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GP Belgio: le domande del lunedì

Una Mercedes che si riscopre veloce, pur sbagliando clamorosamente con la macchina di Russell, una gara diversa rispetto alle simulazioni ed una McLaren che non vince contro un Verstappen che fa più di limitare i danni, mentre la Ferrari corre sulla difensiva

La Ferrari ha fatto il massimo?

Forse no, nel senso che con il senno di poi si sarebbe potuto azzardare qualcosa di più a livello strategico. La macchina ha dei limiti evidenti, ma in una griglia piuttosto compatta dal punto di vista prestazionale basta poco o nulla per cambiare le sorti della corsa.

Spa era forse la domenica giusta per osare, ma come sempre viene facile parlare a gara conclusa. Anche perché non c’è la certezza che le cose sarebbero andate necessariamente meglio, soprattutto ricordando che Leclerc ha comunque portato a casa una pole ed un podio in un fine settimana giustamente temuto dagli uomini del Cavallino Rampante. Certo dispiace non averci creduto di più: la seconda sosta di Leclerc è stata forse anticipata (giro 25) così come quella di Sainz (giro 28), con Carlos che, chiudendo lo stint centrale in appena 8 passaggi, ha in parte vanificato lo sforzo fatto in avvio con la gomma dura.

Anche Vasseur, dopo il GP, ha detto “non so se abbiamo portato a casa il massimo risultato”. La SF-24 è stata tutto sommato vicina ai primi, con Leclerc alla fine a 8” dal vincitore (Hamilton), un distacco tutto sommato contenuto. Per questo è complicato dire come sarebbe andata la gara con un’altra strategia, soprattutto perché non si può sapere come sarebbero andate le cose con Leclerc e Sainz in condizioni di traffico diverso.

Leclerc: "Non avevamo passo"

La SF-24 ha sofferto ancora il bouncing?

Sì, ed è di questo che conviene parlare maggiormente, ancor più del risultato finale del weekend belga. Perché quando i carichi di carburante sono calati e le velocità in curva aumentate, ecco che la SF-24 è tornata a soffrire il rimbalzo: non in maniera così esasperata come a Silverstone, ma il bouncing si è comunque verificato e questo è un fatto da tenere presente.

Avrebbe dovuto manifestarsi anche in qualifica, la condizione peggiore per difendersi dal bouncing: ma sabato ha piovuto, le velocità di percorrenza sono diminuite e la SF-24 ha potuto gestire meglio il suo difetto cronico. In gara non ha potuto fare altrettanto, registrando un rimbalzo meno marcato ma comunque presente: tra i tre stint di gara, quello finale è stato certamente quello più difficile per una Ferrari che adesso attende ansiosa i correttivi sulla SF-24. Il fondo introdotto a Budapest è stato un tampone utile alla situazione, ma non ancora del tutto sufficiente: vedremo se la Rossa farà in tempo ad avere una soluzione in macchina per il GP d’Olanda.

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