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GP Monaco ed i 2 pitstop obbligatori: esperimento riuscito... a metà?

Aumenta la tensione lungo i 78 giri del Principato, ma aumenta pure la confusione, con giochi di squadra estremi e originali: a voi è piaciuta la "nuova" Montecarlo?
GP Monaco ed i 2 pitstop obbligatori: esperimento riuscito... a metà?
© Getty Images

Matteo NovembriniMatteo Novembrini

25 mag 2025 (Aggiornato alle 19:11)

L'esperimento è riuscito? Di sicuro è cambiato, il GP Monaco, con l'obbligo delle due soste. Una corsa con più tensione indubbiamente, con un'incertezza totale sul fronte strategico. Non ne è cambiata l'essenza, quella di una gara che dipende in maniera quasi totale dalla qualifica, ma è cambiato il modo di interpretarla, visto che qualche differenza con il passato c'è stata.

Racing Bulls e Williams facce della "novità"

C'è chi ha interpretato nella maniera più aggressiva possibile il nuovo quadro tattico, e tra queste ci sono state indubbiamente Racing Bulls e Williams, con un gioco di squadra che ha pagato. Ha cominciato il team di Faenza, con Lawson a bloccare tutti dalla sua nona posizione, un modo per permettere ad Hadjar di fermarsi due volte nella prima parte della corsa e smarcare così le due soste obbligatorie, con Liam che a sua volta ha potuto fermarsi e restare nei punti perché dietro, per la paura di finire nel traffico, nessuno ha azzardato su di lui un undercut.

Ancora più estremo, se vogliamo, il gioco di squadra Williams: prima Sainz ha rallentato tutti (a cominciare dalle due Mercedes) per permettere ad Albon di fare le due soste, poi a sua volta è stato Alex a tenere compatto il gruppo per consentire allo spagnolo di prendere il margine ed effettuare due fermate "gratuite", prima di restituire la posizione al compagno di squadra. E' stata anche questa la faccia di un GP Monaco in cui, soprattutto in mezzo al gruppo, le due soste obbligatorie hanno aperto a scenari quantomeno originali. Con squadre, è bene ricordarlo, che hanno giocato ad andare il più piano possibile in alcuni momenti di gara per favorire la macchina gemella. Colpisce, a questo proposito, che proprio uno dei protagonisti di questa domenica, Carlos Sainz, abbia stroncato l'esperimento nel Principato, spiegando come la Williams si sia fatta sorprendere dalla Racing Bulls e che a sua volta sia stata costretta a giocare rallentando gli avversari. "Sono a favore delle sperimentazioni, ma non ha funzonato: non mi piace correre così", ha ammesso Sainz. 

GP Monaco, davanti non si azzarda troppo

C'è chi come McLaren ha provato a giocare, soprattutto al primo pit-stop, senza riuscire con Piastri a sopravanzare Leclerc. Tentativi non andati a buon fine anche in casa Red Bull: per due volte Verstappen si è ritrovato al limite con il tentativo di overcut con lo stesso Piastri, ma in nessuno dei due casi il muretto si è preso il rischio; l'ultima carta è stata sperare in una bandiera rossa conclusiva che non è arrivata, con Max che ha effettuato solo al penultimo giro la seconda ed ultima sosta, senza guadagnare né perdere rispetto alla posizione di partenza. Anche questo, un tentativo estremo di sperare fino all'ultimo nella sorte.

E qui esce il concetto di una Montecarlo non cambiata nella sua essenza, perché pur pensando a qualcosa di originale, ogni strategia si è scontrata con il traffico e con la sostanziale impossibilità di sorpassare sulle stradine del Principato, oltre al tentativo di alcune squadre di sperare soprattutto in circostanze sfortunate una volta compreso l'andamento della gara.

Tensione e confusione: esperimento riuscito... a metà?

Dunque, tirando le conclusioni di questo esperimento, si può dire che la doppia sosta obbligatoria ha dato indubbiamente una maggiore incertezza sul fronte strategico ed un ventaglio di possibilità maggiori di giocare con la tattica, intesa non solo come gestione dei set di gomme ma anche come gioco di squadra tra le due vetture a disposizione di una scuderia. Ancora, si è vista meno gestione a favore di un ritmo più spinto in alcune fasi della gara, soprattutto in prossimità delle fermate ai box o nei passaggi subito dopo di essi. Al tempo stesso, una corsa con una tensione rispetto agli anni recenti comunque superiore non poteva e infatti non è stata stravolta, come detto, nella sua essenza di corsa unica e atipica, dove la posizione in pista resta un fattore assolutamente decisivo. Il GP Monaco, dunque, non si può stravolgere, probabilmente neanche pensando ad un qualcosa tipo tre soste obbligatorie.

La storia di Monaco è questa, e la gara è questa, soprattutto con le odierne vetture, enormi rispetto al passato, che rendono ancora più complicato un sorpasso nel Principato. Un esperimento insomma riuscito a metà, tra una tensione maggiore dall'inizio alla fine ma anche un po' di confusione, il tutto per avere una classifica finale, alla fine dei conti, non troppo diversa rispetto alle posizioni di partenza, almeno in top 10. 

 

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