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Fabiano Polimeni
21 mag 2025
L’idea di rendere obbligatori 2 pit-stop in gara è ciclicamente tornata attuale negli anni scorsi, di fronte a gare spesso noiose o, quantomeno, scontate. La strada imboccata dalla Formula 1 e da Pirelli è stata, correttamente, un’altra. Perché, val la pena ricordarlo, quando i Gran Premi si sono corsi - in altre fasi di regolamento tecnico - su più pit-stop l’aspetto strategico ha spesso sostituito l’azione in pista.
Per il Gran Premio di Monaco arriva una norma ad eventus: che si corra una gara sul bagnato o sull’asciutto, i piloti a Montecarlo dovranno effettuare obbligatoriamente due pit-stop. Come impatterà la decisione sulla vivacità della gara di domenica è tutto da scoprire. Restano i temi cruciali dell’ingresso di una Safety Car da cogliere per effettuare la sosta ai box e, altro importantissimo aspetto, in condizioni di corsa ordinarie ci sarà un primo stint da allungare il più possibile per evitare di rientrare nel traffico. O, se dovesse aprirsi una finestra utile per il pit, approfittarne per un undercut a condizione di tornare in pista con margine rispetto al pilota davanti.
In vista di Montecarlo, i team principal si sono pronunciati sulla novità strategica, con considerazioni differenti. “Dopo la gara che abbiamo corso un anno fa, introdurre un piccolo cambiamento è un aspetto interessante. Perciò do il benvenuto a questo tipo di modifiche”, le parole di Andrea Stella. “In realtà penso che sarà un po’ più insidioso se dovesse piovere, mentre in condizioni di asciutto sarà interessante. Sul bagnato potrebbero crearsi delle situazioni un po’ imbarazzanti ma non vediamo l'ora e, come ho detto, accolgo con favore il cambiamento”.
Tra gli scenari, teorici, di un doppio pit-stop da effettuare in una gara bagnata ma l'asfalto in miglioramento, non è remota l’ipotesi che un secondo pit-stop finisca per essere spostato nelle battute finali della corsa. È noto, infatti, quanto le gomme intermedie lavorino bene sull’acqua e in condizioni di pista umida, riuscendo a coprire l'intera distanza di corsa con un solo pit. Obbligare al secondo cambio gomme chiamerà in causa la presenza fondamentale della finestra per il cambio gomme, così da evitare il rientro in pista nel traffico, oltre alla decisione se restare sulle intermedie o azzardare le gomme da asciutto.
Su un aspetto, Fred Vasseur, si è espresso chiaramente: al momento l’obbligatorietà è stata discussa e decisa solo per la gara di Monaco: “E’ un episodio unico e, per un verso, non credo che la gara dell’anno scorso non sia stata avvincente, per me è stata una buona gara (vinse Leclerc; ndr).
Vedremo dopo Monaco, perché la strategia è molto difficile da definire ed è dettata dalla Safety Car. Sarà, pertanto, due volte più difficile. L’aspetto negativo dell’obbligo di 2 pit-stop potrebbe portare, con una Safety Car a inizio gara, tutti i piloti in pitlane, che è molto stretta, creando un problema.
Ma facciamo questa Monaco così, siamo abbastanza furbi da fare quest’esperimento e vedremo dopo cosa potremo fare e come migliorare la situazione”.
Per Tim Goss di Racing Bulls, “quello che vogliamo è una varietà di strategie e non appena obblighi tutti a fare due pit-stop, allora togli una buona parte dell’entusiasmo. Alcune delle migliori gare che abbiamo visto sono state quelle in cui un pilota è rimasto in pista facendo un solo hit-stop, qualcun altro due e in rimonta negli ultimi 15 giri di gara, recuperando 1 secondo e più al giro. Con il degrado gomme arrivavi al testa a testa negli ultimi 2-3 giri. Obbligare sempre a correre con due pet-stop non funzionerebbe”.
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