Nel giorno di un Verstappen falloso e nervoso, ecco il primo successo per Piastri: Norris onesto nel finale, ma ha la colpa di perdere la testa della corsa al via. Ferrari a piccoli passi, bene Tsunoda, bravissimo Hamilton
Parte 17° e arriva 8°. Rispetto a Perez, ha una percentuale di colpe in meno per l’esclusione in Q1, perché il team sottovaluta l’evoluzione della pista e gli impedisce di girare nel momento decisivo. Ci rimette delle posizioni, difficile dire quante: di sicuro la velocità l’aveva, più o meno come Lewis. Peccato.
Falloso e nervoso, forse persino preoccupato da una situazione che al di là della classifica (ha ancora 76 punti di margine su Norris) inizia a sfuggire di mano alla Red Bull: la RB20 non domina da un po’, diciamo pure che non è neanche più la vettura di riferimento, e lui non sempre può fare gli straordinari. Irascibile con chiunque, colleghi, commissari e muretto box: su tanti aspetti ha le sue ragioni, ma ci sono giornate in cui semplicemente non gira e vanno minimizzati i danni. Il podio, alla fine, sarebbe stato comunque fattibile.
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La gara, da 16° a 7°, non è neanche da buttare: ma ha commesso l’ennesimo errore grave in qualifica, motivo per cui il weekend nel complesso non può risultare sufficiente. Ancora una volta, troppo poco il contributo che dà per il Costruttori. Nelle libere non era andato neanche male, tant’è che si era parlato (troppo in fretta) della cena rigenerante a casa Horner per ritrovare tranquillità. E invece, ora pare avere le ore contate: a Milton Keynes decideranno dopo Spa, ma il fatto che sarà al via a Zandvoort è tutto da vedere.
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