenere un profilo basso: “Lavorare con un compagno come Daniel sarà sicuramente uno stimolo e un'opportunità per migliorare. Se ripenso al fatto che in Formula 3 ho battuto Verstappen? No, era un'altra categoria, un altro momento, un'altra situazione. Inutile fare paragoni”.

Niente grandeur dunque, ma tanta concretezza. Anche per Alain Prost, pure lui presente a Parigi per dare il la alla stagione entrante: “Questo (riferendosi agli Champs-Élysées, ndr) è un luogo emblematico per la storia francese e per le nostre vittorie, nello sport e non solo. Spero che in futuro possa toccare anche a noi festeggiare qui, ma so bene quanto sia difficile costruire un team vincente nella F1 attuale”.  


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