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Gp 70° anniversario, Leclerc: "Non sono razzista"

Il monegasco, che prima dei Gp non si inchina, ha voluto chiarire il suo punto di vista specificando di non essere assolutamente razzista

Gp 70° anniversario, Leclerc: "Non sono razzista"
© 2020 Pool

Un giovedì pre gara che si trasforma in un chiarimento sul suo punto di vista riguardo al razzismo. Non si è parlato di corse nella conferenza stampa di Charles Leclerc, ma prevalentemente di razzismo, con il monegasco che ha chiarito, una volta per tutte, che lui è contro la discriminazione, in ogni sua forma.

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Massimo rispetto per tutti

Leclerc ci ha tenuto a ribadirlo, dal momento che il suo non inchinarsi prima dei Gp aveva alimentato polemiche sui social. Il monegasco ha spiegato: "È davvero molto triste vedere come qualcuno ancora strumentalizzi le mie parole per tirare fuori qualche titolo che mi fa passare come una persona razzista. Non lo sono, odio assolutamente il razzismo, che è una cosa disgustosa. Non dovete mettermi al pari di quegli individui rivoltanti che discriminano gli altri sulla base del colore della pelle, della religione oppure del genere. Non sono uno di loro, non lo sarò mai, ho sempre portato rispetto a chiunque e questa dovrebbe essere la normalità oggi. Dico a chi usa la mia immagine per promuovere idee sbagliate di smetterla per cortesia. Non sono un uomo di politica e non voglio essere coinvolto in queste cose“.

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L'esempio degli altri sport

Charles ha proseguito prendendo esempio da altri sport riguardo al "Black Lives Matter": "Voglio solo pensare che stiamo facendo qualcosa e che siamo tutti insieme, questa è la cosa più importante. Se guardiamo gli altri sport, molti sport hanno la scritta 'Black Lives Matter', spesso quando guardo le squadre di calcio, tutte le squadre, non importa la nazionalità, tutti quanti si inginocchiano. Ma se guardiamo il basket alcuni non lo fanno, vediamo che alcuni non lo fanno nemmeno nel baseball, ma questo non significa che non siano uniti. E' una scelta personale, non puoi forzare le persone a fare le cose. Penso sia un periodo in cui possiamo continuare ad educarci ed aiutare le persone a capire cosa significhi quel simbolo. Perché penso che ci siano molte persone che non lo sappiamo davvero cosa significhi e penso che sia qualcosa che tutti impareremo".

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