La Ferrari lascia Shanghai piena di dubbi, con l'onta della doppia squalifica ed una macchina sulla quale molte cose non tornano: tantissimo lavoro da fare in vista del Giappone, per raddrizzare una stagione cominciata malissimo
Il bello del rosso è che può avere tanti significati. È un colore multiuso, almeno per quello a cui viene abbinato: rosso è il colore della passione e dell’amore, ma esistono anche l’allarme rosso ed i conti in rosso. C’è il rosso di sera, più poetico, ma purtroppo c’è anche il rosso di vergogna. Ecco, tra le tante sfaccettature di questo colore, l’ultima è quella che più si addice alla Ferrari del Gran Premio di Cina.
Una doppia squalifica del Cavallino Rampante è una roba che non si era mai vista, in 76 edizioni di mondiale. E più in generale, pure una doppia squalifica per motivi diversi di due macchine dello stesso team non è che sia un qualcosa di troppo frequente. Amaro nell’amaro, come se fosse la firma di un regista sadico, la doppia esclusione dalla classifica è arrivata nel GP numero 1100 nella storia della Rossa. Fa male, per tanti e tanti motivi: perché costa punti ed è pure una bella botta sull’immagine. Quel che è successo è successo, ed è già storia; resta da capire il perché, che è ciò che più conta in assoluto.
Che la SF-25 abbia un problema, ormai è appurato. E sembra chiaro pure che questo problema sia al posteriore della vettura. Mentre tutti ci affannavamo a sottolineare il cambio di sospensione all’anteriore, erano quasi passate in sordina le parole dei tecnici che parlavano di interventi profondi pure alla sospensione posteriore. La quale è rimasta di tipo pull-rod, ma cambiando profondamente i cinematismi. E’ bene ricordarlo, mentre si fa il processo ad una Ferrari di cui ancora non si è capito tutto. In queste F1 ipersensibili, la Rossa 676 pare avere un problema legato tra mappa aerodinamica, altezze da terra e fondo, con quest’ultimo che finisce per soffrire di usura. Era successo in Australia, è successo di nuovo in Cina: dopo le libere di Melbourne i tecnici erano stati costretti ad alzare la vettura, a Shanghai dopo la sprint hanno dovuto fare lo stesso e nel caso di Hamilton non è bastato: chissà se anche sulla vettura di Leclerc, se fossero state approfondite le verifiche, si sarebbe scoperta un’usura eccessiva del plank.
Il gioco è semplice: nella sprint, con meno carburante a bordo, la macchina si appesantisce meno e sfrega meno sull’asfalto, per cui la Rossa ha avuto più margine per abbassare la SF-25; in gara invece, con il pieno, la macchina ovviamente “spancia” di più, e per questo, proprio per cercare di limitare l’usura del fondo, il team è stato costretto ad alzare la monoposto, sacrificando prestazione. Non è bastato, almeno con Hamilton, segno di una SF-25 molto al limite nelle regolazioni più estreme. Poi, da prendere con beneficio d’inventario, c’è un’altra ipotesi: con Leclerc si è finiti sottopeso proprio perché, consapevoli di un’auto molto al limite con l’usura del fondo, si è giocato sui milligrammi per cercare di limitare al massimo lo strisciamento tra fondo e asfalto. Ipotesi, non certezze: ma di certo un errore grossolano. L’idea di una monoposto sottopeso per via della singola sosta, causa di gomme usurate, per questo fisicamente limate e di conseguenza meno pesanti, non regge: poteva andare bene per Russell a Spa 2024, non alla Ferrari a Shanghai 2025, perché in Cina la maggior parte dei piloti ha chiuso il GP con un solo pit-stop.
Detto della squalifica, resta poi da capire la prestazione di questa SF-25. Si può dare per buona l’idea di una macchina costretta a girare “alta”, uscendo da quel parametro che impone alla Rossa 2025 di girare “bassa” per trovare il picco di prestazione. Di sicuro c’è stato anche altro, se è vero che Hammer ha trovato irriconoscibile la macchina tra sprint e gara e di conseguenza è stato irriconoscibile anche lui. E’ un paradosso che Leclerc, con ala rotta, abbia avuto sensazioni migliori: la rottura dell’ala, costata tra i 20 ed i 30 punti di carico (moltissimi), ha cambiato il bilanciamento dell’auto, ma che ci crediate o no Charles ha continuato ad avere una macchina bilanciata: se è vero che questa Rossa soffre tendenzialmente di sovrasterzo, aver perso carico all’anteriore ha ribilanciato il carico verso il posteriore, dando nelle mani del monegasco una monoposto più neutra. Che tutto sommato il danno potesse essere non così tanto invasivo, prova ne sia che al pit-stop i meccanici hanno lasciato l’ala com’era, senza sostituirla.
I nodi sono venuti al pettine nel finale, quando con l’usura delle gomme anteriori (più sollecitate rispetto alle posteriori), la macchina è andata nella direzione del sottosterzo, senza carico anteriore e senza “presa” delle gomme nuove: la prestazione allora è calata e Verstappen è arrivato. Bizzarro, e pure preoccupante, se le cose venissero confermate: ma Leclerc, dopo aver sofferto rispetto ad Hamilton per tutto il weekend, in gara andava meglio di Lewis ed è un dato di fatto. Verso Suzuka, la Rossa ha molto da analizzare e da comprendere, non ultimo il comportamento sempre disomogeneo della SF-25. Purtroppo, ad ora, la pole e la vittoria di Hammer nel format sprint sono un caso desolatamente isolato. Il rosso di vergogna per una figuraccia epocale, quella della doppia squalifica, bisogna toglierselo dalla faccia in fretta, superando l’imbarazzo. E c’è solo un modo per farcela: lavorare.
Stortura cinese, ovvero due Rosse "fuori"!
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