        Quando si parla di "esecuzione" del weekend di gara, bisogna mettere in conto anche i pit-stop. Oltre ai programmi nelle libere, al lavoro sugli assetti ed agli aspetti tattici di qualifica e gara, le soste ai box rappresentano un'altra componente fondamentale per arrivare ai risultati, ed in questo senso la Red Bull al GP Giappone ha fornito un'altra prova della sua grandezza: suoi i 4 pit-stop pi&ugrave; veloci della domenica. GP Giappone: i 5 temi del fine settimana Poker oltre alla doppietta I campioni del mondo in carica infatti hanno dominato pure per quanto riguarda il lavoro dei meccanici nella piazzola di sosta, sfornando pit-stop velocissimi a Suzuka. Il pi&ugrave; veloce di giornata &egrave; stato quello di Max Verstappen in 2"08 al giro 34 (seconda fermata), di 5 centesimi pi&ugrave; rapido del secondo pit di Perez, eseguito in 2"13. Simili i tempi di sosta nel primo valzer di pit-stop: 2"16 per Perez e 2"17 per Verstappen. Chi si &egrave; avvicinata di pi&ugrave; &egrave; stata la McLaren, che ha effettuato il primo cambio gomme a Norris in 2"31, appena un centesimo pi&ugrave; rapido di quelli di Sainz e Gasly, appaiati con 2"32. Nella top 10 di giornata sono finite pure le soste di Alonso (2"34), Ocon (2"35) e Russell (2"37). L'unica sosta di Leclerc &egrave; stata invece effettuata in 2"46, al 16&deg; posto di giornata, mentre il secondo cambio gomme di Sainz al giro 36 &egrave; stato eseguito in 2"90, al 23&deg; posto di giornata (su un totale di 36 pit-stop). GP Giappone: le pagelle GP Giappone: la top 10 dei pit-stop pi&ugrave; veloci 1. Red Bull (Verstappen) - 2"08 2. Red Bull (Perez) - 2"13 3. Red Bull (Perez) - 2"16 4. Red Bull (Verstappen) - 2"17 5. McLaren (Norris) - 2"31 6. Ferrari (Sainz) - 2"32 7. Alpine (Gasly) - 2"32 8. Aston Martin (Alonso) - 2"349. Alpine (Ocon) - 2"35 10. Mercedes (Russell) - 2"37       

Nel Gran Premio del Giappone i campioni in carica si sono distinti non solo per la doppietta, ma anche per aver effettuato le loro quattro soste in tempi rapidissimi, valsi un incredibile poker in cima alla classifica dei pit-stop pi&ugrave; veloci di giornata

La Red Bull domina anche ai box: suoi i 4 pit-stop più veloci di Suzuka

        Il gran premio del Bahrain ha regalato alcune soddisfazioni alla Scuderia Ferrari, con la pole sfiorata da Leclerc e il podio di Carlos Sainz, ma anche diversi rimpianti, a partire dai problemi patiti dal monegasco con i freni. Nella gara inaugurale della stagione la Ferrari SF-24 ha comunque mostrato un buon livello di competitivit&agrave;, come testimonia&nbsp; il ridotto distacco tra Sainz e la Red Bull di Perez, e un potenziale ancora da svelare. Tra gli aspetti che possono soddisfare appieno Fr&eacute;d&eacute;ric Vasseur c'&egrave; poi quello dei pit stop: a Sakhir infatti il team di Maranello ha effettuato le soste ai box pi&ugrave; rapide del GP, andando a battere anche la Red Bull. GP Arabia Saudita, l'anteprima: 5 domande verso Jeddah Pit stop perfetti per Leclerc e Sainz La sosta pi&ugrave; rapida della gara del Bahrain &egrave; stata quella effettuata dai meccanici del Cavallino Rampante con Charles Leclerc, che &egrave; stato rimandato in pista con pneumatici nuovi dopo appena 2,23 secondi. Un'ottima prestazione ripetuta anche con il compagno di squadra Carlos Sainz, la cui sosta pi&ugrave; rapida a Sakhir &egrave; durata 2,27 secondi. Tutte i quattro pit stop effettuati dai piloti Ferrari in Bahrain sono state estremamente rapide, con il pi&ugrave; lento che &egrave; durato 2,6 secondi.  Dominatrice in pista, la Red Bull ha dovuto accontentarsi del secondo posto nella classifica dei pit stop pi&ugrave; efficienti. Facendo comunque segnare tempi estremamente rapidi: 2,27 secondi per Max Verstappen, 2,29 per Sergio Perez. Bene anche McLaren (2,33 secondi con Norris) e Racing Bulls (2,34 con Tsunoda), mentre Mercedes non &egrave; riuscita a scendere sotto la soglia dei due secondi e mezzo (2,51 con Hamilton). In fondo alla classifica Alpine, Sauber e Williams. resta dunque imbattuto il record assoluto fatto segnare l'anno scorso da McLaren con 1,80 secondi. Proprio la Sauber ha fatto registrare invece il pit stop pi&ugrave; lento, con la disastrosa sosta di Valtteri Bottas che si &egrave; protratta per ben 52,44 secondi.        

I meccanici del Cavallino Rampante hanno effettuato le soste pi&ugrave; rapide del GP del Bahrain, battendo di pochi millesimi la Red Bull

Ferrari regina dei pit stop in Bahrain

        L'avvio di stagione del 2023 &egrave; stato decisamente al di sotto delle aspettative. Nei primi due gran premi dell'anno, il team di Maranello ha accumulato appena 26 punti, con il 4&deg; posto di Sainz in Bahrain come miglior risultato. Ma se da un lato la SF-23 ha deluso dal punto di vista delle prestazioni, la Ferrari ha mostrato anche alcuni punti forti, come i pit stop. Sia a Sakhir che a Jeddah, infatti, i meccanici della Rossa sono stati i pi&ugrave; veloci a effettuare i cambi gomme. Leclerc, la faccia dopo il GP dell'Arabia Saudita &egrave; una conferenza stampa Ferrari velocissima nei cambi gomme Domenica scorsa, in Arabia Saudita, la Ferrari ha segnato il record stagionale per il pit stop pi&ugrave; rapido, cambiando le gomme di Charles Leclerc in appena 2,10 secondi. Due settimane prima, in Bahrain, la sosta del monegasco era durata 2,22 secondi: in entrambi i casi si tratta dei pit pi&ugrave; veloci delle rispettive gare. Anche con Sainz i tempi sono stati estremamente ridotti, con soste nell'ordine dei 2,3 secondi. Su questo fronte, la Ferrari si &egrave; rivelata pi&ugrave; solida e competitiva dei diretti avversari: la sosta pi&ugrave; veloce di Red Bull, con Verstappen in Bahrain, &egrave; durata 2,25 secondi. Quella di Mercedes 2,40 secondi (con Hamilton, sempre a Sakhir), mentre Aston Martin non &egrave; scesa sotto i 2,48 secondi (Stroll, ancora in Bahrain). La classifica dei pit stop&nbsp; DHL, in qualit&agrave; di partner della Formula 1, ogni anno aggiorna una classifica dei migliori pit stop, assegnando un punteggio analogo a quello dei GP: la sosta pi&ugrave; rapida della gara vale al team 25 punti, la seconda 18, la terza 15 e cos&igrave; via. Dopo le prime due gare dell'anno, Ferrari conduce saldamente questa classifica con 73 punti, seguita da Red Bull a quota 49, Mercedes con 30 e Alpine con 28. Seguono poi Aston Martin (11 punto), Alpha Tauri e Haas (4), McLaren (2), Williams (1) e Alfa Romeo, fanalino di coda con zero punti. Ma chi sono stati i team pi&ugrave; rapidi negli scorsi anni? Dal 2015, quando &egrave; stato introdotto il DHL Fastest Pit Stop Award, il Titolo &egrave; andato per ben 5 volte alla Red Bull, dal 2018 al 2022, mentre Ferrari, Williams e Mercedes vantano un'affermazione ciascuna, rispettivamente nel 2015, 2016 e 2017. Anche il pit stop pi&ugrave; veloce registrato &egrave; stato realizzato dalla Red Bull: nel GP del Brasile 2019, i meccanici del team anglo-austriaco riuscirono a cambiare le gomme di Max Verstappen in appena 1,82 secondi: si tratta di un record tuttora imbattuto.        

I meccanici del Cavallino Rampante sono stati i pi&ugrave; rapidi sia in Bahrain che in Arabia Saudita: ecco la classifica dei pit stop pi&ugrave; veloci

Ferrari regina dei pit stop: di Leclerc le soste più veloci del 2023

L'edizione 2008 del GP di Singapore, prima gara in notturna nella storia della F1, è stata teatro di uno degli episodi più controversi di sempre. Al giro 13 infatti la Renault di Nelson Piquet Jr si schianta contro le barriere, causando una Safety car da cui si avvantaggerà notevolmente, tanto da vincere la gara, Fernando Alonso. Felipe Massa, partito in pole position, rientra ai box subito dopo. Alla ripartenza dal pit, il pilota brasiliano porta con sé il tubo del rifornimento, ferendo un meccanico e gettando al vento ogni possibilità di vittoria. I punti persi a Singapore saranno poi fatali per le ambizioni iridate di Massa. Nel 2009, il caso Piquet viene messo sotto la lente d'ingrandimento della FIA, che giudica la Renault colpevole di aver architettato tutto per favorire la vittoria di Alonso.

GP Singapore 2008, l'incidente di Piquet e il disastroso pit stop di Massa

        Lo scorso anno, in una stagione di 17 GP, i punti raccolti dalla Ferrari furono 131. Quest'anno, dopo i primi 17 GP, i punti sono decisamente di pi&ugrave;: 250,5, quasi il doppio. Merito di una squadra che ha saputo rivoltare il pi&ugrave; possibile un progetto fallimentare, la SF1000, in una macchina in grado di essere spesso la terza forza in pista, la SF21. Ci sono molti aspetti positivi nel 2021 della Ferrari, capace di sviluppare una vettura che aveva tantissimi difetti e di portare un motore con un sistema ibrido di nuova concezione, aspetto mai facile a stagione in corso. Ci sono per&ograve; anche delle note negative, come ha sottolineato Carlos Sainz: i pit-stop. E' morto Milton Da Silva, padre di Ayrton Senna La frustrazione del dopo gara Lo spagnolo nel GP degli Usa &egrave; stato attardato da una sosta troppa lunga (5"6) che gli ha impedito di provare l'undercut su Ricciardo e costretto a finire nelle grinfie di Bottas, passando cos&igrave; da un potenziale 5&deg; posto al 7&deg; finale. E' la seconda volta di fila dopo il GP di Turchia (ad Istanbul la fermata del numero 55 era durata addirittura 8"1) che Sainz perde terreno in corsia box, una situazione spiacevole perch&eacute; nel corso dell'anno il Cavallino non &egrave; stato perfetto da questo punto di vista, perdendo parecchi punti. Un quadro che non piace allo spagnolo, come ha spiegato nel post-gara: "Nel secondo stint ero bloccato dietro a Ricciardo e abbiamo provato l&rsquo;undercut nei suoi confronti: considerando i tempi l'operazione ci sarebbe riuscita senza troppi problemi e questo ci avrebbe permesso di avere pista libera alle spalle di Charles. Purtroppo per&ograve; abbiamo avuto un pit stop lento e cos&igrave; mi sono ritrovato di nuovo dietro a Ricciardo. Le ho provate tutte per passarlo e cos&igrave; facendo ho danneggiato le gomme, il che ha permesso a Bottas di superarmi nel finale. Sono frustrato perch&eacute; il risultato di oggi non &egrave; stato in linea con il nostro potenziale". Brawn: Usa e F1, adesso &egrave; vero coinvolgimento Troppi punti persi Secondo le parole raccolte da RaceFans, lo spagnolo ha poi rincarato la dose: "Abbiamo avuto nuovamente un pit-stop sfortunato, dobbiamo continuare ad analizzare quella fase ed a migliorare come squadra perch&eacute; non siamo contenti della situazione. Sono stati diversi i pit-stop in cui abbiamo fatto fatica, penso che a me sia stata la seconda volta consecutiva che &egrave; accaduto e la terza in tutta la stagione. Sono molti i punti che stiamo lasciando sul campo con questi piccoli problemi. Dobbiamo continuare a lavorare come una squadra per migliorare questo aspetto. Forse quest'anno i punti non sono cos&igrave; importanti, ma se vogliamo lottare per i campionati in futuro questo &egrave; uno dei punti in cui dobbiamo diventare eccellenti ed al momento ci manca qualcosa per esserlo". Seidl: "Sainz furbo a restituire la posizione"       

Lo spagnolo dopo la prova di Austin si &egrave; detto frustrato per un risultato non all'altezza del potenziale, a causa di una sosta troppo lungo che gli ha precluso il tentativo di undercut su Ricciardo e lo ha messo in condizione di diventare preda di Bottas

Sainz ed i pit stop: "Molti punti persi, attenzione a quando conteranno di più"

          "La prossima direttiva mi dir&agrave; quando andare in bagno". Christian Horner l'aveva presa cos&igrave;, a giugno, quando erano state deliberate delle nuove linee guida mirate a rallentare, per rendere pi&ugrave; sicure, le soste ai box. Una direttiva che l'ambiente Red Bull aveva visto come un affronto, dal momento che i bibitari sono quasi sempre i pi&ugrave; veloci nell'effettuare i pit-stop. Nelle ultime due gare per&ograve; anche loro hanno avuto problemi, e se Monza &egrave; stata una diretta conseguenza di queste nuove regole, lo stesso non si pu&ograve; dire di Sochi.  Piero Ferrari tra Michael e Mick Schumacher Cosa dice la nuova direttiva Il team principal della Red Bull, intervistato al riguardo da Speedweek, ha spiegato che le soste lente di Verstappen a Monza e di Perez in Russia sono da ricondurre a motivi diversi, e solo la prima &egrave; figlia delle nuove direttive. Queste ultime, impongono che alcune operazioni non possono essere inferiori a 15 centesimi di secondo, mentre il tempo minimo tra il rilascio delle pistole una volta avvitato il dado ed il semaforo verde che d&agrave; l'ok alla ripartenza dalla piazzola deve essere di almeno due decimi di secondo. Inserendo un tempo obbligatorio di attesa, l'addetto al martinetto non pu&ograve; premere il pulsante del rilascio prima di questo intervallo, e se lo fa comunque il pulsante non funziona. Motivo per cui ora scendere sotto i 2" &egrave; impossibile, con Horner che indica in 2"1-2"2 il tempo migliore per una sosta pi&ugrave; rapida possibile.  Ferrari, Rueda analizza il dilemma tattico di Leclerc La spiegazione di Horner "Monza &egrave; stata una conseguenza delle nuove direttive - ha spiegato il team principal di Milton Keynes -, si &egrave; trattato di un errore umano (un pulsante dell'avviatore&nbsp;&egrave; stato premuto qualche istante di anticipo, ndr). A Sochi invece &egrave; stato qualcosa di diverso, a Perez si &egrave; bloccata la posteriore destra durante il cambio gomme, Checo invece pensava di avere gi&agrave; avuto il segnale per ripartire ma si &egrave; dovuto fermare di nuovo. Abbiamo dunque dovuto effettuare la procedura di ripartenza da capo. Stiamo parlando solo di pochi secondi, ma in una situazione del genere si accumulano e diventano tanti. L'allenamento sui pit-stop &egrave; continuo, ma &egrave; vero che da quando &egrave; cambiata la regola &egrave; diventato tutto pi&ugrave; difficile".  GP Russia, i team radio: Norris capoccione, Leclerc gara f***, che chiamata della Mercedes Prosegue la campagna acquisti Sulla situazione del mercato dei tecnici, Horner invece ha puntualizzato che Newey non lascer&agrave; la Red Bull in direzione Aston Martin, mentre gli acquisti dalla Mercedes per il reparto motori che sta sorgendo prosegue: "Il reclutamento &egrave; in pieno svolgimento, direi che siamo pi&ugrave; o meno a met&agrave;. Alcuni hanno gi&agrave; iniziato a lavorare, cerchiamo anche giovani talenti. Adrian alla Aston Martin? No".&nbsp;  Power Unit, la situazione dopo Sochi         

Il team principal della Red Bull ha spiegato che la lunga sosta di Verstappen a Monza era dovuto alla nuova direttiva sui pit-stop, mentre invece l'errore di Sochi con Perez &egrave; stato diverso

Horner e la direttiva sui pit-stop: "A Monza colpa delle nuove regole, non a Sochi"

Una volta c&#39;erano Ferrari, Mercedes e Red Bull a contendersi il primato di pit stop pi&ugrave; veloce. A Montecarlo, invece, complice forse l&#39;incertezza per la scelta intermedie o slick, i pi&ugrave; bravi e rapidi al cambio gomme sono stati quelli i meccanici della Williams, che per tradizione non ha mai fatto faville nei pit stop. Memorabile quando a un Gp Portogallo di tanti anni fa a Mansell dimenticarono di fissare una gomma e lo mandarono fuori in pit lane con la ruota che si sfil&ograve;.   F1, l&#39;analisi del GP di Monaco: tra mostri e sfortunati  Dopo tanti anni di sbandamento e di posizioni perse (anche due anni fa Massa e Bottas dovettero cedere posizioni in corsa per pit stop lenti), a Montecarlo la crew di meccanici di Bottas e Massa hanno segnato i primi tre tempi pi&ugrave; rapidi al cambio gomme: rispettivamente 2&#39;43&quot; (Bottas), 2&#39;44&quot; (Massa) e 2&#39;81&quot; (ancora Bottas). Ancora i meccanici di Massa hanno ottenuto dopo il secondo anche il quinto miglior tempo al successivo pit stop (2&#39;92&quot;).      E la Ferrari? E la Mercedes? Tutti sopra i 3 secondi, tempo ormai considerato non pi&ugrave; da primato per un pit stop. Desolatamente ultima la Red Bull con i 13&quot;6 impiegati per cambiare a Ricciardo le gomme che non si trovavano nel retro box. Per&ograve; il team anglo-austriaco ha mostrato la sua bravura quando tutto fila liscio stabilendo con la squadra di meccanici di Verstappen il quinto miglior tempo di cambio gomme (a pari merito con la Williams) in 2&#39;92&quot;.     

La squadra di Bottas e Massa la pi&ugrave; rapida nei cambi gomme: 2&#39;43&quot;. Ferrari e Mercedes non sono nei top 5<o:p></o:p>

Alla Williams il pit stop pi&ugrave; veloce a Montecarlo

A Sochi c&rsquo;erano pochi margini per inventarsi strategie alternative (e vincenti) sul fronte delle soste ai box. Un circuito per nulla aggressivo sugli pneumatici ha ridotto notevolmente i margini operativi degli strateghi. I due pit-stop erano un&rsquo;opzione, vero, non certo quella migliore: una sola fermata &egrave; stata la soluzione preferita dalla stragrande maggioranza dei piloti al traguardo. Nei primi dieci sono solo Massa e Perez a passare due volte dai box, per ragioni profondamente diverse.  Felipe decide di fermarsi nel finale di gara per fare un pit di sicurezza, avendo ampio margine di vantaggio su Alonso, senza correre rischi sulla tenuta delle gomme morbide. Una Williams che ha sofferto in gara la gestione degli pneumatici nel finale dello stint, come ha confermato Bottas. Perez, invece, protagonista della foratura in curva 2, si &egrave; fermato subito al primo giro e, in seguito, al 27mo: partenza a parte, una gara tutta su gomme morbide usate.  &ldquo;Alternative&rdquo; (e per nulla convincenti) le scelte Red Bull e di Gutierrez. Si noti che erano i piloti con il maggior numero di gomme supermorbide selezionate alla vigilia, eppure, all&rsquo;ingresso della safety car sia Ricciardo che Kvyat e Gutierrez montano gomme medie. La mescola meno prestazionale e indicata per Sochi, con la speranza di poter andare fino all&rsquo;arrivo senza pi&ugrave; fermate e ritrovarsi abbonati i secondi della fermata, avendola fatta sotto SC. I tempi sono stati, per&ograve;, tristemente lenti (1&rsquo;42&rdquo;344 il migliore, di Kvyat) se raffrontati con lo stesso 1&rsquo;41&rdquo;364 di Rosberg &ndash; seconda miglior prestazione con gomme supermorbide, nella fase iniziale di gara, a macchina ancora pesante &ndash;. Restando sui crono della domenica, Nico sottolinea tutta la sua superiorit&agrave; ottenendo 1&rsquo;39&rdquo;094, giro veloce in gara, negli ultimi passaggi: ha controllato la rimonta di Hamilton, prima che Lewis tirasse i remi in barca per i problemi di pressione dell&rsquo;acqua, stampando un gran giro a ribadire il suo stato di forma. Precede Raikkonen, miglior tempo in 1&rsquo;40&rdquo;101, quasi 1&rdquo; dietro, e Hamilton, 1&rsquo;40&rdquo;266. Con gomma supermorbida, Massa approfitta del set usato montato al giro 46 e con macchina scarica ottiene 1&rsquo;39&rdquo;743, poi Rosberg e Wehrlein, anche lui con supersoft nello stint finale, dal giro 39: 1&rsquo;41&rdquo;907.    L&rsquo;opzione dell&rsquo;unica sosta era quella corretta, con la possibilit&agrave; di giocare un po&rsquo; sulla lunghezza del primo stint. La safety car ha allungato la durata, portando la previsione di stop al 18mo giro della Pirelli, fino al 21mo per i migliori nella top ten. Rosberg e Alonso sono stati gli ultimi a fermarsi (in realt&agrave; &egrave; Ericsson a fare 27 giri con le supersoft, montate al primo giro e sostituite al 28mo, per confermarle fino all&rsquo;arrivo). Non ha potuto approfittarne Bottas, causa gestione della gomma da parte della Williams: stop al 16mo giro. Hamilton ha copiato la mossa di Valtteri per evitare l&rsquo;undercut e ha passato in pista il finlandese. Importante notare come la manovra abbia dato strada libera &ndash; una volta passato anche di Alonso, con facilit&agrave; &ndash; per fare giri veloci in sequenza e aprire un gap maggiore su Raikkonen. Kimi &egrave; rimasto fuori fino al 20mo giro, scelta che gli ha consentito di passare Bottas, ma al tempo stesso tra il 18mo e 20mo giro Hamilton ha ampliato il margine sulla Ferrari rispetto a quanto non fosse prima della sosta.  Osservando gli stint pi&ugrave; lunghi con ciascuna mescola, svettano i 51 giri di Kvyat sulle medie (mai competitive), i 41 giri di Sainz sulle morbide (Carlos chiuder&agrave; fuori dalla top ten, passato da Button nel finale, poi anche da Ricciardo) e i 27 giri di Ericsson con le supermorbide.  &laquo;La safety car nelle prime fasi ha sicuramente aggiunto una variabile interessante alla gara, con diversi piloti che hanno tentato una strategia alternativa. Alla fine, Dany Kvyat ha completato l&rsquo;intera gara sulla mescola media, in un&rsquo;era in cui c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; carico sui pneumatici di quanto ce ne sia mai stato nella storia della Formula 1. Abbiamo visto anche altre strategie differenti: Alonso, Magnussen e Grosjean sono riusciti a massimizzare le loro opportunit&agrave; con un solo pit stop, recuperando diverse posizioni rispetto a quelle di partenza. In generale, come dalle nostre previsioni, la strategia su una sola sosta si &egrave; dimostrata quella ottimale, con basso consumo e degrado per tutte e tre le mescole&raquo;, ha analizzato Paul Hembery. Gran Premio di Russia che ha rappresentato non solo il 100mo week end di gara per Hulkenberg e Perez, ma anche la 100ma corsa di Pirelli dal rientro in Formula 1 come fornitore di pneumatici, nel 2011.  Fabiano Polimeni    

A Sochi, pochi margini per inventarsi soluzioni alternative all&rsquo;unica sosta. Non paga la scelta Red Bull, Massa fa un pit di sicurezza

GP Russia, strategie &ldquo;obbligate&rdquo;

Non stupisce pi&ugrave; la variabilit&agrave; di strategie adottate dai team quest&rsquo;anno in gara. La disponibilit&agrave; di una terza mescola consente di creare situazioni molto differenti pur all&rsquo;interno di uno stesso quadro, quello del numero di fermate. Il Gran Premio di Cina vede la prevalenza dei tre pit-stop, peraltro gi&agrave; anticipati dalla Pirelli come la soluzione pi&ugrave; rapida, pi&ugrave; che mai differenti sono state, invece, le mescole adottate in ciascun segmento di gara (13 piloti hanno usato tutti i tre compound).  Poi abbiamo gli scenari &ldquo;alternativi&rdquo;, Rosberg e Massa gli unici due piloti a concludere la gara con due fermate ai box, possibilit&agrave; che sembrava potesse sfruttare anche Button, a centro gruppo, salvo doversi fermare a 12 giri dalla fine per tornare sulle supermorbide. Un elemento comune a gran parte dei piloti &egrave; stata la scelta di terminare su gomme medie. Tra i primi 10 solo Vettel, Raikkonen e Verstappen hanno tagliato il traguardo con gomme morbide e, non &egrave; un caso, proprio questa differenziazione di mescola rispetto ai diretti avversari ha consentito di recuperare posizioni. Vettel &egrave; stato l&rsquo;unico pilota tra i primi 13 a non utilizzare la gomma media, confermando, anzi, la capacit&agrave; di girare a lungo con le mescole pi&ugrave; morbide e su tempi competitivi.  Nonostante si trovasse nella bagarre per recuperare dopo il contatto in partenza con Raikkonen, Seb ha effettuato 13 giri con le gomme supermorbide &ndash; altra &ldquo;unicit&agrave;&rdquo;, solo lui ha montato le Pirelli rosse al giro 4, in occasione della prima fermata sotto safety car &ndash; e 21 con le morbide nello stint finale della corsa. Con gomme medie, invece, &egrave; Perez a portarle &ldquo;al limite&rdquo;: 28 giri, da met&agrave; gara al traguardo.  Un discorso a s&eacute; merita la scelta di Rosberg di puntare sulle due soste. Aver disputato la Q2 al sabato con le morbide prefigurava l&rsquo;intenzione di coprire uno stint iniziale di gara lungo, senza subire il decadimento delle supermorbide, seppur pi&ugrave; veloci, con il pieno di benzina, situazione che al venerd&igrave; si era manifestata evidente sulle Mercedes. Nico non si ferma all&rsquo;ingresso della safety car, fattore buono per allungare ulteriormente lo stint. Stessa scelta fanno Alonso, Gutierrez, Wehrlein, Haryanto e Palmer, tutti poi arretrati, con Fernando il migliore al traguardo (12mo). La prima fermata arriva al 20mo giro ed &egrave; al rientro in pista che si intuisce quanto forte fosse Nico. Vettel si ferma al giro 17 per montare le morbide, 3 giri di differenza tra i due, ma se Sebastian dopo un primo giro record di 1&rsquo;40&rdquo;8 fa 1&rsquo;42&rdquo; e 1&rsquo;43&rdquo; nei giri successivi e poi due passaggi sull&rsquo;1&rsquo;41&rdquo;8, Rosberg fa 1&rsquo;40&rdquo;6, tre giri sull&rsquo;1&rsquo;40&rdquo;8, poi 1&rsquo;40&rdquo;580 e amplia nettamente la forbice su Vettel, alle spalle di Kvyat.    I migliori crono con ciascuna mescola confermano la forza Mercedes: con gomme medie Rosberg marca 1&rsquo;40&rdquo;418, Hamilton 1&rsquo;40&rdquo;662 e Ricciardo 1&rsquo;41&rdquo;015. Si tratta di riferimenti assolutamente indicativi, perch&eacute; tutti usano la mescola pi&ugrave; dura nello stint finale, con Rosberg verosimilmente in grado di estrarre qualcosa in pi&ugrave; dalla gomma, essendo gi&agrave; in modalit&agrave; gestione-gara, visto il vantaggio. Su gomme morbide &egrave; Verstappen a sfruttare il frangente favorevole, l&rsquo;ultimo stint a macchina leggera lo porta a 1&rsquo;40&rdquo;399, contro l&rsquo;1&rsquo;40&rdquo;580 di Rosberg (ottenuto a met&agrave; gara) e l&rsquo;140&rdquo;582 di Nasr a fine gran premio. Poco indicativi i giri veloci con le supermorbide, ottenuti a fine gara da Hulkenberg (1&rsquo;39&rdquo;824), Grosjean (1&rsquo;39&rdquo;923) e Button (1&rsquo;40&rdquo;298).  Ultima nota, l&rsquo;analisi della strategia Mercedes per Hamilton. Parte con gomme morbide per puntare a due stop solamente, per&ograve; in curva 2 dopo la partenza danneggia l&rsquo;ala (conseguentemente il fondo nella zona del tea-tray) e deve fermarsi. Entra la safety car al giro 4 e Lewis viene richiamato ancora un giro dopo, per montare le supermorbide, che per&ograve; vengono tolte al giro 6. Piuttosto incomprensibile la scelta. L&rsquo;unica ragione pu&ograve; leggersi nella volont&agrave; di utilizzare due mescole subito, approfittando della fase di neutralizzazione, per lasciarsi libera l&rsquo;opzione di condurre il resto della gara sulle morbide, cosa poi non fatta visto lo stint conclusivo sulle medie. Altro dettaglio che ha inciso sulla strategia di Hamilton, l&rsquo;essersi trovato dietro Raikkonen senza riuscire a superarlo, pur avendo gomme morbide usate contro le medie di Kimi. L&igrave; la scelta di anticipare la sosta (giro 30, dopo appena 9 passaggi) e tornare in pista con le medie, riuscendo nell&rsquo;intenzione di sopravanzare ai box la Ferrari, salvo poi trovarsi con gomme pi&ugrave; &ldquo;lente&rdquo; rispetto a Kimi sulle morbide a macchina leggera.  &laquo;La maggior parte dei team ha affrontato il Gran Premio di Cina, di cui quest&rsquo;anno abbiamo avuto il piacere di essere sponsor,&nbsp; con meno percorrenza sull&rsquo;asciutto di quanto avrebbero voluto. Di conseguenza, le loro previsioni sulla strategia sono state ancora pi&ugrave; complesse, ma Rosberg e la Mercedes hanno fatto esattamente le chiamate giuste, dopo essere partiti sulle soft, il che dimostra quanto la strategia inizi davvero prima delle qualifiche&raquo;, spiega Paul Hembery.  &laquo;Il circuito di Shanghai &egrave; uno dei pi&ugrave; impegnativi dell&rsquo;anno per le gomme, eppure la vittoria di Rosberg &egrave; stata conquistata con due soste soltanto, pur con l&rsquo;aiuto di un breve periodo di safety car. Alle spalle del vincitore, tanti e diversi gli approcci utilizzati, a sottolineare con quanta efficacia i team utilizzino la scelta delle tre mescole 2016&raquo;.  Fabiano Polimeni    

Tante strategie differenti nell&rsquo;utilizzo delle gomme Pirelli. Vettel non usa le medie, Hamilton fa cinque soste

GP Cina, a Rosberg ne bastano due (soste)

Pit Stop con Liam Morgan

Toro Rosso, prove di pit-stop dentro la fabbrica

&ldquo;Punirli&rdquo;? E come? Sulla base di quale norma? Quanto fatto dal box Mercedes a Silverstone, ovvero l&rsquo;uscita improvvisa in pitlane per provare a &ldquo;trarre in inganno&rdquo; la Williams dando l&rsquo;impressione che Hamilton o Rosberg si sarebbero fermati per il cambio gomme in anticipo, ha riportato la Formula 1 indietro di diversi anni, alle lotte strategiche e psicologiche tra muretti, quelle dei mondiali contesi tra Schumacher e Hakkinen. Un tranello per indurre in errore i rivali, come lo stesso Toto Wolff ha ammesso nel dopogara. Non ci sono cascati nel box di sir Frank, ma sul punto interviene adesso una Fia che sembra voler giocare il ruolo di un padre un po&rsquo; bacchettone.  La norma in questione &egrave; l&rsquo;art. 23.11 del regolamento sportivo, che recita testualmente: &laquo;Al personale del team &egrave; consentito stare in pitlane immediatamente prima l&rsquo;intervento sulla macchina e devono rientrare non appena le operazioni sono concluse&raquo;. Alquanto generica come disposizione, ma soprattutto lascia aperto il campo a un possibile ripensamento. Come si pu&ograve; penalizzare un team e dimostrare il &ldquo;dolo&rdquo;, la volont&agrave; di mettere in scena una manovra fasulla per fini strategici? A meno che qualcuno non confessi, resta la libera scelta di cambiare idea.  Se da un lato &egrave; legittimo voler ridurre la presenza dei meccanici in pitlane al minimo necessario, per evitare rischi e un affollamento della corsia box, dall&rsquo;altro si mortifica anche la possibilit&agrave; di giocare con la strategia, gi&agrave; di per s&eacute; ingessate e senza grandi margini di manovra.  &laquo;Al momento, quanto ha fatto la Mercedes va bene, visto che nessuno sapeva che non avrebbero effettuato il pitstop realmente. Infatti, non lo sappiamo. Secondo quanto &egrave; stato riportato, per&ograve;, avendo ammesso che si trattava di una fermata finta, potrebbero aver violato la norma&raquo;, ha dichiarato un portavoce della Fia a Motorsport.com. Le contromisure non si faranno attendere, evidentemente per colmare quella che &egrave; una lacuna regolamentare, lasciando l&rsquo;art. 23.11 ampia libert&agrave; di interpretazione. &laquo;Uscire in pitlane come hanno fatto, senza una valida ragione, non &egrave; consentito ma la difficolt&agrave; sta nel provare che c&rsquo;&egrave; stata un&rsquo;effettiva violazione della norma. Non abbiamo intenzione di dare altre possibilit&agrave; e parleremo con tutti i team in Ungheria a tal proposito, avvisandoli che vogliamo vedere e sentire delle prove che indichino chiaramente l&rsquo;intenzione di fermarsi&raquo;, prosegue il portavoce.  Ergo? Comunicazioni via radio, il canonico &laquo;Box, box, box&raquo;, ma la scappatoia potrebbe comunque ricavarsi, rendendo vana ogni rincorsa della federazione &ndash; peraltro piuttosto sterile &ndash; basta immaginare una strategia definita prima della gara con il pilota, un accordo che &ldquo;accontenti&rdquo; la Fia ma in realt&agrave; lasci comunque libero il team di giocare. Come? Chiamando la fermata dal pitboard, ma sapendo gi&agrave; il pilota di doverla ignorare e affidarsi solo alla comunicazione via radio. Come si comporterebbe in quel caso la Fia? La &ldquo;prova&rdquo; dell&rsquo;intenzione effettiva di fermarsi l&rsquo;avremmo, quanto al risultato si tornerebbe al siparietto di Silverstone. A meno di non voler andare ancora oltre e imporre l&rsquo;obbligo di fermata per il pilota una volta occupata la postazione del cambio gomme da parte dei meccanici, forse per&ograve; meglio concentrarsi su altri problemi della Formula 1&hellip;  Fabiano Polimeni

La manovra del box Mercedes a Silverstone non &egrave; piaciuta ma, di fatto, non  &egrave; stata violata alcuna norma. Ecco perch&eacute;

F1, la Fia avvisa: basta pit-stop fasulli

Il team Mercedes non possiede solo il record per il pit stop pi&ugrave; veloce, ma anche la migliore media tra tutti i pit-stop sin qui effettuati. Conteggiando il tempo complessivo compreso tra l&rsquo;inizio e la fine della speedzone in pit lane, il tempo medio per ogni pit stop della Mercedes &egrave; di 23&rdquo;6 rispetto a 23&rdquo;9 della Ferrari.

F1, Mercedes al top nei pit-stop

Non riserva sorprese la strategia nel Gran Premio d&rsquo;Austria. Alla vigilia della gara il &ldquo;dubbio&rdquo; era tra le due soste, teoricamente pi&ugrave; veloci secondo i calcoli Pirelli ma con l&rsquo;incognita traffico, e la fermata unica, sufficiente guardando al comportamento delle gomme al venerd&igrave; e al sabato. Con l&rsquo;ingresso della safety car per l&rsquo;incidente tra Raikkonen e Alonso ogni incertezza &egrave; stata spazzata via, perch&eacute; i 6 passaggi dietro la macchina di sicurezza hanno consentito da un lato di allungare il primo stint su gomme supersoft, dall&rsquo;altro di alleggerire un po&rsquo; le monoposto e superare la fase pi&ugrave; impegnativa per lo stress sugli pneumatici.  Raikkonen era tra i piloti partiti su gomme morbide, alla ricerca di una rimonta che avrebbe dovuto poggiare la basi sull&rsquo;ottimo ritmo gara Ferrari al venerd&igrave;, cercando di andar quanto pi&ugrave; lunghi possibile, a meno che non fosse rimasto bloccato nel traffico. L&rsquo;incidente in curva 2 ha scritto la parola fine su tattiche, rimonte e Gran Premio d&rsquo;Austria. Insieme al finlandese, anche Maldonado, Perez e Ricciardo hanno puntato sulle Pirelli gialle, riuscendo tutti ad arrivare nei punti. Record di giri percorsi per l&rsquo;australiano, che arriva a ben 50 tornate, il miglior indicatore di quale sia stato il comportamento delle gomme al Red Bull Ring. L&rsquo;ultimo stint fatto su gomme supersoft, poi, gli ha consentito di staccare il miglior crono, in 1&rsquo;11&rdquo;689, davanti a 1&rsquo;11&rdquo;785 di Maldonado e 1&rsquo;12&rdquo;001. I primi due hanno beneficiato di macchine molto leggere, Rosberg, invece, ha costruito il tempo nello stint iniziale, prima della sosta, arrivata al 33mo giro, due tornate prima di Hamilton, una prima di Massa e 3 prima di Vettel, il pilota che tra i piloti di testa ha allungato maggiormente lo stint.    Andati sulle soft, i tempi registrati dicono qualcosa di molto interessante, palese guardando l&rsquo;1&rsquo;11&rdquo;235 di Rosberg, l&rsquo;1&rsquo;11&rdquo;475 di Hamilton e l&rsquo;1&rsquo;11&rdquo;499 di Vettel: meno di 3 decimi tra la Ferrari e il miglior giro Mercedes. In realt&agrave; &egrave; un dato da contestualizzare, frutto della rimonta forzata di Sebastian, a dover recuperare il tempo perso al pit-stop su Massa, mentre in testa Nico poteva condurre gara di conserva, vista anche la penalizzazione di 5&rdquo; comminata a Hamilton. E&rsquo; lecito pensare avessero del margine, anche perch&eacute; lo hanno espresso alla perfezione nella prima met&agrave; di gara.  Guardando alle strategie degli altri piloti, colpiscono gli &ldquo;appena&rdquo; 26 giri fatti da Bottas e i 25 di Hulkenberg &ndash; in linea con la previsione Pirelli, di fermata al 24mo giro, ma senza tenere in conto la safety car &ndash;, in bagarre fino al giro del pit, quando il finlandese ha avuto la meglio con una manovra decisa in curva 3 sul pilota Force India, ripetuta dopo la sosta, visto che Hulkenberg gli era balzato nuovamente davanti.    Quanto alla durata degli stint, abbiamo gi&agrave; detto dei 50 passaggi di Ricciardo sulle soft, mentre sulle supersoft &egrave; stato Vettel a tenerle pi&ugrave; a lungo di tutti, 36 passaggi con i tempi sul giro che si sono alzati solo nelle tornate finali, andando sopra l&rsquo;1&rsquo;13&rdquo; rispetto a un passo che l&rsquo;ha visto per ampie porzioni di gara al di sotto, unico insieme ai due Mercedes (poi riferimento copiato anche da Massa).  E&rsquo; stata una strategia a due soste forzate, quella di Kvyat fermatosi gi&agrave; al primo giro, con la sostituzione del musetto sulla Red Bull, mentre la Sauber di Ericsson, dopo lo stop al secondo giro ha pittato di nuovo al 12mo e al 45mo, quando ha sfruttato nuovamente le supersoft. Nella strategia dello svedese, per&ograve;, hanno inciso il primo giro, quando passando sui detriti dell&rsquo;incidente in curva 2 ha danneggiato l&rsquo;ala ed &egrave; stato costretto al rientro anticipato, oltre a problemi di natura elettrica.  Fabiano Polimeni

La safety car ha allungato il primo stint e confermato la strategia a una sosta. Ricciardo record: 50 giri con le soft

GP Austria, solo 21 pit-stop

Ci si aspettava qualcosa di diverso, specialmente sul fronte delle prestazioni delle monoposto, che avrebbero potuto stressare maggiormente le gomme e il prodotto progettato per il 2015 &egrave; stato sviluppato per essere pronti alla &ldquo;sfida&rdquo;. Nuova costruzione al posteriore, utile per una migliore distribuzione del calore sulla superficie, limitando i fenomeni di graining e blistering. Paul Hembery risponde a quanti hanno criticato l&rsquo;eccessiva stabilit&agrave; degli pneumatici, talmente costanti nella prestazione da contenere il numero di pit-stop spesso tra una e due soste. Non &egrave; l&rsquo;ideale per l&rsquo;imprevedibilit&agrave;, si sa.  &laquo;Il Canada &egrave; stata una gara da una o due pit-stop e ci era stato dato il compito di creare una gomma da due o tre fermate, perci&ograve; siamo lontani un po&rsquo; di giri da quell&rsquo;obiettivo&raquo;, commenta ad Autosport il capo della divisione motorsport Pirelli. Il perch&eacute;? &ldquo;Facile&rdquo;: &laquo;Il motivo &egrave; legato al lavoro condotto sulla gomma posteriore, che ha permesso ai team di bilanciare molto meglio la macchina su tutti e quattro gli angoli.  Non stiamo vedendo grandi differenze tra le squadre quest&rsquo;anno, molto limitate, con pi&ugrave; giri guadagnati sulle gomme. La gomma posteriore ha permesso di assettare diversamente la macchina e bilanciarla&raquo;.  C&rsquo;&egrave; chi, come Christian Horner, non ha fatto mistero di considerare ideali le gomme 2014, criticando quelle di questa stagione, ritenute troppo dure. Percezione avuta anche dai piloti a Montecarlo, ad esempio, dove ha esordito la nuova gomma supermorbida, rivista non solo nella costruzione ma anche nella mescola. &laquo;Non abbiamo visto il miglioramento di prestazioni anticipato a inizio anno, suggerito dai test invernali e a Melbourne. C&rsquo;&egrave; stato solo un miglioramento marginale, il che ha rappresentato un po&rsquo; una sorpresa.  Se vogliamo essere autocritici, i livelli di degrado e consumo sono migliorati rispetto all&rsquo;anno scorso e i team stanno massimizzando le gomme per un numero superiore di giri&raquo;.  Com&rsquo;&egrave; facile intuire, se si progetta un prodotto aspettandosi determinate sollecitazioni che poi mancano nella realt&agrave;, inevitabilmente si ha uno scenario diverso da quello per il quale si &egrave; lavorato. &laquo;Anche con un miglioramento di 2 secondi, puoi immaginare che c&rsquo;&egrave; molta pi&ugrave; energia riversata sulla gomma e pu&ograve; modificare in fretta quanto accade in termini di strategia, consumo e degrado&raquo;, aggiunge Hembery.  Fabiano Polimeni

Hembery spiega i motivi dei pochi pit-stop quest&rsquo;anno. Gomme pensate per monoposto pi&ugrave; veloci

Pirelli, F1 senza il miglioramento atteso

Autosprint lo aveva scritto subito, all&rsquo;indomani della gara e pochi ci credevano. La disgraziata sosta ai box di Hamilton a Montecarlo che gli &egrave; costata la vittoria non era colpa del team. O meglio non tutta del team. Il pilota aveva una grossa responsabilit&agrave;. perch&eacute; con le sue esitazioni, le sue paure, i suoi fantasmi per le gomme deteriorate, &egrave;&nbsp;stato lui a indurre&nbsp;la squadra in errore.  La conferma, a 15 giorni dal Gp di Monaco, arriva durante le prove del Gp Canada. perch&eacute; F1.com, il sito ufficiale della F1 e di Ecclestone ha pubblicato la registrazione integrale di quel dialogo fra pilota e squadra che ha portato a quella disastrosa scelta tattica di fermarsi ai box. Ecco la trascrizione completa del dialogo che inizia al 64&deg; giro, dopo la virtual safety car uscita per l&rsquo;incidente di Verstappen.  Mercedes (mentre Lewis transita su per&nbsp;la salita di Massenet) - &ldquo;Ti rammentiamo che sei sotto safety car. Virtual safety Car&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Tieni d&rsquo;occhio la tabella di segnalazione&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Resta&nbsp;positivo, e resta fuori. Resta fuori!&rdquo;&nbsp;(che significa mantieni un valore positivo sulla differenza di tempo imposto per la virtual safety car in modo&nbsp;da non andare troppo&nbsp;veloce, ndr)  Mercedes - &ldquo;OK, Lewis, hanno deciso l&rsquo;impiego della safety car. Resta fuori e resta&nbsp;positivo&rdquo;.  Hamilton (innervosito) - &ldquo;Siete sicuri che restare fuori sia la cosa migliore da fare?&rdquo;  Mercedes - &ldquo;No, puoi venire ai box alla fine del giro. Ma tu resta positivo!&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Possiamo mettere le gomme option (le supersoft, ndr) a meno che non ci dai indicazioni diverse&rdquo;.  Mercedes - (mentre Hamilton &egrave; a met&agrave; del giro) "Confermaci che verrai ai box&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Oppure resta fuori. Resta fuori. E dacci conferma via radio&rdquo;.  Hamilton (sempre pi&ugrave; innervosito) - &ldquo;Ragazzi, qui non va bene. Queste gomme non sono pi&ugrave; in temperatura!&rdquo; (Hamilton ha su le soft, ndr).  Hamilton - &ldquo;Tutti metteranno le option adesso (le supersoft, ndr)&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Ok, ascolta. Vieni ai box. Vieni ai box&rdquo;.  Mercedes - (mentre Hamilton sta per affrontare la Rascasse) &ldquo;Cancella il freno magico (probabilmente un&rsquo;opzione per disattivare una funzione del brake by wire che si fa di routine quando il pilota effettua il pit stop, ndr)&rdquo;.  Mercedes (Mentre Hamilton dietro la safety car entra in pit lane) - &ldquo;Sei all&rsquo;entrata del box. Fai attenzione alla velocit&agrave;&rdquo;.  Mercedes (nel momento in cui Hamilton arriva sulla piazzola del box) - &ldquo;Metti in modalit&agrave; RS (sta per race start, sistema di partenza e si usa al via e per ripartire dai pit stop, ndr)&rdquo;.  Mercedes (quando&nbsp;Hamilton &egrave; ripartito dalla piazzola) - &ldquo;Ora disattiva il RS&rdquo;.  Mercedes (mentre Hamilton rientra in pista) - &ldquo;Attento a non toccare la riga che delimita la corsia di uscita dai box&rdquo;.  Hamilton (sorpreso nello scoprire all&rsquo;uscita dai box di essere dietro Rosberg e Vettel) - &ldquo;Ragazzi... Ma che &egrave; successo???&rdquo;  Mercedes - &ldquo;Ok Lewis... ehm, ci siamo ritrovati dietro! Adesso diamo un&rsquo;occhiata&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Dobbiamo rivedere le immagini video&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Lewis, adesso cerca di scaldare i freni e portarli in temperatura&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Lewis, abbiamo perso il sistema di controllo&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Dobbiamo fare qualcosa per bypassare il Drs&rdquo;  Hamilton&nbsp;(spazientito)-&rdquo;Abbiamo perso questa gara, vero? Ditemi la verit&agrave;&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;No, non se loro perdono la temperatura delle loro gomme. Loro sono sulle gomme prime (le soft, ndr). E tu no: hai una scelta migliore sulla macchina in questo momento&rdquo;.  Hamilton (ansioso, mentre la safety far sta per uscire) - &ldquo;Ditemi: quanti giri mancano?&rdquo;  Mercedes - &ldquo;Ci sono da fare ancora 13 giri&rdquo;.  Come &egrave; andata a finire lo sappiamo tutti.       

Ecco com'&egrave; andata veramente nei dialoghi con i box in occasione del cambio gomme finale che ha tolto la vittoria a Lewis a Montecarlo

Hamilton e lo scambio via radio di Monaco

Williams, un pit stop very cool

In Formula Uno nulla viene lasciato al caso. Un esempio della cura del dettaglio arriva da Mercedes e Schubert, che hanno collaborato alla progettazione e realizzazione di un casco appositamente studiato per il personale addetto ai pit-stop. All&rsquo;interno il nuovo casco &egrave; caratterizzato da una imbottitura brevettata da Schubert, mentre l&rsquo;esterno &egrave; in fibra di carbonio per garantire i massimi livelli di protezione. Il risultato di questa collaborazione sar&agrave; visibile dal Gran Premio d&rsquo;Australia, e dal prossimo autunno il nuovo casco diventer&agrave; entrer&agrave; nel catalogo di vendite come modello di punta destinato soprattutto agli sport invernali.  &laquo;Aver avuto la possibilit&agrave; di collaborare con il team Mercedes ci rende molto orgogliosi &ndash; ha commentato il Managing Director della Schubert Jan-Christian Becker - lavorando insieme alla squadra campione del mondo abbiamo sviluppato un nuovo casco molto mirato alle, ed in grado di garantire un alto standard di sicurezza. L&rsquo;impegno in Formula Uno ci permette di migliorare progressivamente i nostri prodotti e di fissare nuovi parametri di riferimento anno dopo anno&raquo;.  &laquo;Lo sviluppo della sicurezza in Formula Uno &egrave; per noi sempre un argomento prioritario &ndash; ha commentato Toto Wolff - avere l'opportunit&agrave; di collaborare con uno dei principali produttori di caschi al mondo &egrave; un grande privilegio ed un valore aggiunto per la nostra squadra. Rimarremo a stretto contatto con Schuberth con l&rsquo;obiettivo di sviluppare nuovi prodotto innovativi&raquo;.  Roberto Chinchero

Un modello innovativo per il team tedesco. Il risultato di questa collaborazione sar&agrave; visibile dal Gran Premio d&rsquo;Australia

Da Mercedes e Schubert un casco da pit-stop

Nella giornata conclusiva del Motor Show di Bologna, ha avuto luogo il pit stop di Formula 1 con&nbsp; Giancarlo Fisichella, che ha intrattenuto il pubblico dell&rsquo;Area 48 MotorSport Arena al volante di una Ferrari 150&deg; Italia, vettura che ha preso parte al mondiale di Formula 1 nel 2011.  Fisichella si &egrave; calato nell&rsquo;abitacolo di una Ferrari 150&deg; Italia, la vettura che ha disputato il campionato di Formula 1 del 2011, e ha dato spettacolo sul circuito che ospita le esibizioni del Motor Show. Il pilota romano ha entusiasmato i numerosi tifosi effettuando diversi giri della pista ricavata nell&rsquo;area fieristica bolognese e poi esibendosi in numerose dimostrazioni di pit stop. Giancarlo al termine dello show si &egrave; poi recato presso lo stand del Museo Ferrari, dove ha incontrato i vincitori del campionato &ldquo;Museo Ferrari Formula 2014&rdquo;, e ha sfidato gli appassionati al simulatore.  &nbsp;&ldquo;E&rsquo; sempre un&rsquo;emozione speciale incontrare i nostri tifosi cos&igrave; da vicino e sentire con quale affetto ed entusiasmo ci accompagnano in ogni occasione&rdquo;, ha commentato Giancarlo a fine giornata, salutando tutti i tifosi.    &nbsp;

Tanto pubblico all&rsquo;Area 48 per la dimostrazione in Rosso con Giancarlo Fisichella. Guarda la Fotogallery 

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