La FIA e le parolacce dei piloti: stop ai team radio?

La FIA e le parolacce dei piloti: stop ai team radio?© FIA

Il presidente della Federazione chiede ai piloti un comportamento che sia d'esempio, smentisce un approccio punitivo e valuta la possibilità di chiedere alla F1 una stretta sui team radio

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Fabiano Polimeni

10.02.2025 ( Aggiornata il 10.02.2025 15:05 )

L'inasprimento delle sanzioni previste dal Codice sportivo internazionale 2025 per alcune infrazioni da parte dei piloti, specialmente legate all'utilizzo di un linguaggio scurrile durante manifestazioni sotto l'egida FIA, ha fatto parecchio discutere.

Se le posizioni dei piloti erano già note dal 2024, a reclamare la libertà di espressione, tanto più durante comunicazioni con il muretto box che avvengono in condizioni di altissimo stress e impegno al volante, alcune voci hanno spezzato una lancia in favore della FIA. Toto Wolff ha provato a bilanciare le emozioni naturali dei piloti al volante con un'esigenza di "decoro" verso il pubblico televisivo. 

Stop ai team radio è un'ipotesi 

Intervenendo a Madrid, successivamente al vertice dei funzionari FIA, il presidente della Federazione, Mohammed Ben Sulayem, è tornato sul punto prospettando una possibile stretta sulla diffusione dei team radio.

Attualmente, le comunicazioni tra piloti e squadra sono già oggetto di un filtro prima della loro trasmissione televisiva e avvengono con un certo ritardo: non sono comunicazioni trasmesse in tempo reale.

"Se andremo avanti e spegneremo la diffusione in diretta dei team radio? Forse. Se li ritarderemo nella loro diffusione? Forse. Ci sono molte cose sulle quali lavoreremo con il nostro promoter. F1 è il promoter della FIA, che è ancora il proprietario del campionato", le parole di Ben Sulayem, riportate da Soymotor.

Ben Sulayem, ex pilota di rally e rally raid, ha provato a spiegare la logica di un intervento da parte della FIA sulla condotta dei piloti, tanto più in Formula 1, vista l'audience globale del campionato.

I piloti sono ambasciatori dello sport

"I nostri piloti e ambasciatori devono mandare messaggi chiari. Se gli consentiremo di usare parolacce? Dev'esserci rispetto. La FIA si fonda sul rispetto e continuerà a essere un elemento alle nostre fondamenta. 

I piloti hanno il mio numero di telefono, sono il presidente più accessibile che ci sia mai stato. 

(...) Li tratto come miei figli e figlie. Onestamente, li tratto con passione, con amore, con con comprensione, perché ci sono passato anch'io. 

Voglio che abbiano successo. Ma anche la disciplina è molto importante. Non siamo qui per punire nessuno. Siamo qui solo per fare buon sport.

E' molto importante che si dia l'esempio nello sport. Se i piloti dicono parolacce, allora i tuoi figli non vorranno andare alle corse e i genitori diranno di non seguire questo sport.

Se uno vuole dire quelle parole, le dica dove preferisce, non sono affari nostri. Ma non usate la piattaforma della FIA per questi episodi inutili. Non è necessario appartenere a una certa cultura per accettare questa visione. Bisogna usare il buon senso e sapere cosa è sbagliato e cosa è giusto”.


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