La leggenda delle corse, in diretta dall Pennsylvania, manda un abbraccio a tutti gli sportivi, dà qualche consiglio e invita a pensare alla luce in fondo al tunnel
È la telefonata più bella e sorprendente che ho mai ricevuto in vita mia. Sul display del cellulare, nel pigro pomeriggio di ieri, vissuto, come tutti, chiuso in casa, compare un come e un cognome, ad accompagnarsi alla scossa insistente del vibracall: MARIO ANDRETTI. Il resto, eccolo:
"Pronto, come stai? Ti chiamo dalla mia casa di Nazareth, in Pennsylvania, e sono molto, molto preoccupato e più che tutto per tutti voi, in Italia. Seguo tutto, vedo le immagini ascolto i dati e le novità e mi sento letteralmente sgomento. Non avrei mai pensato di vivere una situazione del genere, in vita mia... E Autosprint? Come fate? Riuscire ad andare avanti? Ma come, dove? Ciascuno da casa sua?".
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Signore e signori, questo è un campione del mondo ma lo è anche di cuore, Di classe e, soprattutto, di vita. Empatico, sensibile, toccante, dotato a 80 anni appena compiuti di un'energia e di una voglia di testimoniare i suoi sentimenti che ancora, anzi, adesso più che mai, fanno o scuola ai livelli più alti. La conversazione va avanti, non è questa la sede per riportarla tutta, la troverete sul prossimo numero di Autosprint per esteso, ma ciò che conta davvero è che a un certo punto Mario Andretti s'infervora ancora di più e dice:
"Senti io ho lasciato l'Italia da ragazzo e prima l'avevo vissuta nel terrore, sotto le bombe. E anche questo del Covid-19, ora, sembra tanto un bombardamento. Il nemico non può vederlo, ti colpisce all'improvviso, sceglie a caso e tu sai solo che c'è e che puoi restarne vittima. Per me, quasi settant'anni dopo, pensare che la mia cara Italia sta ancora una volta sopportando questo è terribile, è una cosa che mi fa male al cuore. Ma sappiate che ora i rifugi ci sono e sono anche i più belli e accoglienti che potevate sperare: sono le vostre case, a differenza d'allora, i posti più sicuri. E restateci sempre o il più possibile, esattamente come io sto facendo nella mia".
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Il discorso di Mario tocca tante altre cose, mille argomenti, ma infine, con una forza che solo un campionissimo come lui può mostrare alla sua età, eccolo aggiungere:
"Pensiamo a un uragano, a un tifone, a una manifestazione terribile della natura che sta sta colpendo la cara Italia e non solo l'Italia. Ebbene, io vi dico che dovete paragonarlo a un orrendo temporale, a una terrificante mareggiata, che però lascerà il posto a un sole bellissimo, che adesso invochiamo tutti e che poi sapremo apprezzare come non mai. Saluta a nome mio tutti gli sportivi italiani e i loro cari, saluta l'Italia, io ora abbraccio tutti e penso e spero solo al giorno in cui il sole per tutti noi tornerà a splendere".
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