L'editoriale del Direttore: l'accordo Red Bull-Ford vale una fortuna

L'editoriale del Direttore: l'accordo Red Bull-Ford vale una fortuna

L'accordo tra il team anglo austriaco e la Casa di Detroit sarà tecnico e commerciale, diverso rispetto a quello con Porsche, ha spiegato Chris Horner

07.02.2023 ( Aggiornata il 07.02.2023 10:28 )

Ora che Ford torna in F.1 con Red Bull si può parlare davvero di un gran bell’affare. Dal quale ci guadagnano in molti. A partire dal 2023, la Casa dell’Ovale e quella del Toro Rosso lavoreranno per sviluppare le Power Unit legate al nuovo regolamento tecnico che si vedrà nel 2026 che prevede un motore elettrico da 350 kW e un nuovo motore a combustione compatibile con carburanti completamente sostenibili. Non è assolutamente un caso che a Detroit abbiano preso una decisione del genere. La Ford è stata attirata di nuovo nel Circus, dove ha gareggiato per 38 anni fino al ritiro del 2004, dall’esplosione della popolarità della F.1 negli Stati Uniti.

Ford che torna in F1, è un gesto romantico?

Red Bull e Ford, accordo vantaggioso per tutti

L’ingresso del colosso automobilistico a stellestrisce è un buon affare non solo per Red Bull, ma anche per Liberty Media che dal suo ingresso nel mondo del GP (2017) si è posta come primo obiettivo il coinvolgimento del mondo Usa. «I numeri a livello globale sono enormi per la Formula Uno», ha dichiarato all’Associated Press Mark Rushbrook, direttore globale di Ford Performance. «Soprattutto negli Stati Uniti, dove la crescita e la diversità dei fan è enorme. Questo è importante per noi. Non vogliamo solo gareggiare e imparare la tecnologia. Dobbiamo farlo. Ma dobbiamo anche essere in grado di connetterci con i fan».

Ford è il primo fornitore di motori americano a tornare in F.1 poiché la serie correrà cinque volte quest’anno in Nord America, con tre di queste gare negli Stati Uniti. L’accordo siglato con Ford è perfetto per Chris Horner ed Helmut Marko, poiché assicura un importante ingresso di capitali senza i rischi legati ad un’acquisizione da parte del partner, operazione che avrebbe messo a rischio tutte le figure dirigenziali. «Il tipo di legame che avremo con Ford è molto diverso rispetto a quello che avremmo avuto con Porsche - sottolinea Horner - Si tratta di un semplice rapporto contrattuale. Non c’è uno scambio di partecipazioni nell’azienda o un cambio di controllo. Si tratta quindi di un rapporto molto semplice, voluto da entrambe le parti». Con questa partnership Horner e soci rimangono alla guida del team. Al riparo da tutto.

«Si tratta di un rapporto molto diverso da quello discusso con Porsche - ha sottolineato Horner - Si tratta di un accordo puramente commerciale e tecnico. Non c’è alcuno scambio di azioni o partecipazioni all’interno dell’azienda. È un accordo molto semplice in cui avremo la possibilita? di condividere e accedere alla ricerca e sviluppo, in particolare per quanto riguarda l’elettrico, la tecnologia delle celle, lo sviluppo del software e così via. E poi, dal punto di vista commerciale, ovviamente, con la prevalenza di Ford negli Stati Uniti, come partner commerciale, ci permette di ottenere una penetrazione ancora maggiore in quel mercato».

L’evento di New York e il contemporaneo fire-up della Ferrari a Maranello fanno da antipasto al via di un Mondiale che si sta rimettendo in moto e che promette scintille. Tutto quanto fa spettacolo in questa F.1 sempre più fenomeno globale. Ma adesso c’è anche voglia di tanta sostanza.


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