F1 2024, dove eravamo rimasti: Haas

F1 2024, dove eravamo rimasti: Haas© Getty Images

La Haas riparte dall'ultimo posto tra i Costruttori del 2023 ma soprattutto dall'uscita di scena di Steiner e Resta: Ayao Komatsu eredita una situazione non facile, nella speranza che la VF-24 abbia intrapreso la giusta rivoluzione tecnica cominciata già con la VF-23

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17.01.2024 ( Aggiornata il 17.01.2024 14:55 )

Per quanto possano valere le chiacchiere a motori spenti, alla Haas va riconosciuto il merito dell'inverno 2023-24. Perché nel torpore invernale a cui la F1 moderna si è abituata, senza test, senza incontri e praticamente con annunci di presentazioni fasulle, ci ha pensato la Haas a risvegliare un po' gli animi nello smorto periodo post panettoni e pandori. Perché per un giapponese che arriva, c'è un altoatesino che se ne va. Fuori Gunther Steiner, dentro Ayao Komatsu: se qualcuno voleva qualcosa di cui parlare, è stato servito.

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La squadra: tempo di riorganizzazione

Dire addio a Gunther Steiner significa dire addio a tutta la prima parte della storia del team. Quest'anno Gunther avrebbe festeggiato i dieci anni al timone: la squadra ha debuttato nel 2016, ma lui era già in carica dal 2014, quando di fatto il team prese forma per prepararsi al debutto del 2015, poi posticipato di 12 mesi. All'epoca, la Haas sembrava portare in griglia una piccola rivoluzione: telaio Dallara, tutto il possibile da Ferrari (tra cui Pu, cambio e successivamente anche le sospensioni), una veste aerodinamica fatta in proprio ma fortemente legata alle forme del Cavallino Rampante, una sinergia andata avanti in tutto questo tempo. La domanda, senza più Steiner e Simone Resta (contratto non rinnovato per entrambi) è: sarà ancora così? Sarà una domanda da fare a Gene Haas e ad Ayao Komatsu, la soluzione interna chiamata a dare un cambio di passo.

Cosa paga, Gunther Steiner? Di certo non gli inizi, tutto sommato positivi, quanto l'apparente incapacità del team di progredire. Paga l'incapacità di crescere e soprattutto i picchi al ribasso delle ultime annate. C'è la questione costi, perché non sappiamo se Gene Haas sia stato parsimonioso o meno: ma di certo i mezzi ci sono, quantomeno per non arrivare ultimi in classifica. L'altoatesino paga forse alcune promesse non mantenute (l'all-in sul nuovo regolamento fatto nel 2021 salvo ritrovarsi di nuovo in fondo dopo appena due anni, l'obiettivo fallito del 6° posto di inizio 2023 poi diventato un 10°), e dei difetti strutturali non curati all'interno di una squadra che, puntualmente, si perde nel corso dell'annata alla voce sviluppi. Non è piaciuta la gestione della VF-23, con interventi tardivi e nemmeno del tutto correttivi, se è vero che nelle ultime gare Magnussen correva con la nuova specifica ed Hulkenberg con quella vecchia. La squadra nel 2023 aveva provato a spingere forte da subito nello sviluppo, ma presto si è resa conto che con le proprie soluzioni l'ufficio tecnico faceva fatica a tirare fuori altra prestazione, da qui lo stop agli aggiornamenti nella fase centrale del campionato per cambiare rotta con il nuovo disegno, poi sbarcato ad Austin. Tuttavia essere arrivati così tardi con la versione "B" della vettura non deve essere piaciuto a Gene Haas, che già in passato aveva dovuto assistere ad una squadra troppo lenta negli interventi correttivi in corso d'opera sulla vettura. E se nel 2022, con l'uscita di Uralkali, le poche risorse per lo sviluppo potevano essere un alibi, non potevano esserlo nel 2023 con MoneyGram (parole di Steiner, vecchie all'incirca di 12 mesi): anche per questo, probabilmente, Gene Haas ha scelto di tagliare il cordone ombelicale con la memoria storica della scuderia.

Detto questo, Steiner non dovrà passare da capro espiatorio, e sarà questo il compito di Komatsu, uno che da ragazzino sognava ad occhi aperti ad osservare Senna e Prost in lotta a Suzuka. Il 2024 sarà fortemente segnato dalla gestione Steiner, nel bene o nel male: la macchina e la mentalità di una squadra, del resto, portano l'impronta del vecchio capo per un po'. Starà a Komatsu cambiare in tempi più rapidi possibili ed attuare una riorganizzazione (sia di metodi di lavoro che di personale) indolore e soprattutto migliorativa: Resta è un nome pesante che se ne va, con prospettive tutte da verificare per quanto riguarda la VF-24.

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