GP Portogallo, i 5 temi del fine settimana a Portimao

GP Portogallo, i 5 temi del fine settimana a Portimao© Getty Images

Hamilton, che numeri. La Ferrari migliora, Kimi invece fa la storia. Mentre in casa Red Bull...

26.10.2020 ( Aggiornata il 26.10.2020 11:40 )

Numeri


L'unica cosa "negativa" di questo record, in definitiva, è che era annunciato da tempo. Non può e non deve essere un problema, ci mancherebbe, e non può essere una colpa per Lewis Hamilton. Uno troppo forte e troppo superiore a tutti gli altri, in volo verso numeri che sembravano inimmaginabili. Il circuito di Portimao, alla sua prima apparizione in calendario, ha fatto in tempo a finire subito nei libri di storia: si racconterà che è stato qui, in Algarve, che Lewis Hamilton è diventato il pilota più vincente di sempre in solitaria. Chissà se, e quando, verranno battuti questi numeri che miglioreranno ancora, con una Mercedes ed un pilota così. La W11 è una categoria a parte rispetto alle altre, e su questo non ci piove; ieri però Lewis ha spiegato perché su 12 gare lui ne abbia vinte 8 e Bottas solamente 2. Questione non solo di velocità, ma anche di sensibilità con la vettura.

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Bottas è stato superiore solo per una manciata di giri, quelli all'inizio con pista umida, quando Lewis ha preferito alzare il piede. Poi ha fatto un po' di lift and coast per essere sicuro di arrivare alla fine con la benzina, quindi ha attaccato. E non c'è stato scampo per Valtteri, andato in pappa quando gestire le gomme è diventata la vera sfida della domenica. Ha provato a chiedere le morbide per il finale, alla Mercedes non lo hanno ascoltato ma per dei motivi validi: primo la soft non dava assolutamente garanzie, secondo era inutile prendersi dei rischi con una doppietta in vista. A fine gara, Bottas ha poi ammesso che molto probabilmente non sarebbe cambiato nulla. Quello che gli sarebbe servito, a Bottas sarebbe stata l'alchimia perfetta che Lewis era riuscito a trovare tra macchina e gomma. Poi, al solito, l'inglese non si è risparmiato i lamenti, parlava di crampi ma al tempo stesso abbassava il miglior crono sul giro (simpatico Lewis: che para...). Una bellissima immagine è stata quella a fine gara, con papà Anthony, visibilmente emozionato. Occhi lucidi ripensando ai primi momenti, quelli più difficili, quelli in cui il doppio lavoro bastava a stento a pagare al piccolo Lewis kart, benzina e gomme per le prime competizioni da bambino. Speravano che tutti quei sacrifici un giorno potessero venire ripagati, di sicuro non si aspettavano che sarebbe andata così bene.

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