Frullatore Qatar, piloti di nuovo alle prese con una sfida estrema per il fisico

Frullatore Qatar, piloti di nuovo alle prese con una sfida estrema per il fisico© LAT Images

Un circuito ricco di curvoni veloci, praticamente senza respiro per i piloti. Le temperature saranno un po' più basse ma il tasso di umidità potrebbe essere ancora molto elevato. Basterà il raffreddamento del cockpit?

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Fabiano Polimeni

27.11.2024 ( Aggiornata il 27.11.2024 16:23 )

Per un abitacolo davvero "fresco", i piloti dovranno attendere l'introduzione del dispositivo di raffreddamento votato nell'ultima riunione della Commissione F1 e in arrivo nel 2025. 

L'attualità, però, dice di un GP del Qatar alle porte, in un posizionamento differente nel calendario. Un tentativo di andare incontro a temperature e tassi di umidità meno estremi rispetto ai valori che, nel 2023, misero seriamente in difficoltà il fisico dei piloti. Che, è bene ricordarlo, sono prima ancora degli atleti preparatissimi.

Ci fu chi dovette ritirarsi, esausto per il caldo estremo sofferto in abitacolo. Chi, nel dopogara, sottoporsi a controlli medici. "Oggi penso si è corso oltre il limite di quanto è accettabile. Se oltre il 50% dei piloti in griglia dice di sentirsi male, non poter guidare, vicino a svenire, non è quello che vogliamo quando corriamo a oltre 300 orari in rettilineo. Ed è così che mi sono sentito in certi momenti. Ancora più caldo e mi sarei ritirato, perché il mio corpo stava per cedere", le parole di Russell un anno fa. In più, Verstappen: "Questo tipo di temperature sono semplicemente estreme, non ha nulla a che fare con un maggiore allenamento o altro".

Più aria in abitacolo

Gli interventi possibili, sulle monoposto, tra lo scorso anno e la stagione in corso, si sono limitati a imporre una presa d'aria sul cockpit, uno "snorkel" per alimentare d'aria l'abitacolo. Un "ufficio", l'abitacolo, com'è noto estremamente più caldo rispetto alle temperature ambientali e dell'asfalto. Per il calore trasmesso dall'asfalto stesso e quello delle centraline installate tutt'intorno al sedile.

In Qatar, nel 2023, si corse tra il 6 e l'8 ottobre. Pur disputandosi di sera la gara, le temperature dell'asfalto rimasero tra i 38° C e i 36° C, mentre l'ambiente raggiunse i 40° C al venerdì, di giorno e i 32° C alla sera delle qualifiche e della gara.

Non solo gran caldo ma, altro fattore di grandissimo stress, un tasso di umidità che alla sera fu tra il 71 e il 77%. 

Una pista durissima e umidità ancora elevata

Sulle condizioni ambientali, sono da sommare le caratteristiche della tracciatura di Losail. Un circuito velocissimo, il tipico "frullatore", con il giro di qualifica a oltre 232 km/h di media. Basti pensare che 9 delle 16 curve si affrontano a oltre 200 orari, quattro, ravvicinate, a più di 250 orari. 

Questa la fotografia di Losail e del week end che fu nel 2023. Cosa attenderà i piloti tra pochi giorni? Il posizionamento a fine novembre ha aiutato sulle temperature ambientali, che si attestano oggi su valori tra 24° C e 27° C nelle ore serali. Meno caldo sì ma, negli ultimi giorni, con un tasso di umidità estremo, arrivato a sera all'84%. Se sarà una tendenza confermata tra venerdì e domenica, sarà un dato in grado di sfiancare ancora i piloti. 

Le condizioni complessive, tuttavia, dovrebbero essere migliori, per la maggiore ventilazione dell'abitacolo e le temperature più basse. Un aspetto del quale tenere pure conto, tuttavia, sarà la gara destinata a corrersi su uno o due pit-stop. Stint molto più lunghi rispetto ai tre da 18 giri ciascuno di un anno fa. Fu il limite di sicurezza prescritto da Fia e Pirelli, a seguito delle microlacerazioni subite dalle gomme nel passaggio sui cordoli.

Come affrontare condizioni tanto estreme? Vedremo nuovamente i tipici "gilet del freddo", con ghiaccio secco per rinfrescare il corpo prima di scendere in abitacolo. Poi, gran lavoro per i preparatori atletici e nutrizionisti, a seguire i piloti e l'esigenza di reintegrare i molti liquidi persi. Con tassi così elevati di umidità e caldo, in Qatar lo scorso anno i piloti arrivarono a superare la perdita di 4 kg di liquidi e fino al 5% del peso, condizione tipica delle gare più dure.


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