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Nuova Ferrari SF1000: riprogettata ma non rivoluzionata

La monoposto della Scuderia per la stagione 2020 presenta differenze soprattutto negli elementi aggiunti e nella rastremazione posteriore

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

11 feb 2020 (Aggiornato alle 21:03)

La nuova Ferrari F1 per il 2020 è stata svelata al pubblico e al momento oltre al nome ufficiale – SF1000 a rimarcare il millesimo GP in stagione – non si sa granché dal punto di vista tecnico. Analizzando comunque la macchina per quanto risulta visibile e per quanto dichiarato dai suoi artefici sul palco del Teatro Valli a Reggio Emilia, in particolare Mattia Binotto, si può riscontrare come sia giusto parlare di estremizzazione e non di rivoluzione.

Infatti la "base" della macchina non appare significativamente differente rispetto alla SF90 dello scorso anno, ma si può vedere come certi particolari siano stati enfatizzati. Parliamo ad esempio delle canalizzazioni integrate nel musetto, come pure dei deviatori che da qui proseguono. Molto lavoro di sviluppo è visibile pure per quanto riguarda i deviatori davanti alle pance laterali (le quali sembrano iniziare un po' più avanti) con paratie verticali accentuate e separate dal resto del profilo, comprendendo anche gli specchietti che ora sono dotati di un'aletta a contornarli superiormente (allo scopo di regolarizzare le conseguenti turbolenze).

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Anche l'inizio del fondo vettura è piuttosto elaborato, ma per quanto riguarda gli elementi aerodinamici in questa zona e le numerose alette presenti, seppur molto importanti, non vale la pena soffermarsi più di tanto perché tutto questo potrà essere sviluppato e cambiato già a partire dai prossimi test di Barcellona. Lo stesso dicasi per alcuni particolari del fondo, specialmente appena davanti alle ruote posteriori, e per le "corna" a lato dell'airscope.

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La nuova progettazione di tutti i componenti si è concentrata parecchio sulle sospensioni, dove paiono accentuati certi disassamenti nei punti d'attacco. Lo scopo dichiarato da Binotto è stato quello di facilitare la messa a punto dell'assetto sui vari circuiti e nelle diverse circostanze.

Fermo restando che sarebbe da sapere cosa è stato fatto anche "sotto" alla carrozzeria, da questo punto di vista si può capire il lavoro effettuato sul cambio per alleggerirlo e assottigliarlo osservando la zona centrale del diffusore posteriore, rastremato ulteriormente grazie a questo fattore. Ne è stata coinvolta in parte anche la zona finale del cofano, che sul lato superiore, specie la presa d'aria di aspirazione, è simile all'anno scorso.

Per quanto riguarda la parte meccanica e motoristica, vale quanto detto da Binotto in questa presentazione, e cioè che si è lavorato non solo sul piano delle prestazioni pure, ma anche per diminuire i pesi e per far fronte ai limiti regolamentari come quelli relativi al consumo di lubrificante. Naturalmente come tutto ciò si concretizzerà effettivamente nelle performance della SF1000, e di quanto rispetto ai rivali, lo vedremo solo una volta in pista a partire da Barcellona il prossimo 19 febbraio, quando cioè inizieranno i test invernali.

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