GP Arabia Saudita: i top e flop

Flop

Lewis Hamilton

Non lo direste mai, eppure Lewis Hamilton ha cominciato il suo 2022 con due record in due gare. Con il podio di Sakhir è diventato il primo pilota a salire sul podio per 16 stagioni consecutive, in Arabia Saudita invece, alla sua 180° partecipazione con i colori Mercedes, è diventato il pilota ad aver corso il maggior numero di gare con la stessa squadra, superando le 179 presenze di Michael Schumacher con la Ferrari. Eppure, c'è ben poco da festeggiare: la W13 non va, Lewis al sabato si è complicato la vita con un giro non all'altezza nemmeno del Q2 (colpe evidenti dell'assetto, va detto) ed in gara ha potuto fare poco. Se dal box fossero stati più lesti, Hammer avrebbe potuto fermarsi subito prima della chiusura della pitlane e questo gli avrebbe garantito qualche posizione guadagnata in più; ed invece, non colto l'attimo, la sosta tardiva lo ha ricacciato indietro. Altri tempi quando poteva rimontare anche dalle ultime file: stavolta invece c'è stato poco da fare. Perché è vero che Lewis al sabato si era classificato 16°, ma alla fine è quasi irrisorio parlare di rimonta: Schumacher non è partito mentre Ricciardo, Alonso e Bottas si sono ritirati ed erano tutti piloti che partivano davanti ad Hammer. Alla fine, dunque, le vere posizioni conquistate sono state appena due. Forse anche meno di quanto avrebbe potuto fare, visto che poco prima della safety car il 44 qualche sorpasso lo aveva fatto. L'inizio da incubo è certificato dai numeri: appena 16 punti nei primi 2 GP, come non gli era mai acaduto da quando è stato introdotto l'attuale sistema di punteggio, e bisogna ritornare al 2009 (squalifica in Australia e 7° posto in Malesia) per un inizio così deficitario. Dopo quello del 2009, questo è il peggior avvio in una stagione per Hamilton: e se non fosse stato squalificato a Melbourne 2009, parleremmo addirittura del peggior inizio di sempre in termini di punti. Che tutto questo significhi qualcosa?

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Guanyu Zhou

Il passo, tutto sommato, c'era: solo che è stato pessimo tutto il resto. Malissimo al via, con problemi simili al Bahrain, poi un contatto in curva 1 a far entrare l'antistallo ed a costringerlo a scendere fino all'ultima posizione. Da lì è partita una domenica che per Zhou si è messa ulteriormente in salita quando i commissari, dopo il suo sorpasso oltre la riga bianca in curva 1 su Albon, gli hanno assegnato 5” di penalità per non aver restituito la posizione. Entrato ai box, il cinese ha scontato la penalità, ma per i giudici non è stato sufficiente: nei 5” di fermo la vettura non deve essere toccata, ed anche il solo “sollevare” la monoposto è considerato un intervento sulla macchina. Da qui la penalità è passata ad essere un drive through, scontato al giro 27. A quel punto, Zhou è tornato in fondo e non è riuscito a riprendere la zona punti, anche se l'ottimo passo della C42 gli ha permesso di risalire fino all'11° posto. Chiudere in top ten sarebbe stata alquanto incredibile dopo una corsa così ricca di complicazioni.

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Nicholas Latifi

Talmente male che peggio non si può. A muro in qualifica, a muro in gara: urge ritrovare serenità dopo un inizio di campionato paurosamente complicato per lui. Troppi errori, e come ad Abu Dhabi decisivi: Perez ha detto che sono le corse ed è vero, ma sta finendo in barriera un po' troppe volte. Alexander Albon, che pure si è fatto un anno da panchinaro, ci ha messo un niente a prendergli le misure. Errori vecchi di un pilota che forse sperava di trovare una realtà diversa, ma la sostanza delle cose non cambia: troppi incidenti.

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La classifica Costruttori

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