Le vecchie glorie del rally al Motor Show

Le vecchie glorie del rally al Motor Show

All'edizione 2016 del Salone di Bologna non solo tante novità sportive ma anche le leggende che hanno fatto la storia dei rally, come la Lancia Delta Integrale, la Subaru Legacy RS e la Toyota Celica GT Four.

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<address> A vincere fra le 4RM è stato Salvatore "Totò" Riolo con la Subaru Legacy RS allestita da CST Sport, battendo in finale Simone Romagna con la sua Lancia Delta Integrale 16V. «Sono davvero felice per questa vittoria - ha commentato Riolo - sia per me che per il team: abbiamo dimostrato che questa vettura può fare ancora bene». 
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 A vincere fra le 4RM è stato Salvatore "Totò" Riolo con la Subaru Legacy RS allestita da CST Sport, battendo in finale Simone Romagna con la sua Lancia Delta Integrale 16V. «Sono davvero felice per questa vittoria - ha commentato Riolo - sia per me che per il team: abbiamo dimostrato che questa vettura può fare ancora bene». 
<address>La Subaru Legacy RS deriva dalla prima serie della berlina a motore boxer (come tradizione della Casa delle Pleiadi) e in versione Gruppo A debuttò nel Mondiale Rally con Markku Alen alla guida, nel 1990. Nel 1991 arrivò a guidarla anche Colin McRae, al quale si deve l'unica vittoria iridata di questa macchina, al Rally di Nuova Zelanda nel 1993, appena prima di essere sostituita dall'Impreza. 
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La Subaru Legacy RS deriva dalla prima serie della berlina a motore boxer (come tradizione della Casa delle Pleiadi) e in versione Gruppo A debuttò nel Mondiale Rally con Markku Alen alla guida, nel 1990. Nel 1991 arrivò a guidarla anche Colin McRae, al quale si deve l'unica vittoria iridata di questa macchina, al Rally di Nuova Zelanda nel 1993, appena prima di essere sostituita dall'Impreza. 
<address>La macchina del secondo classificato Simone Romagna non necessita di grandi presentazioni: è la mitica Lancia Delta Integrale 16V, in questa occasione guidata anche da "Lucky", Nicolò Fedolfi e Claudio Covini. In generale la Delta ha corso nel Mondiale Rally dal 1987 al 1993 (conquistando 6 volte il titolo Costruttori) dapprima come HF 4WD. Il modello Integrale con motore a 16 valvole debuttò nel Rally di Sanremo 1989, vincendo subito con Miki Biasion (successi anche con Didier Auriol e Juha Kankkunen), e venne sostituito dalla Evoluzione nel 1992. 
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La macchina del secondo classificato Simone Romagna non necessita di grandi presentazioni: è la mitica Lancia Delta Integrale 16V, in questa occasione guidata anche da "Lucky", Nicolò Fedolfi e Claudio Covini. In generale la Delta ha corso nel Mondiale Rally dal 1987 al 1993 (conquistando 6 volte il titolo Costruttori) dapprima come HF 4WD. Il modello Integrale con motore a 16 valvole debuttò nel Rally di Sanremo 1989, vincendo subito con Miki Biasion (successi anche con Didier Auriol e Juha Kankkunen), e venne sostituito dalla Evoluzione nel 1992. 
<address>In gara al Motor Show anche la Toyota Celica GT Four ST165, condotta da Nicola Patuzzo. Fu una rivale storica della Lancia Delta, con la quale condivideva il layout meccanico (motore anteriore trasversale), avendo corso sempre in Gruppo A nel Mondiale Rally dal 1988 al 1991. Arrivò a conquistare il titolo nel 1990 con Carlos Sainz e in totale ottenne 13 successi di gara, prima di essere sostituita nel '92 dalla variante ST185. 
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In gara al Motor Show anche la Toyota Celica GT Four ST165, condotta da Nicola Patuzzo. Fu una rivale storica della Lancia Delta, con la quale condivideva il layout meccanico (motore anteriore trasversale), avendo corso sempre in Gruppo A nel Mondiale Rally dal 1988 al 1991. Arrivò a conquistare il titolo nel 1990 con Carlos Sainz e in totale ottenne 13 successi di gara, prima di essere sostituita nel '92 dalla variante ST185. 
<address>In gara al Motor Show c'è stata anche la classe a due ruote motrici, per il Trofeo Italia Rally Autostoriche. Fra queste ha svettato la Porsche 911 SC RS guidata da Domenico Guagliardo, che in finale ha battuto la Lancia Rally 037 di "Pedro" per una differenza di soli 41 centesimi sul giro più veloce, che faceva da discriminante in caso di 1 a 1 nei round a inseguimento. «Gareggiare e vincere al Motor Show ha sempre qualcosa di speciale e di emozionante, e la nebbia ha contribuito a esaltare tutto questo», ha detto Guagliardo al termine, evidenziando quello che è stato il problema comune delle gare che in Fiera chiudevano la giornata. 
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In gara al Motor Show c'è stata anche la classe a due ruote motrici, per il Trofeo Italia Rally Autostoriche. Fra queste ha svettato la Porsche 911 SC RS guidata da Domenico Guagliardo, che in finale ha battuto la Lancia Rally 037 di "Pedro" per una differenza di soli 41 centesimi sul giro più veloce, che faceva da discriminante in caso di 1 a 1 nei round a inseguimento. «Gareggiare e vincere al Motor Show ha sempre qualcosa di speciale e di emozionante, e la nebbia ha contribuito a esaltare tutto questo», ha detto Guagliardo al termine, evidenziando quello che è stato il problema comune delle gare che in Fiera chiudevano la giornata. 
<address>La Porsche 911 SC RS venne realizzata in 200 esemplari a inizio anni '80 (ai quali se ne aggiunsero 20 esemplari "evoluzione") per ottemperare alle regole d'omologazione necessarie per correre, inizialmente in Gruppo 4, quindi in seguito in Gruppo B, dove fu uno dei pochi esempi di macchina a due ruote motrici fra un nugolo di 4x4. Diversamente dalle 911 stradali che erano passate al sei cilindri boxer 3.2, la SC RS mantenne il 3.0 precedente anche per rientrare in classi di peso più favorevoli, per quelli che erano i regolamenti tecnici dell'epoca. Il che non impedì di arrivare a quasi 300 cv, senza sovralimentazione. 
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La Porsche 911 SC RS venne realizzata in 200 esemplari a inizio anni '80 (ai quali se ne aggiunsero 20 esemplari "evoluzione") per ottemperare alle regole d'omologazione necessarie per correre, inizialmente in Gruppo 4, quindi in seguito in Gruppo B, dove fu uno dei pochi esempi di macchina a due ruote motrici fra un nugolo di 4x4. Diversamente dalle 911 stradali che erano passate al sei cilindri boxer 3.2, la SC RS mantenne il 3.0 precedente anche per rientrare in classi di peso più favorevoli, per quelli che erano i regolamenti tecnici dell'epoca. Il che non impedì di arrivare a quasi 300 cv, senza sovralimentazione. 
 Oltre a "Pedro", pure Marco Bianchini e Antonio Fassina che si sono giocati il 3° e 4° posto hanno portato in gara un'altra Lancia di grande valore storico ed emotivo: la 037. Ultima Lancia da rally a due ruote motrici, venne realizzata nel 1982 con lo scopo precipuo di correre in Gruppo B, dove vinse nel 1983. Fra le altre caratteristiche oltre alla sola trazione posteriore, erano il motore quattro cilindri di 1995 cc posto centralmente e sovralimentato da un compressore volumetrico a lobi, quello che la Lancia definì Volumex. Di base forniva 205 cv, ma nelle varie preparazioni ed evoluzioni (anche da 2111 cc) arrivò fino a 350 cv. Corse fino al 1985, quando venne sostituita dalla Delta S4. 
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 Oltre a "Pedro", pure Marco Bianchini e Antonio Fassina che si sono giocati il 3° e 4° posto hanno portato in gara un'altra Lancia di grande valore storico ed emotivo: la 037. Ultima Lancia da rally a due ruote motrici, venne realizzata nel 1982 con lo scopo precipuo di correre in Gruppo B, dove vinse nel 1983. Fra le altre caratteristiche oltre alla sola trazione posteriore, erano il motore quattro cilindri di 1995 cc posto centralmente e sovralimentato da un compressore volumetrico a lobi, quello che la Lancia definì Volumex. Di base forniva 205 cv, ma nelle varie preparazioni ed evoluzioni (anche da 2111 cc) arrivò fino a 350 cv. Corse fino al 1985, quando venne sostituita dalla Delta S4. 

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