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Mario Andretti incita l'Italia

La leggenda delle corse, in diretta dall Pennsylvania, manda un abbraccio a tutti gli sportivi, dà qualche consiglio e invita a pensare alla luce in fondo al tunnel

Mario Andretti incita l'Italia

Mario DonniniMario Donnini

23 mar 2020 (Aggiornato alle 19:06)

È la telefonata più bella e sorprendente che ho mai ricevuto in vita mia. Sul display del cellulare, nel pigro pomeriggio di ieri, vissuto, come tutti, chiuso in casa, compare un come e un cognome, ad accompagnarsi alla scossa insistente del vibracall: MARIO ANDRETTI. Il resto, eccolo:

"Pronto, come stai? Ti chiamo dalla mia casa di Nazareth, in Pennsylvania, e sono molto, molto preoccupato e più che tutto per tutti voi, in Italia. Seguo tutto, vedo le immagini ascolto i dati e le novità e mi sento letteralmente sgomento. Non avrei mai pensato di vivere una situazione del genere, in vita mia... E Autosprint? Come fate? Riuscire ad andare avanti? Ma come, dove? Ciascuno da casa sua?".

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Campione di cuori

Signore e signori, questo è un campione del mondo ma lo è anche di cuore, Di classe e, soprattutto, di vita. Empatico, sensibile, toccante, dotato a 80 anni appena compiuti di un'energia e di una voglia di testimoniare i suoi sentimenti che ancora, anzi, adesso più che mai, fanno o scuola ai livelli più alti. La conversazione va avanti, non è questa la sede per riportarla tutta, la troverete sul prossimo numero di Autosprint per esteso, ma ciò che conta davvero è che a un certo punto Mario Andretti s'infervora ancora di più e dice:

"Senti io ho lasciato l'Italia da ragazzo e prima l'avevo vissuta nel terrore, sotto le bombe. E anche questo del Covid-19, ora, sembra tanto un bombardamento. Il nemico non può vederlo, ti colpisce all'improvviso, sceglie a caso e tu sai solo che c'è e che puoi restarne vittima. Per me, quasi settant'anni dopo, pensare che la mia cara Italia sta ancora una volta sopportando questo è terribile, è una cosa che mi fa male al cuore. Ma sappiate che ora i rifugi ci sono e sono anche i più belli e accoglienti che potevate sperare: sono le vostre case, a differenza d'allora, i posti più sicuri. E restateci sempre o il più possibile, esattamente come io sto facendo nella mia".

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L'abbraccio di Piedone

Il discorso di Mario tocca tante altre cose, mille argomenti, ma infine, con una forza che solo un campionissimo come lui può mostrare alla sua età, eccolo aggiungere:

"Pensiamo a un uragano, a un tifone, a una manifestazione terribile della natura che sta sta colpendo la cara Italia e non solo l'Italia. Ebbene, io vi dico che dovete paragonarlo a un orrendo temporale, a una terrificante mareggiata, che però lascerà il posto a un sole bellissimo, che adesso invochiamo tutti e che poi sapremo apprezzare come non mai. Saluta a nome mio tutti gli sportivi italiani e i loro cari, saluta l'Italia, io ora abbraccio tutti e penso e spero solo al giorno in cui il sole per tutti noi tornerà a splendere".

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