Poter contare su almeno un pilota d'esperienza è una necessità imprescindibile per il progetto Cadillac. Ma quali nomi sono disponibili in prospettiva 2026?
Un pilota statunitense, insieme al progetto Cadillac, è una prospettiva largamente prevedibile. Un debuttante in Formula 1.
Sarà una scelta da verificare nei tempi, se coinciderà o meno con il debutto nel 2026 del team.
Cadillac arriverà da esordiente, avrà la power unit Ferrari sotto al cofano e si confronterà con una fase tecnica inedita. Farebbe a dir poco comodo poter contare su un pilota esperto in Formula 1, che sia in grado di orientare la squadra, sviluppare la monoposto e cogliere ogni minima opportunità di risultato.
Sull'esigenza di un certo profilo di pilota, Mario Andretti ha commentato: "Idealmente, dovrebbe essere un pilota con esperienza. Ci stiamo prendendo il tempo necessario e stiamo osservando il mercato".
Un mercato che vede diversi piloti esperti fermi "ai box" nel 2025. Bottas in Mercedes, Zhou in Ferrari con i suoi 3 anni di Formula 1 e un 2025 che sarà formativo su altri aspetti, di lavoro con i tecnici al simulatore. C'è poi Sergio Perez, scaricato da Red Bull, pronto a una stagione di stop e a valutare le future opzioni. Formula E? Formula 1 con un progetto come Cadillac?
Guenther Steiner, sul tema, non ha dubbi: Perez è il prototipo del pilota ideale per Cadillac.
"Se sei Cadillac hai bisogno di qualcuno d'esperienza e Checo ha corso con diversi team e per molti anni. Sa come muoversi e potrebbe essere di grande aiuto", spiega a GP Blog.
Il Perez prima di Red Bull era un pilota a dir poco efficace, veloce quando ha corso accanto a Ocon e il classico "pilota da gara". Accanto a Max Verstappen ha sofferto il confronto, la superiorità di Max, l'ambiente e il rendimento atteso dal team, al volante di una monoposto che per forza di cose non poteva seguire i desiderata di Checo.
"Checo è andato molto bene quando era in Force India o come si chiamava, Racing Point. Ha sempre reso oltre le aspettative. Non è riuscito a reggere la pressione di un top team. Forse, si trova nella sua comfort zone e in una condizione migliore quando non non ha la pressione di dover dimostrare che va bene, vincendo", ancora Steiner.
La penseranno così anche in Cadillac?
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