GP Monaco: la gara in 5 punti

GP Monaco: la gara in 5 punti© Getty Images

Per la prima volta dall'inizio dell'era ibrida Verstappen e la Red Bull si ritrovano in vetta al mondiale, mentre l'amarezza Ferrari è mitigata dalla prestazione dell SF21. Sorrisi per Vettel e Giovinazzi

24.05.2021 ( Aggiornata il 24.05.2021 15:55 )

Rischiatutto

Mike Bongiorno con il suo telequiz ha smesso di andare in onda quasi 50 anni fa, eppure il termine “Rischiatutto” in casi come questi è fin troppo facile da recuperare. La Ferrari che raccoglie il primo podio stagionale, è anche la stessa Ferrari che si mangia le mani fino ai gomiti per un'occasione che lascia un'amarezza in bocca di quelle stucchevoli, pesanti. Mattia Binotto nelle interviste post gara galleggiava tra la soddisfazione di un 2° posto con il pilota da lui fortemente voluto e la delusione dell'altro che, nella gara di casa, prosegue in una maledizione che non ha precedenti. Dalle 16 di sabato, orario indicativo del botto di Leclerc, fino alle 14.30 circa del giorno dopo il tifoso ferrarista ha vissuto in un limbo di speranza ed agitazione finito nel peggiore dei modi. C'erano state un paio d'ore scarse di rasserenazione, quando la Rossa, al termine della domenica mattina, aveva comunicato che Charles sarebbe partito regolarmente dalla pole position che gli spettava. C'è un problema, però, in questa F1: cioè che tra le qualifiche e la corsa, nessuno può più percorrere un metro in pista. E senza alcuna prova, diventa difficile valutare gli eventuali danni di un botto occorso proprio nelle battute finali delle qualifiche. Si può controllare il telaio (che non aveva danni), si possono controllare tante componenti ma non “aprire” quelle sigillate. Dopo i controlli qualitativi di routine, un momento importante era quello dell'avviamento del motore: è da lì che si vedono eventuali perdite di olio o di liquidi. Non se ne sono viste, nel box della Rossa numero 16, ma è bastato poco perché le prime sollecitazioni della pista evidenziassero che qualcosa non andava. Pur se aggrappati alla speranza, al box hanno capito che le mani sul casco di Leclerc valevano quanto una condanna, al pari del rumore sordo che arrivava dalla vettura. Tutto finito ancor prima di cominciare. Era meglio prendersi il rischio di partire primi ma con una spada di Damocle che pendeva sulla testa, oppure partire sesti e rassegnarsi ad una corsa anonima in maniera quasi scontata? Facile fare gli ingegneri del lunedì e dire che, con il senno di poi, era meglio raccogliere qualche punto in più piuttosto che farsi ingolosire dalla miglior occasione possibile di vincere un GP quest'anno. Il fatto però che il problema si sia verificato subito, e non a gara iniziata, ha fatto pensare che effettivamente la situazione fosse già di suo molto, molto precaria. Un conto è iniziare e sperare di arrivare in fondo, un altro non cominciare neanche, come se il danno fosse fin troppo evidente per non accorgersene. Il fatto è proprio questo: poteva la Ferrari prevederlo? Pur non escludendo che il guasto tra mozzo e semiasse sinistro fosse collegato al crash del sabato, Mattia Binotto non lo ha confermato: serviranno analisi più approfondite in quel di Maranello, perché il guaio si è verificato dal lato opposto a quello dell'incidente. Il che vuol dire tutto e niente, perché tra forze e vibrazioni dello scontro non è strano risentire sulla vettura le conseguenze di un incidente avvenuto sul lato opposto. Ciò che resta, come sempre, sono i risultati: e la Ferrari ha portato a casa 18 punti contro i 15 della McLaren, la diretta concorrente per il 3° posto nella classifica Costruttori. Su una pista del genere, con prestazioni del genere, il disagio è soprattutto questo: aver guadagnato solamente 3 punti rispetto ai rivali di Woking.


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