La Red Bull è sì imprendibile, ma solo nelle mani di un Verstappen che raggiunge quota 40 vittorie; delude la Aston Martin, sorprende la Mercedes, mentre la situazione Ferrari sembra senza via d'uscita
Sul “33” si era costruita una storia anche fin troppo articolata. Era la 33° edizione del GP di Spagna, a Fernando Alonso era stato dato il box 33, la somma della data faceva 33 (4/6/23) e 33 sarebbero state le vittorie in carriera di Fernando se avesse vinto a Barcellona. E invece per il momento restano ancora 32, perché la vittoria è andata a quello che il 33 lo portava sul musetto fino al 2021, Max Verstappen.
E' stata sicuramente la Aston Martin più brutta dell'anno. Si può azzardare il termine delusione, considerando le caratteristiche della pista e della macchina. Invece qualcosa non ha funzionato, è mancata velocità in qualifica ma soprattutto il passo in gara, il vero punto forte della AMR23. Quest'ultima è una macchina molto gentile sulle gomme, ma che in condizioni di temperature al ribasso può fare più fatica, perché l'altra faccia della medaglia di una macchina “gentile” è quella di non mettere troppa energia nei pneumatici: un grande vantaggio quando bisogna gestire, un problema con le basse temperature. Qualcosa da analizzare insomma lo avranno anche alla factory di Silverstone, sulla quale pende il dubbio degli aggiornamenti. Non tanto da un punto di vista qualitativo, visto il recupero prestazionale messo in mostra dalla squadra nel corso del 2022 e poi durante l'inverno; il dubbio è sulla quantità, perché in epoca di budget cap gli interventi solo limitati, e sorge il dubbio che per fare un recupero del genere la squadra abbia dato fondo più di altri alle risorse. Questo significherebbe avere meno margine di intervento nel corso del campionato, proprio perché la squadra avrebbe speso di più tra dicembre e marzo. Badate bene: sono solo ipotesi nate dal fatto che rispetto alla concorrenza la squadra, pur non stando ferma, è intervenuta molto meno sulla sua macchina.
In pista Stroll è stato per la prima volta davanti ad Alonso e questa è una notizia. In qualifica, quantomeno, il risultato è stato meritato. In gara invece è sembrato che Nando giocasse al gatto con il topo: appena arrivato dietro a Lance, ha volutamente alzato il piede. Non ha attaccato, non ha attivato il Drs quando poteva: è stato un contentino per il canadese, con lo spagnolo che ha preferito evitare un duello in famiglia. Sarà l'età, sarà che Nando, agonista fino al midollo, non ha voluto infierire l'ennesimo colpo al figlio del proprietario. Al tempo stesso la si può leggere in un altro modo: non sorpassando pur potendo farlo, Nando è ricorso a quei giochetti psicologici che tanto gli piacevano ai tempi in cui sfidava Vettel. Ormai è un personaggio che ti impone sempre una duplice riflessione, ecco perché in tanti non si sono fidati di tanta grazia quando è stato il momento di attaccare Stroll. Che sia solo invecchiato, diciamo rabbonito, oppure così facendo ha voluto semplicemente far capire che lui, all'altra macchina, se la mangia come e quando vuole?
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