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GP Giappone, l’anteprima: 5 domande verso Suzuka

La Ferrari ha le carte per fare bene così come McLaren, ma guai a sottovalutare una Red Bull che va in Giappone per riprendere un ruolino di marcia che non vuole avere rivali; intanto massima attenzione alla nuova collocazione di Suzuka in calendario che può avere ripercussioni nelle strategie: ecco perché

GP Giappone, l’anteprima: 5 domande verso Suzuka
© Getty Images

Red Bull: tempo di vendetta?

L’anno scorso, o per meglio dire circa sei mesi fa, Max Verstappen si era legato al dito le insinuazioni post Singapore, quando in troppi avevano supposto che a tradire la RB19 al Marina Bay fosse stata la TD018 e non l'asfalto irregolare del circuito cittadino asiatico, poi alla base pure di un assetto cannato sulle due Red Bull. Stavolta Max non ce l’ha con nessuno in particolare, ma ha probabilmente la stessa fame in vista di una Suzuka che, proprio come nel 2023, diventa appuntamento di riscatto per i campioni in carica.

Su poche altre piste come a Suzuka la RB19 fece vedere tutta la sua superiorità, e destino volle che proprio là centrasse il sesto titolo Costruttori della sua storia. Laddove serve un po’ di tutto, tra carico, bilanciamento, stabilità aerodinamica ed efficienza, la RB19 dette a tutti una lezione nelle stupende mani di Max Verstappen, in simbiosi con la vettura e con una pista forse unica in termini di sensazioni che può trasmettere ad un pilota. Difficile, o forse addirittura improbabile, che la RB20 possa godere dello stesso vantaggio che aveva avuto la RB19 a fine settembre scorso: ma può, anzi deve, dimostrare di essere non solo quella da battere (obiettivo minimo, ovvio), ma di avere ancora un margine così definito da troncare di nuovo le speranze altrui che si sono fatte largo dopo Melbourne.

Non scordiamoci che la RB20 è pur sempre la macchina che ha stravinto in Bahrain e praticamente controllato in Arabia Saudita, prima di pensare ad una vulnerabilità estesa anche al Giappone oltre che all’Australia. Suzuka comunque non è solo la pista del motorista Honda, ma è pure un tracciato che pare disegnato apposta per le ultime creature di Adrian Newey, dalla RB18 in poi: sarà di nuovo bello vederli alla prova sulla pista dove, per il terzo anno di fila, Max Verstappen arriva dopo aver perso il GP precedente. Una prova da vincere, ovviamente, per dimostrare che un guasto ad un freno altro non è che un intoppo in una marcia che non vuole avere rivali.

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