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Ferrari SF-25 oltre le aspettative, ma resta l'amarezza per la pole sfuggita: la gara offrirà rischi e opportunità

La Rossa puntava alla pole, ma la SF-25 è promossa a Montecarlo: ora occhi su un GP Monaco ancora tutto da decifrare sul piano strategico
Ferrari SF-25 oltre le aspettative, ma resta l'amarezza per la pole sfuggita: la gara offrirà rischi e opportunità
© Getty Images

Charles Leclerc ci credeva, ed ha fatto bene a crederci: quando sei davanti in tre sessioni di libere su tre, non puoi che puntare al bersaglio grosso. Per la Ferrari è finita con una prima fila, un 4° posto ed una mezza delusione, perché non è arrivata una pole position che al GP Monaco pesa sempre come un macigno. Tuttavia, ricordando i timori che c'erano verso Montecarlo date le caratteristiche della SF-25, non può essere un sabato da archiviare alla voce "delusioni".

A Leclerc sono mancati 109 millesimi di troppo per poter soffiare la pole position a Norris, un divario che è la somma di tante piccolo differenze: Charles porta a casa il secondo settore più veloce di giornata ed una delusione per niente nascosta, come emerso dal suo team radio a Q3 concluso. Più in ritardo Hamilton, che ha pagato 0"428: Lewis non è stato al massimo nel momento decisivo, ma considerando il botto a fine FP3 una seconda fila è comunque qualcosa di positivo da portare a casa.

 

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SF-25 oltre le aspettative: le ragioni tecniche

Al di là di una pole position che poteva pure arrivare, e la mancanza della quale non soddisfa né Leclerc né Vasseur, è comunque una Ferrari promossa nelle qualifiche di Montecarlo, nonostante non sia arrivato il risultato migliore in assoluto. Ma come ha fatto la Ferrari ad "accendersi" su una pista che sulla carta era una delle peggiori per la SF-25? C'è da dire che i timori erano fondati (e ammessi anche da Leclerc ad Imola), perché essendo la tappa del Principato una in cui la meccanica fa la differenza, le debolezze del progetto 2025 avrebbero potuto emergere in tutta la loro durezza.

Tuttavia, Monaco è una pista talmente atipica dove si corre con regolazioni che a volte non si incontrano più in tutto l'anno, ed anche questo ha inciso nel far trovare prestazione alla SF-25. La Rossa 2025, ormai è noto, è costretta a girare più "alta" rispetto alle rivali, per alleggerire il carico verticale sulla ormai famigerata sospensione posteriore, ed evitare così di sfregare troppo l'asfalto, debolezza che porta ad usurare troppo il fondo. A Montecarlo, però, tutti quanti sono costretti ad "alzare" la vettura, finendo per avvicinarsi a quell'impostazione a cui Ferrari è costretta più di altri a ricorrere. Non solo: con poche curve veloci, e con meno deportanza da sviluppare, la Rossa ha potuto permettersi di ammorbidire la meccanica posteriore, finendo evidentemente in impostazioni ideali per il suo progetto, e non è un caso che proprio in Costa Azzurra la Rossa abbia ritrovato caratteristiche dei modelli precedenti, come la SF-24 (di cui, lo ricordiamo, per Monaco il Cavallino Rampante ripropone l'ala posteriore ad alto carico), ovvero un'ottima trazione che ha fatto la differenza nelle stradine monegasche. 

La confidenza nella macchina

Tutto ciò non deve mettere da parte il concetto che Monaco, al di là della tecnica, è una pista che permette ai piloti di fare tanto la differenza, ed un circuito in cui, a volte, la confidenza con l'auto fa ancora più la differenza di avere una vetture teoricamente fortissima ma che non trasmette fiducia ai piloti. C'è da dire che la SF-25, per quanto prestazionalmente in ritardo rispetto a McLaren o Red Bull, già nelle ultime uscite aveva trasmesso un buon feeling ai suoi piloti, che l'avevano trovata bilanciata e senza criticità, ma semplicemente troppo lenta. Ecco, in questo contesto il resto ce lo ha messo appunto un Leclerc ispiratissimo sin dai primi giri del venerdì, e che ha dimostrato di essere probabilmente il miglior interprete del tracciato di casa. La sua rabbia conferma che nel box rosso puntavano assolutamente alla pole position, anche se non c'è rammarico di non aver fatto qualcosa al massimo: il numero 16 ha parlato di un buon giro, senza grossi rimpianti.

 

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Gara: strategia da scoprire

Sarà un GP Monaco da scoprire, perché la strategia è tutt'altro che definita. Questo apre scenari sulla carta interessanti, proprio perché essendo una prima assoluta è difficile prevedere come andranno le cose e soprattutto pensare di anticipare le mosse dei team. All'interno delle stesse scuderie, infatti, c'è incertezza su quale sarà la strategia di gara, ma inevitabilmente peseranno eventuali episodi di incidenti o interruzioni, soprattutto se arriveranno nelle primissime fasi di gara. Al vertice non solo ci si osserverà a vicenda, ma si guarderà anche e soprattutto dietro, non solo per i tempi, ma anche per evitare di finire nel traffico in caso di pit-stop. 

In teoria, tutte e tre le mescole possono essere della partita: soprattutto in caso di asfalto caldo, attorno ai 40°C, la C6 potrebbe essere problematica da gestire, ma al tempo stesso può essere una gomma da utilizzare solo per un breve tratto di gara, giusto per "smarcare" una delle soste creando scompiglio nel gruppo a livello strategico. Insomma, tutto può essere: rischi e opportunità si sommano in un GP Monaco tutto da decifrare

La griglia di partenza

 

 

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