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Piastri, mi manda Webber: Oscar vuole fissare la gerarchia in McLaren

Dopo il suo manager Webber, Oscar è il primo australiano leader del mondiale e da Shanghai sta ribaltando la gerarchia interna in McLaren: è già il numero 1 a Woking?
Piastri, mi manda Webber: Oscar vuole fissare la gerarchia in McLaren
© Getty Images

Passare da giovane promessa ad aspirante campione è un po' come togliersi un guscio protettivo. Perché è una condizione nuova per tutti, quando si tratta di andare ad abbracciare, davvero, la prima occasione iridata della carriera. Ne sa qualcosa Lando Norris, apparentemente ancora scottato dal 2024. Chi invece non sente il calore della pressione sembra essere Oscar Piastri, il nuovo leader del mondiale.

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Non è ancora il momento di parlare di una gerarchia definita, in seno alla McLaren. Cinque gare in un mondiale di 24 appuntamenti sono ancora poche per sparare sentenze e pretendere di avere certezze. Tuttavia, Piastri sta costruendo per bene la sua grande occasione, annaffiandola con la stessa pazienza con cui si cura un orticello. A Melbourne ha sbagliato, ma poi non lo ha fatto più: in quattro weekend è passato da -23 a +10 sul compagno di squadra, un parziale di +33 che fa francamente male alla psiche di Norris. Può fare male a Lando come leggere del "3-1" alla voce vittorie oppure il prendere atto che, seppur con quattro stagioni in meno sulle spalle, Oscar ha già pareggiato il suo conto delle vittorie. Tutto momentaneo, perché McLaren andrà indubbiamente incontro ad altri successi in questa stagione, e saranno i suoi due alfieri a spartirsi il bottino. 

Monetizzare ora la supremazia della MCL39 è buono, perché del futuro non c'è certezza e tra sviluppi e DT sulle ali flessibili che entrerà in vigore a Barcellona, la McLaren vuole essere certa di costruire un certo margine per evitare brutte sorprese. Soprattutto in chiave Costruttori, è un'idea ineccepibile. In chiave Piloti, la speranza è quello di non dover intervenire: a Woking si augurano che siano i propri piloti a risolvere la questione in pista, a patto ovviamente che il dualismo non vada a favorire la concorrenza (Verstappen su tutti). In quel caso, dovrà essere bravo Andrea Stella, che da tempo è convinto di avere la coppia giusta tra le mani. Questa coppia lo ha già ripagato con il titolo Costruttori 2024, mentre nel campionato Piloti sarà solo uno a spuntarla. 

 

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Nessun timore verso nessuno

Ecco, in questo Oscar Piastri sembra essere fatto di una stoffa diversa rispetto a Lando Norris. E non parliamo di qualità di guida, ma di testa. Lando, ormai è evidente, soffre quando la pressione si alza: sbaglia nei momenti decisivi, cala di lucidità quando malizia e scaltrezza sono le chiavi del momento. Piastri no: freddo al limite del menefreghismo, per ora non sembra avere timori reverenziali verso nessuno. A cominciare da Verstappen, con il quale non si è certo perso in complimenti e ossequi: a Jeddah ha tirato la staccata senza paura, assicurandosi il diritto di traiettoria e la ragione in sede di indagine dei commissari. 

"Una volta che l’ho affiancato all’interno, mai e poi mai sarei uscito secondo da quella curva". In questa frase, c'è tutta la confidenza che serve ad un pilota per diventare un campione, a costo di battere il primo della classe. Norris, per dire, già troppe volte si è fatto "fregare" al via da Max, mentre stavolta, complice spunto da fermo non impeccabile, è stato proprio Max a farsi passare.

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Mark e Oscar, non solo la stessa bandiera

La vittoria di Jeddah è pesante perché arrivata in una domenica in cui Piastri non era il più veloce in pista. In aria sporca ha sofferto nel primo stint, nel complesso non sembrava avere il ritmo a pista libera di Norris e forse neanche di Verstappen. Questo è un monito per la McLaren, chiamata assolutamente a non sottovalutare il percorso di sviluppo della MCL39 (spoiler: non lo faranno), ma anche per tutti gli altri, perché sono questi i successi che possono fare la differenza a fine anno. Piastri ha vinto di forza, con quella mossa alla prima curva. Ed ha vinto perché, banalmente, non ha sbagliato al sabato, come ha fatto Norris. Non serve fare psicologia spicciola sulla tenuta mentale di Lando, ancora assolutamente in piena corsa iridata. Ma è da sottolineare la freddezza di Oscar in quelli che sono momenti decisivi. Per la prima volta in carriera è leader del mondiale, e con lui davanti a tutti ci è tornata l'Australia: l'ultimo tra i canguri a riuscirci era stato Mark Webber dopo Suzuka 2010. Oggi è proprio Mark il manager di Piastri, l'uomo che è riuscito a far svicolare Oscar dal vecchio contratto in Alpine (estate 2022) per farlo sbarcare a Woking, sul pianeta McLaren. Anche così nascono le grandi storie.

 

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