GP Miami: i 5 temi del fine settimana

GP Miami: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Una corsa fisicamente molto dura per tutti i piloti ha premiato Verstappen e la gestione delle gomme della sua Red Bull, sotto questo punto di vista superiore alla Ferrari, mentre dal fondo sono rinvenuti alla grande Ocon ed Albon

09.05.2022 ( Aggiornata il 09.05.2022 12:11 )

Tre su tre

No, il titolo non è un errore. Piuttosto, è un'evidenza che dalle parti di Maranello qualche preoccupazione dovrebbe darla. Legittima, pur se da non accompagnare ad inutili isterismi. L'evidenza è che quando Max Verstappen e la Red Bull concludono una gara, nel 2022, poi la vincono. Jeddah, Imola, Miami: per la prima volta in stagione l'olandese è passato davanti nel computo del numero di vittorie stagionali. Ma non è ancora davanti in classifica, colpa appunto di quelle due gare su cinque finite con un ritiro. Sono quelle che stanno facendo la differenza, per adesso; sarebbe bastato un piazzamento, anche in una sola occasione delle due, per dare un volto diverso alle classifiche iridate. Ma ormai Sakhir e Melbourne sono già storia, perché la F1 corre veloce e piangere sul latte versato non serve a niente. Ora c'è da correre veloci negli sviluppi da introdurre a Barcellona, pista valida come cartina tornasole per tirare le somme di una primissima parte di un mondiale che promette di essere lunghissimo. Quelli sviluppi che la Red Bull, a poco a poco, ha già portato: e se la RB18 ha parzialmente raddrizzato una situazione di inferiorità apparsa nei primi tre GP, forse è proprio per quei pezzi che la Rossa ha deciso di portare solo in Spagna.

Tra Ferrari e Red Bull oggi c'è un equilibrio molto sottile, che dipende da tanti fattori (tipo di pista, condizioni ambientali, non ultimo la qualità di chi è alla guida), e che si fa fatica a quantificare; Binotto ha parlato di due decimi a vantaggio a favore di Milton Keynes, valutazione come prevedibile immediatamente rispedita al mittente da parte di Christian Horner. Della serie: non era solo Toto Wolff, a rifuggire le condizioni di favorito, quando davanti c'era lui.

Miami era una pista con tante incognite, ma la differenza, nella domenica della Florida, l'ha fatta la gestione delle gomme. La pioggia nella notte americana aveva “lavato” la pista, riportandola in una condizione di aderenza simile a quella del venerdì; sulla carta questo sarebbe dovuto essere un vantaggio per la Ferrari, che rispetto alla Red Bull disponeva di un carico un po' più elevato. Così non è stato, anzi si è vista una differenza, con la mescola media, che non si era vista per tutto il fine settimana. Qui entrano in ballo vari fattori, compreso quello dell'interpretazione in macchina: Verstappen nei primissimi chilometri ha “protetto” di più l'anteriore destra, una lettura ben studiata con il team, dal momento che Horner a fine gara ha proprio detto “la nostra tattica nei primi giri era quella di badare all'anteriore destra”. Le corse si vincono anche così, nel saper prevedere prima e meglio le varie situazioni. Poi, con gomma dura, le prestazioni erano simili tra F1-75 ed RB18: solo che nel mezzo c'erano più di 7”, vale a dire un divario che senza safety car sarebbe stato un cuscinetto di totale sicurezza per Verstappen. Un distacco salito così in alto anche perché Leclerc, nonostante l'undercut, aveva perso ulteriormente terreno dopo il sorpasso: a fare la differenza il giro d'uscita dopo le rispettive soste, con Charles più guardingo nello spingere subito, sia per una gomma non ancora in temperatura sia per non forzare subito e rischiare nuovamente del graining. Questione di sensibilità al volante, anche in quel caso. Proprio come nel finale, quando le velocità di punta hanno messo Max al riparo dagli attacchi del monegasco. E così, 3-2 Red Bull: da Miami è tutto.

Verstappen: "Gara molto fisica, ma che spettacolo!"

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