Ayao Komatsu, dal Giappone con furore: Senna, Prost e una Suzuka speciale

Dopo il diploma Ayao Komatsu non esitò ad affrontare gli studi in Inghilterra, quelli che alla fine lo hanno portato nell'ambitissimo e scomodissimo ruolo di team principal, tappa finale di una passione nata a Suzuka, quando da ragazzino assisteva alle lotte tra Senna e Prost

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11.01.2024 15:19

I suoi primi ricordi relativi alla F1, sono quelli di lui ragazzino che assiste, a Suzuka, alle battaglie tra Senna e Prost. Era la fine degli anni '80, la McLaren a motore Honda dominava la scena e l'appuntamento di Suzuka, per i giapponesi, era un appuntamento imperdibile. Sarà stato il fascino di quelle monoposto bianche e rosse a far decidere a quel ragazzino dell'epoca, Ayao Komatsu, di diventare un ingegnere di Formula 1. A costo di lasciare il suo meraviglioso Paese, il Giappone, pur di inseguire il suo desiderio: fu così che dopo il diploma decise di attraversare tutta l'Asia e di sbarcare in Europa, segnatamente all'università di Loughborough. Non sarà stato facile all'inizio, ma Ayao benedice quella scelta se oggi, prossimo ai 48 anni d'età (li compirà il 28 gennaio), si ritrova team principal della Haas.

Haas: W la soluzione interna

Ayao Komatsu team principal della Haas è la notizia che scuota la F1 dal torpore dell'inverno. Una notizia che magari rattristerà i fan di Gunther Steiner, all'addio dopo otto anni al vertice della squadra, ma che apre al tempo stesso nuove prospettive per il team americano: difficile dire adesso come sarà il futuro, ciò che è certo è che ogni cambiamento porta con sé una speranza di miglioramento. E la speranza, in casa Haas, è quella di trovare finalmente una stabilità ed un percorso di crescita deciso e continuo, dopo i troppi alti e bassi delle ultime stagioni. La scelta di Komatsu quale nuovo nome da mettere a dirigere il muretto per Gene Haas è stata quasi naturale: il nativo di Tokyo è con il team sin dall'inizio, da quando insieme a Romain Grosjean sposò la causa statunitense all'alba della stagione 2016, e pochi altri oltre a lui conoscono così bene le dinamiche interne del team.

Il vantaggio della soluzione esterna è quella di portare idee nuove, quello della soluzione interna è che chi sale nella nuova carica ha bisogno di un tempo infinitamente minore per prendere dimestichezza con l'ambiente e capire dove (e come) mettere le mani. Non è detto, dopo questi otto anni, che Ayao non sappia già dove intervenire: ovviamente gli si chiederà di farlo nel più breve tempo possibile, nella consapevolezza che la stagione 2024 sarà un lungo strascico della gestione di Gunther Steiner, sia per quanto riguarda la vettura che il team avrà a disposizione sia per quanto riguarda metodi ed abitudini operative.

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La carriera di Ayao Komatsu

Nel frattempo, Ayao Komatsu può benedire la sua straordinaria tenacia di quando, da ragazzino, non ebbe paura ad attraversare il mondo. Voleva imparare bene l'inglese, ma soprattutto inseguire il sogno di lavorare in F1. Ci è riuscito, ed alla grande, toccando con mano varie realtà del Circus. Dopo la laurea in Ingegneria dell'Automotive e un brillante dottorato in Dinamica e controllo dei veicoli, il primo lavoro in F1 fu alla BAR, nel 2003, quando fu nominato ingegnere addetto alle gomme.

Dopodiché il passaggio ad Enstone alla Renault, dove fu prima ingegnere del test team addetto alle gomme e poi ingegnere della squadra corse per lavorare sulle vetture di Nelson Piquet junior, Romain Grosjean e Vitaly Petrov, di cui poi fu nominato ingegnere di pista: lo stesso ruolo lo ebbe di nuovo con Grosjean a partire dal 2012, aiutando il ginevrino nella sua crescita personale facendogli vivere il momento migliore della carriera in F1. Promosso a capo degli ingegneri nello stesso team (che nel frattempo aveva cambiato nome, da Renault e Lotus) nel 2015, a fine stagione si sarebbe spostato insieme a Grosjean alla Haas, squadra in cui avrebbe ricoperto il ruolo di capo degli ingegneri di pista fino alla nomina da team principal.

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Suzuka è sempre un'emozione, ma quest'anno lo sarà di più

I team principal giapponesi sono merce rara, in F1. Ma siccome il popolo nipponico è un popolo che applaude i suoi connazionali, chissà che emozione avrà Ayao Komatsu quando, ad aprile, vivrà il primo GP del Giappone della carriera da team principal. Si emozionò anche nel 2007, quando al Fuji, al primo GP di casa direttamente in pista, visse un momento unico vedendo moglie, mamma e amici sulle tribune. Ed è così ogni volta che torna a casa per il GP del Giappone, appuntamento fisso per la sua sfera affettiva, perché, come una volta ha raccontato lui, "così possono vedere direttamente quello che faccio, senza doverlo sapere solamente al telefono. Prima di me nessuno della mia famiglia si interessava di corse". Ogni anno, dice, tornare a Suzuka è speciale: quest'anno, lo sarà ancora di più.

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