Carey, calendario 2021 verso la normalità. Domenicali l'insider che serviva

Carey, calendario 2021 verso la normalità. Domenicali l'insider che serviva© sutton-images

L'a.d. della F1 vive gli ultimi mesi a capo dello sport. Parla del calendario 2021, l'obiettivo di tornare a uno sport globale. E in Domenicali vede la figura giusta per proseguire sulle fondamenta gettate dall'outsider Carey

Fabiano Polimeni

14.10.2020 ( Aggiornata il 14.10.2020 12:58 )

Verso un 2021 di “normalità”, perlomeno nelle intenzioni di una Formula 1 che con la sua bolla ha navigato nella tempesta del Covid-19 riportando meno danni – leggi casi di positività al Sars-CoV-2 – che in altri sport internazionali. Chase Carey parla di calendario che sarà e della futura guida a capo del Circus, di Stefano Domenicali che è l’uomo giusto per scrivere la nuova fase della gestione Liberty Media dello sport.

Americhe e Asia essenziali F1

Calendario, in ritardo ovviamente con gli annunci, perché la situazione è complessa e le incognite legate al coronavirus massime. “Penso che nel 2021 sarà un calendario un po’ simile a quello che avevamo programmato per quest’anno. Siamo uno sport globale e quest’anno la realtà è che non abbiamo avuto uno sport globale, correndo ampiamentenell’area europea. Vogliamo tornare ad avere gare in America, in Asia, è importante per noi che sia uno sport globale.

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Le piste storiche europee sono importanti ma sarà più bilanciato su uno sport globale nel calendario 2021”, spiega a Beyond The Grid commentando la possibilità che certe new entry restino anche in futuro: “A questo punto siamo piuttosto vicini ad avere un calendario 2021, ci sono un paio di problemi da risolvere, siamo un po’ in ritardo è chiaro per i problemi vissuti nel 2020. Pianifichiamo un calendario 2021 che sembri come un calendario normale, abbiamo in programma di avere il pubblico, gare, qualcosa che si avvicini alla normalità”.

A volte serve un outsider

Dal prossimo gennaio, al vertice della F1 andrà Stefano Domenicali. Per Chase Carey un avvicendamento dopo tre anni pieni, nei quali il Patto della Concordia firmato da tutte le squadre e la definizione di un calendario 2020 possono considerarsi i punti di maggior successo dell’operato del manager statunitense.

Un outsider che lascerà nelle mani di chi, più insider, non potrebbe esserlo. Team principal e direttore sportivo, con la FIA ha vissuto le corse dal punto di vista del legislatore – strutturando un percorso razionalizzato nelle serie minori in monoposto: dalla F4 alla F2 –, conosce la prospettiva delle case automobilistiche e i limiti dell’appeal della Formula 1.

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“Ho avuto il privilegio di conoscere Stefano, presiede la Commissione monoposto della FIA e ovviamente conosce molti degli attori dello sport, mi ha preceduto ma sicuramente ha un curriculum nello sport che parla da sé.

Io sono arrivato come un outsider e penso ci sia una sua importanza, perché sentivamo servisse un importante cambiamento e una prospettiva fresca. Procedendo in futuro sentivamo che era giusto volere qualcuno che possa mantenere lo slancio e continuare a costruire su quel che pensiamo d’aver posto quali fondamenta per la crescita dello sport”, spiega Carey.

Una sedia nell'occhio del ciclone

Non avrà certo bisogno di una fase di adattamento, essendo stato parte della Formula 1 per tantissimi anni, Domenicali: “Stefano porta anche una personalità unica, di qualcuno che ha un grande rispetto. A volte in questo ruolo ho sentito come se fossi nell’occhio del ciclone, con tanti partner che girano intorno e penso lui porti una personalità equilibrata in grado di navigare tepi hce possono portare situazioni molto confuse”.

Una F1 migliore per i tifosi l'obiettivo assoluto

Un’unica offerta avanzata da Liberty Media, all’indirizzo di Domenicali, pur avendo esaminato anche altri nomi, papabili a.d. della F1. Non parla di Toto Wolff, del veto posto dalla Ferrari, Carey. Piuttosto, indica le priorità che dovrà curare Domenicali:Si tratta sempre di continuare a migliorare lo sport in pista, la competizione, l’azione; dare una chance ai protagonisti di secondo piano di poter vincere, renderlo un business più in salute per le squadre, perché tutto si fonda intorno a questo.

A parte ciò, c’è l’equilibrio tra breve e lungo termine; nel lungo ci sono le sfide della sostenibilità, la prossima generazione di motori per uno sport come questo dove è importante proseguire a costruire su questo punto e creare una più vasta visione di lungo periodo che ci permetta di continuare a crescere e cogliere le opportunità.

Le fondamenta sono tutte sull’avere un grande sport in pista, che dia ai tifosi quel che vogliono e lo faccia con una visione non solo di breve periodo ma di lungo termine, su dove si dirige e quali saranno gli aspetti che lo definiranno”.


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