GP Spagna: i 5 temi del fine settimana

GP Spagna: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

La Red Bull è sì imprendibile, ma solo nelle mani di un Verstappen che raggiunge quota 40 vittorie; delude la Aston Martin, sorprende la Mercedes, mentre la situazione Ferrari sembra senza via d'uscita

05.06.2023 ( Aggiornata il 05.06.2023 12:37 )

Scala Quaranta

Quando vinse a Barcellona per la prima volta, da ragazzino, si capiva che avrebbe fatto grandi cose. A dire la verità lo si era capito anche prima, perché al di là dell'irruenza c'era un talento grezzo da svezzare ma dalla qualità purissima. A Barcellona, nel 2016, Helmut Marko decise di metterlo in macchina sulla Red Bull al posto di Daniil Kvyat anticipando una mossa di mercato che sarebbe comunque arrivata a fine anno. Diciamo che Daniil fece quello che nessun pilota sotto contratto con Milton Keynes dovrebbe fare, ovvero dare a Marko un'occasione per il licenziamento.

Non fu bella, quella mossa, e forse nemmeno più di tanto corretta da un punto di vista morale. Ma in F1, un mondo di squali, contano i risultati: e niente vieta ad un team manager, soprattutto un'eminenza grigia come quella di Marko, di fare ciò che vuole con i piloti. E lo fece, Helmut, quello che voleva: mettere il giovanissimo Max Verstappen sulla Red Bull a 18 anni e qualche mese. Ebbe ragione lui, Helmut: forse con molto più anticipo del previsto, dato che Max lo ripagò vincendo subito alla prima occasione con la casa madre. Fu la vittoria che fece arrabbiare tanto Sergio Marchionne e che lanciò nell'Olimpo il ragazzo di Hasselt.

Oggi quel ragazzo è diventato uomo. Ha una vita privata che funziona, con Kelly Piquet come compagna e da patrigno di Penelope, rispettivamente ex fidanzata e figlia di quel Daniil Kvyat a cui soffiò il sedile. Ma lasciamo da parte le vicende personali, utili per buttare nella mischia un po' di gossip ed un po' di pepe. Serivrà anche quello, in una stagione soporifera per colpa di quel ragazzino che, sette anni dopo, è lanciato nell'Olimpo degli dèi. Sette anni dopo la squadra è sempre la stessa, i mondiali vinti due (quasi tre) e le vittorie 40: Max ha sempre preferito i videogiochi alle carte, almeno questo emerge dalle interviste in cui si sbottona un po' di più, ma questa Scala Quaranta piacerà anche a lui. Mica è da tutti, raggiungere quota 40 successi in F1 prima dei 26 anni: anzi, facciamo che non è proprio da nessuno, visto che dei sei piloti capaci di raggiungere un numero così elevato di vittorie in gara nessuno ci era arrivato così in fretta.

In questo mondiale Max Verstappen è già nella fase di passeggio. E fa abbastanza senso, considerando che di GP alla fine ne mancano ancora 15. Ma se la concorrenza è questa, leggasi Sergio Perez, Max può stare assolutamente tranquillo. Negli ultimi due GP non ha mai lasciato la testa della corsa (sono già nove le gare dominate dal primo all'ultimo giro), ed è davanti dal giro 48 del GP Miami: considerando le 9 tornate della Florida, le 78 di Monaco e le 66 di Barcellona, fanno 153 giri consecutivi al comando (!). Numeri pazzeschi a cui si aggiungono altre statistiche: terzo Grand Chelem della carriera (pole, vittoria, giro veloce e gara comandata dall'inizio alla fine), sesto hat trick (pole, vittoria e giro veloce). I punti di vantaggio in classifica su Perez sono invece già 53: due gare.

In qualifica Max ha reso omaggio alla macchina, “oggi eravamo sui binari”, ed ha fatto altrettanto dopo la corsa. Come se si sentisse in debito con un team che lo ha messo in una condizione di invincibilità. Eppure, questa RB19 che può permettersi di restare tra le più veloci sul dritto pur montando l'ala posteriore da massimo carico, sta sì volando ma solo nelle sue mani: in questo sembra di rivedere il dominio Red Bull di inizio anni '10, specie le stagioni 2011 e 2013, quando Sebastian Vettel vinceva a ripetizione mentre Mark Webber, in un modo o nell'altro, si confondeva con il resto del gruppo. Proprio come Seb, anche Max diventerà un pilota capace di vincere i primi tre mondiali della carriera tutti di fila, e saranno gli unici ad esserci riusciti. Il tedesco si era portato pure a quattro di fila, prima di fermarsi: visto che la pratica iridata 2023 ha già preso una direzione ben precisa, presto per la Red Bull sarà tempo di concentrarsi sulla RB20, la creatura che punterà al titolo 2024. Perché in questo momento Max e la sua squadra hanno fame, e ne avranno ancora per un bel po'.

Verstappen: "Vogliamo continuare così"


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