Inizio di stagione complicatissimo per Leclerc ed Hamilton, mentre un superlativo Verstappen prova a dare filo da torcere a Norris; straordinario Antonelli, grande Albon, male Piastri e malissimo Lawson
Non merita di finire nel cono d’ombra di Antonelli, in primis perché comunque è davanti, in secundis perché semplicemente non sarebbe giusto. In avvio i primi tre fanno gara a parte, dunque controlla, senza patemi, Leclerc per buona parte della corsa, prima che Piastri gli regali il podio. Una bella gara, con pochi duelli ma soprattutto nessun errore. Andrea Kimi, comunque, ha lanciato un segnale e lui lo ha colto: “Mi farà sudare”.
Chi si aspettava Sainz, si è sbagliato. E sono in tantissimi, ad essere caduti in errore. Invece, eccolo qui: solido, veloce, tenace. Grande qualifica e grande gara: la terza fila al sabato è una chicca, tenersi dietro Hamilton per tutta la prima parte di gara un piccolo capolavoro. Più testa che piede, fosforo in quantità abbondanti, perché aveva la ricetta giusta: “A costo di andare un po’ più piano, in gare così è importante non sbagliare”. Esegue e viene premiato con un 5° posto.
Quando ci vuole, ci vuole. Sostanzialmente non si è mai visto in tutta la corsa, un po’ perché la Aston Martin quest’anno promette tutto meno che fuochi d’artificio, un po’ perché era comunque dietro ad Alonso. Fatto sta che Nando sbaglia, lui no: e nel caos del finale, gli basta (relativamente parlando, s’intende) non commettere errori per risalire la classifica. Un 6° posto stupendo e per nulla scontato: si corresse sempre sul bagnato, avrebbe una reputazione infinitamente superiore.
Alla fine, un compitino. Con colpe ovviamente da dividere con il team (e nemmeno in parti uguali, a favore suo), ma concorre a peggiorare i bilanci di giornata: in uscita dalla 11 (la Ascari di Albert Park) si gira e perde parecchie posizioni. Un errore che molto onestamente riconosce, e senza il quale sarebbe finito più su: resta comunque il macigno di una strategia sbagliata e, soprattutto, di una macchina prestazionalmente scadente. E’ questo, il vero allarme: la SF-25 di Melbourne è stata un pianto. Batte Hamilton, passandolo in pista dopo il testacoda, ed è un merito: ma non è vincere le lotte di quartiere che vuole da quest’anno.
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