Sebbene lo stress non sia molto elevato, le gomme sono soggette a continui carichi laterali, elevati. Il gran caldo è un fattore storicamente da tenere in considerazione nel GP d'Ungheria, che però potrebbe essere caratterizzato dalla pioggia
Budapest, poi tutti in vacanza. La Formula 1 è all'ultimo round prima della pausa estiva, un GP d'Ungheria che per tradizione vuol dire gara "calda", temperature elevate e strategie sulle gomme aperte, al singolo pit-stop come alla tattica di due stop.
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A 12 mesi di distanza dal via in condizioni di pista umida, davanti si prospetta un week end ad alto tasso di incertezza meteo. Il rischio pioggia accompagna, a oggi, tutte le tre giornate, tuttavia con temperature ambientali particolarmente alte, nell'ordine dei 31° C.
E il fattore è destinato ad avere una ricaduta diretta sulla gestione delle gomme, in particolare della mescola C4, morbida, affiancata dalla C3 e C2. Medesima allocazione di un anno fa, la differenza è nella costruzione delle gomme posteriori modificata, già introdotta a Silverstone. Rispetto all'ultimo GP sono molto molto diverse le sfide tecniche del circuito e, di conseguenza, cambiano le pressioni minime di gonfiaggio, "basse" per l'occasione con i 19 psi anteriori e 18 psi posteriori.
Che pista è l'Hungaroring, in calendario dal 1986? Tortuosa, un continuo inserire la monoposto in curva. Un kartodromo che, negli anni - specialmente con le generazioni recenti di monoposto - si caratterizza per curve decisamente rapide nei cambi di direzione. Avviene in tutto il secondo settore.
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La posizione di partenza resta un fattore chiave per le ambizioni in gara, quindi la qualifica diventerà cruciale. Sul fronte gomme, la pista non è particolarmente impegnativa, lo stress è classificato 3 su 5 nelle valutazioni Pirelli.
È il rischio di temperature ambientali molto elevate, con un asfalto che facilmente può superare i 50° C, a creare un problema di degrado termico sul composto più morbido. Pista da alto carico aerodinamico, ha valori di abrasività dell'asfalto ridotti, come bassa è l'intensità delle frenate. Piuttosto alti i carichi laterali sulle gomme, frutto del secondo settore con veloci esse ma anche dei tornantoni nel primo e terzo settore, lunghi appoggi a scaricare energia sulle gomme.
"Per quanto riguarda i pneumatici, non ci aspettiamo particolari sorprese dall'Hungaroring, che è sempre stato una tappa fissa in calendario e che sancisce la fine della prima metà di stagione. Le caratteristiche peculiari della pista sono le curve strette in rapida successione e l'assenza di lunghi rettilinei per raffreddare le gomme, oltre alle temperature solitamente elevate", spiega Mario Isola.
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"Questo rende il circuito effettivamente più impegnativo per i pneumatici di quanto potrebbe inizialmente apparire perciò, soprattutto con la soft, è possibile che sia richiesto un certo grado di gestione. Di conseguenza, la strategia migliore non è così ovvia e soluzioni differenti possono portare a ottenere tempi di gara simili nel complesso, a seconda delle circostanze individuali di gara. Ecco perché all'Hungaroring abbiamo spesso assistito a corse avvincenti dal punto di vista tattico, con il risultato finale in forse fino all'ultimo e ingegneri chiamati a una grande sfida".
Dopo il GP, Ferrari, McLaren e Mercedes resteranno in pista con una monoposto a testa per effettuare il programma di test previsto da Pirelli sulle gomme 18 pollici, nelle giornate di martedì e mercoledì.
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