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16 giu 2025
A Woking funziona così. A meno che non ci siano necessità insormontabili, lasciano che sia la pista a decretare le gerarchie. E’ una questione storica, quasi culturale. E’ successo per le coppie più agguerrite (Lauda e Prost, Prost e Senna giusto per dire due coppie esemplari), è successo anche quando la coppia era evidentemente sbilanciata, come nel caso di Coulthard ed Hakkinen. Senza scomodare Hamilton ed Alonso, che fu un caso a parte, a Woking funziona così: sta ai piloti, in pista, stabilire la gerarchia. E Montréal 2025 ha dato la sensazione di aver detto qualcosa di molto, molto importante, nell’ordinamento tra Oscar Piastri e Lando Norris.
La classifica, ancora, non giustificata decisioni da prendere a tavolino: 22 punti non sono poi tantissimi, considerando che mancano ancora 14 GP (più quattro sprint) alla fine del mondiale. Sono tuttavia gli episodi, a far smuovere certi pensieri: perché la manovra di Lando Norris, che ha rischiato di mettere fuori le due McLaren (e infatti si è pure preso una penalità) in un colpo solo, non può non far riflettere sulla tenuta psicologica di un pilota indubbiamente veloce, ma al quale manca evidentemente la lucidità nei momenti più importanti. Non è la prima volta che Lando sbaglia al momento decisivo del sabato, come capitato a Montréal; è però la prima volta che commette un errore così grossolano in duello con il compagno di squadra, un abbaglio da un certo punto di vista sconcertante per il modo (sbagliato) con cui ha battezzato lo spazio per un possibile attacco.
Fanno 12 punti persi su Oscar, ma non è questo il punto: il punto è proprio la ripetitività di certi errori quando la posta in palio è alta, quando il momento è decisivo. Del resto, non è la prima volta che pur essendo più veloce dell’australiano, alla fine Lando chiude il weekend con meno punti. Se facciamo un bilancio generale della trasferta canadese, dalle libere 1 in poi Oscar è stato più rapido di Norris solo in qualifica: ma tanto è bastato per indirizzare a suo favore il fine settimana.
Pubblicamente e internamente, non ci sono problemi: Norris si è preso subito le colpe e l’eventuale problema del primo contatto tra i due è subito rientrato. La squadra fa bene, ora, a non abbandonare Lando: il rischio è quello di perderlo psicologicamente ed ora questo non serve. Tuttavia, qualche riflessione sarà certamente partita di fronte ad un pilota che sta dimostrando, ripetutamente, di non avere la tenuta psicologica per affrontare una scalata iridata. Sono i primi punti dell’anno veramente regalati alla concorrenza nel campionato Costruttori (ne restano 175 di vantaggio: margine di assoluta sicurezza), ma soprattutto è forse il primo episodio che rischia di indirizzare, in maniera definitiva, la gerarchia interna. Senza che il team abbia dato ordini: è quello che la squadra forse si augurava dall’inizio, cioè che fosse proprio la pista a scegliere. Certo, l’augurio era quello di farlo senza incidenti, ma ormai è andata. E intanto, dopo il ko dell’inglese, Piastri è l’unico pilota ad essere finito a punti in campionato in ogni sessione che metteva qualcosa in palio: è l’unico del 2025 senza “zeri” tra GP e sprint.
Parallelamente, a Woking si proverà a capire perché su una pista teoricamente favorevole come il Canada la MCL39 non sia stata al vertice. Ad ora, è solo un episodio: ci sta che il team non abbia trovato la quadra sull’assetto, la cui ricerca è stata forse complicata dalla presenza di ala e sospensione anteriori nuove testate nelle libere, oltre ad un’ala posteriore ritoccata specificamente per il Canada. Qualche guaio sul set-up c’è stato, tanto che Piastri l’ultima mossa alla geometria anteriore l’ha fatta prima delle qualifiche, non nascondendo di non essersi sentito al massimo con la macchina.
Non è la prima volta che McLaren introduce un pezzo nelle libere per raccogliere i dati e poi riportarlo più avanti: magari si farà così anche stavolta. I nuovi pezzi all’avantreno dovevano servire proprio per dare maggior confidenza ai piloti: la MCL39 è un’ottima macchina, ma sia Piastri che Norris (e Lando in particolare) hanno sempre detto che è una macchina che, specie sul giro secco, tende a “partire” all’improvviso quando è al limite con l’aderenza anteriore. Nessun dramma, dunque: un piccolo passaggio a vuoto, una domenica più difficile delle altre, ci può stare anche per chi finora è stato il riferimento assoluto. E poi, il ritmo era comunque in linea con gli altri: Canada da archiviare in fretta per riprendere la marcia. E forse, con una gerarchia stabilità dall’ordine naturale delle cose.
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