Nel deserto del Bahrain, dove l’asfalto brucia e ogni errore si paga caro, George Russell ha messo in scena una delle sue gare più coraggiose e complete. Tra malfunzionamenti elettronici, problemi al DRS e un sistema frenante da resettare manualmente curva dopo curva, il pilota Mercedes ha trasformato una corsa ad alto rischio in una dimostrazione di nervi d’acciaio. Non aveva la macchina migliore, né il weekend perfetto, ma ha avuto tutto il resto: testa, cuore e una tenacia fuori dal comune.
Fin dalle qualifiche, il fine settimana del britannico si è rivelato tutt’altro che semplice. Durante il Q2, Esteban Ocon ha perso il controllo della sua Haas in uscita da curva 2, provocando una bandiera rossa che ha interrotto la sessione. Alla ripresa, la Mercedes è incappata in un'infrazione: Russell e il compagno Antonelli si sono ritrovati nella fast lane prima del restart, violando il regolamento. L’errore, causato da un fraintendimento di Andrew Shovlin, trackside engineering director del team, è costato alle due monoposto argentate la penalizzazione di una posizione in griglia. Così, dalla seconda piazza conquistata in qualifica, Russell è stato costretto a partire terzo, lasciando la prima fila a Charles Leclerc. Stessa sorte per Antonelli, scattato dalla quinta casella anziché dalla quarta.
Ma è in gara che Russell ha davvero fatto la differenza. Dopo una partenza pulita, il primo ostacolo arriva subito: problemi al sistema del dash, il display che fornisce al pilota informazioni vitali sulla vettura. Una complicazione non da poco, affrontata però con sangue freddo e anche un pizzico d’ironia: “Finché il volante non si stacca”, scherza il britannico via radio. Il momento più critico arriva però nell’ultimo stint di gara. Dopo una safety car causata da detriti in pista, Mercedes opta per la gomma soft: una scelta coraggiosa su un asfalto abrasivo come quello di Sakhir, soprattutto con oltre venti giri ancora da percorrere. Una sfida estrema di gestione, che ricorda il capolavoro del GP del Belgio 2024, quando Russell vinse con una sola sosta prima che la squalifica per sottopeso gli negasse il trionfo.
E come se non bastasse, nel finale si scatena il caos elettronico: il DRS e il brake-by-wire smettono di funzionare correttamente, passando in modalità passiva. Il DRS, normalmente attivabile automaticamente, doveva essere armato manualmente. In questo contesto, Russell ha aperto per errore l’ala posteriore premendo il pulsante della radio. Un attimo di incertezza che avrebbe potuto costargli una penalità, scongiurata solo perché il vantaggio ottenuto è stato nullo. Contemporaneamente, anche il sistema brake-by-wire, che controlla elettronicamente la frenata posteriore, ha iniziato a dare problemi. Russell era costretto a resettarlo manualmente dopo ogni frenata. Il risultato? Una riduzione drastica della potenza frenante e un cambio repentino nella distribuzione del carico tra asse anteriore e posteriore. Una situazione potenzialmente ingestibile per molti, ma che Russell ha controllato con una lucidità impressionante.
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