GP Monaco: i top e flop

GP Monaco: i top e flop© Getty Images

Un Perez in trionfo non oscura le buone prestazioni di Russell e Norris, mentre la Ferrari fa cilecca con le strategie e Schumacher finisce di nuovo a muro

30.05.2022 ( Aggiornata il 30.05.2022 13:39 )

TOP

Sergio Perez

Chiamatela la rivincita dei gregari, che nello sport ed in generale nella vita ha sempre un suo perché. Piuttosto, adesso è sbagliato chiamare lui gregario, perché la classifica parla chiaro: 125 punti Verstappen, 116 Leclerc, 110 lui. Abbastanza per non escluderlo a priori, anche se sarebbe clamoroso, in una Red Bull “Verstappen-centrica”, vedere l'altra macchina in lotta per la torta intera e non solo per qualche fetta. Sta provando a ribaltare una gerarchia che sembrava già scritta dal palmarès, dall'età, dalla percezione comune e dal talento innato che l'altro, Max, ha sempre mostrato di avere. Ed invece, a Monaco, si è assistito ad un qualcosa che nel box Red Bull non vedevano da almeno quattro anni: Max in affanno rispetto all'altra macchina, ad inseguire, ad annaspare per tenere il ritmo dell'altro, pur mettendoci il massimo dell'impegno e tutto il suo immenso talento. Ma niente, nulla da fare con il Sergio Perez versione Montecarlo 2022: veloce sempre e davanti in tutte le sessioni, come se la strategia di Barcellona meritasse vendetta. Non si vedeva dai tempi Daniel Ricciardo, uno che adesso pare sparito dai radar, un Verstappen così costretto ad inseguire nell'arco in intero fine settimana. Per Checo fanno tre vittorie in carriera, ma questa, forse, è la più importante: perché serve a mettere in dubbio gli equilibri del box o quantomeno a provarci, e soprattutto gli spalanca le porte di un rinnovo che adesso appare scontato.

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George Russell

Che ci crediate o no, in gara Hamilton non gli arriva davanti dalla prima tappa di Sakhir. Da allora, la Mercedes meglio piazzata sotto la bandiera a scacchi è stata sempre la sua, quella di George, uno che il piazzamento non se lo fa mai scappare. Lo chiamano “Mr Saturday”, il “Signor Sabato”, per la velocità che ha mostrato in Williams sul giro secco; eppure è un talento che si sta formando anche in gara, e la consistenza sul passo già adesso è di quelle degne di nota. Da sesto a quinto, con beffa all'amico Lando Norris sfruttando i pit-stop; di questa Mercedes ha già capito di non aver trovato quanto si sarebbe aspettato, ma intanto corre e concretizza senza disperdere un potenziale da terza fila. L'unico sempre in top 5 di questo campionato, e più in generale l'unico sempre a punti: in attesa di giorni migliori, quando potrà guardare un po' più in su.

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Lando Norris

Partiva quinto, arriva sesto: non fossimo a Montecarlo, potrebbe anche dire che perdere sulla distanza contro una Mercedes può starci. Rammaricato per un piazzamento che la McLaren (la sua) avrebbe potuto permettersi dato il passo gara, ma se sbagli una sosta poi a Monaco è difficile metterci una pezza, anche se sei più rapido. Intanto, però, la soddisfazione del quarto giro veloce della carriera: da un certo punto di vista poca roba, dall'altro però un segnale che questa MCL36, tutto sommato, dopo le rogne di inizio stagione tanto male non è, pur trattandosi di tracciato atipico. Intanto, sta facendo o forse ha già fatto venire una crisi d'identità a Daniel Ricciardo, che fuori ha sempre la forza di sorridere ma dentro si sta chiedendo come cavolo faccia, questo inglesino, a bastonarlo continuamente. Perché sono legnate mica da poco: 6-1 in qualifica, 5-2 in gara, 48-11 in termini di punti.

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