Per la prima volta dall'inizio dell'era ibrida Verstappen e la Red Bull si ritrovano in vetta al mondiale, mentre l'amarezza Ferrari è mitigata dalla prestazione dell SF21. Sorrisi per Vettel e Giovinazzi
L'analisi emotiva e dei risultati non deve oscurare l'analisi più importante, quella cronometrica e prestazionale. La quale è anche la nota più lieta per la Ferrari di tutto il fine settimana del Gran Premio di Monaco. Il quale resta un appuntamento molto particolare per svariati motivi, e pur essendo un unicum in calendario permette di portarsi qualcosa dietro. Andando con ordine, quello di Montecarlo è un tracciato dove il motore conta relativamente: ci sono ben pochi allunghi, la percentuale di tempo a gas spalancato è molto inferiore rispetto alla media stagionale. E questo favorisce chi, come la Rossa, ha problemi di potenza e velocità di punta. In pratica, Monaco aiuta a mascherare deficit di cavalli, ulteriormente superabili con una strategia oculata in fatto di erogazione. A Montecarlo la chiave è la coppia, non la potenza pura, per spunti più brillanti a bassi regimi, con conseguenti guadagni in termini di tempo in uscita dalle curve. Nel Principato, il Cavallino ha trovato conferma dei buoni segnali raccolti nel terzo settore di Barcellona, dove la trazione fa la differenza. Essendoci poi curve con velocità di percorrenza piuttosto basse, l'aspetto meccanico è più importante di quello aerodinamico, ed in questo senso la Ferrari è stata superiore alla McLaren, la vera rivale del 2021. Lo ha ammesso anche Mattia Binotto: alla SF21 manca ancora qualcosa nei curvoni veloci, dove il carico assoluto conta di più, ma nelle curve lente la Rossa si trova più che a suo agio. Cosa dimostrata alla grande in Costa Azzurra, dove il Cavallino, per il modo di affrontare le curve, ha dato dimostrazione di disporre di un gruppo sospensivo degno di nota, utile non solo per avere la massima precisione nei tratti tortuosi ma anche per trasmettere la giusta energia alle gomme, un altro aspetto fondamentale: far entrare i pneumatici immediatamente nella corretta finestra di utilizzo fa al differenza nel giro secco e nel primo giro dopo il pit-stop, e garantisce un buon utilizzo del pneumatico in maniera immediata. Lo stesso Hamilton, nel giovedì delle libere, aveva sottolineato questo aspetto sulla Ferrari. Poi, serve una cosa che neanche gli ingegneri possono prevedere, cioè il livello di fiducia che il pilota ha nella macchina. Anche in questo senso, le note sono state positive: sia Leclerc che Sainz sin dalle prime libere hanno apprezzato la risposta della SF21, la cui competitività a Montecarlo non è mai stata messa in dubbio sin dal primo giro del giovedì mattina. Leclerc è stato mostruoso nel secondo settore in qualifica, segno di un'alchimia perfetta con la monoposto. Con queste premesse, non aver vinto fa male, anche perché s trattava forse dell'occasione più ghiotta per vincere una gara quest'anno, almeno in una domenica “normale”. Sulla carta, la pista più vicina a Monaco per le sue caratteristiche è Budapest, in data 1 agosto: vincere prima dell'Ungheria non sarà facile, ma magari, qualche occasione, ci sarà.
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