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Debora Figoli
5 giu 2025 (Aggiornato alle 13:48)
Settimana di pausa per la Formula 1 dopo la conclusione della seconda tripletta stagionale. Il prossimo appuntamento sarà in Canada, decima tappa del Mondiale. Le ultime tre settimane hanno messo alla prova piloti e team con alcuni dei circuiti più tecnici del calendario: Imola, Monaco e Barcellona. Un trittico che ha visto Andrea Kimi Antonelli uscire a mani vuote, nonostante la determinazione e i segnali positivi mostrati in alcune fasi del weekend. Per il giovane italiano, due ritiri e una gara chiusa in fondo al gruppo rappresentano un duro colpo in questa sua stagione d’esordio.
Antonelli arrivava al Gran Premio dell’Emilia-Romagna carico di speranze. Correre in casa, con gli amici e la famiglia sugli spalti, è un privilegio raro per un rookie. Le tribune piene, i cori, gli striscioni personalizzati: tutto contribuiva a creare un’atmosfera speciale. Ma forse, proprio quell’atmosfera ha pesato troppo.
L’emozione del debutto davanti al proprio pubblico si è trasformata in pressione. Una qualifica amara: fuori dalla Q3, per partire solo tredicesimo. A peggiorare la situazione, la P3 ottenuta dal compagno di squadra, che ha evidenziato la difficoltà del giovane bolognese. In gara, Antonelli sembrava pronto a riscattarsi: risale fino all'ottava posizione con una strategia più aggressiva. Ma al quarantatresimo giro un guasto alla power unit Mercedes lo ha fermato prematuramente, spegnendo le speranza di rimonta accese da Antonelli fino a quel momento.
Lo stesso Toto Wolff ha definito il weekend imolese di Antonelli "la tempesta perfetta perché è il posto in cui vive". Il team principal ha dichiarato in conferenza che già da venerdì Antonelli era senza energie, spese tutte per condividere il traguardo e ringraziare tutte le persone importanti presenti a Imola. Wolff ha aggiunto che non permetterà il ripetersi di una situazione simile, per preservare al meglio il pilota e risultati in pista.
Dalla quiete delle colline romagnole allo sfarzo del Principato: la Formula 1 approda a Monte Carlo, su un tracciato dove il sabato vale più della domenica. E per Antonelli, il copione si è ripetuto. In qualifica, nel tentativo di cercare il giro perfetto, ha commesso un errore di in curva 10, dovendosi accontentare della quindicesima posizione.
A Monaco, partire indietro significa quasi certamente restare indietro. L’unica arma a disposizione era la strategia. Ma proprio lì, Mercedes ha lasciato spazio a perplessità, con una gestione inefficace del doppio pit stop obbligatorio. Antonelli è stato richiamato ai box per la prima sosta intorno al sessantesimo giro, in uno dei pit stop più tardivi dell’intera griglia. Nel frattempo, il suo compagno Russell era rimasto imbottigliato dietro ad Albon senza poter superare.
Il risultato? Una gara incolore per entrambi, con Antonelli che chiude in ultima posizione, doppiato di tre giri dal leader. Una domenica frustrante, senza ritmo, senza possibilità di azione, in un contesto dove l’unico modo per emergere era anticipare gli altri e Mercedes, invece, è stata anticipata dagli altri.
La tripletta si chiude con l’appuntamento di Barcellona, considerato da molti l’Università della Formula 1 per l’equilibrio tecnico del tracciato. Quest’anno, inoltre, il weekend è stato arricchito dall’introduzione della nuova direttiva tecnica sulle ali anteriori, un banco di prova per tutti i team.
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