Il migliore è Piastri, concreti Russell e Verstappen, di nuovo molto bene Albon e Stroll; tra le squadre Haas in grande spolvero, Racing Bulls sciupa mentre è bocciatura pesantissima per la Ferrari
Nel suo modo quasi glaciale che ha di “esultare” (eufemismo, visto quanto è contenuto nei festeggiamenti), ricorda vagamente un certo finlandese di nome Kimi Raikkonen, che dalla McLaren è passato prima di fare la storia in Ferrari. Con le somiglianze, per ora, meglio fermarci qui: è però giusto sottolineare quanto lui stia studiando da campione, con un weekend bellissimo condito da una gara perfetta: in un colpo solo, ha già recuperato 13 dei 23 punti di ritardo accumulati in Australia. Distacco più che dimezzato: per parlare di una lotta esclusivamente ristretta alla famiglia McLaren c’è tempo, ma intanto Norris è avvisato.
Gli è andata pure bene, nel senso che nel finale il problema al pedale del freno è stato più incisivo (e pericoloso) di quanto si possa pensare. Ha gestito come deve gestire un aspirante campione, che non poteva di certo permettersi un passo falso dopo una sprint già piuttosto deludente; sul suo bilancio cinese è proprio la mini gara a peggiorare il quadro, perché in un colpo solo Piastri ha già ricucito parecchio. Può essere derby in famiglia, ed il segreto, sia per lui che per Oscar, è uno solo: trovare quella costanza di rendimento che, macchina a parte, ancora faticano a trovare.
E’ stato l’unico a sbilanciarsi tanto a Melbourne, dicendo che secondo lui la McLaren ha un vantaggio sufficiente da poter pensare presto al 2026. Quadro forse un po’ troppo pessimistico, ma la dice lunga sul timore che hanno gli avversari di questa MCL39. Intanto, lui pensa a massimizzare i risultati, perché non è ancora il tempo di guardare le classifiche: con una W16 buona in trazione e veloce sul dritto (scelta di assetto mirata), porta a casa un podio che corona uno dei suoi “migliori weekend in carriera”, parole sue . Un faro per la Mercedes, non c’è dubbio.
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